Filamenti Intermedi Sono formati da polimeri di proteine fibrose. Non presentano una polarità strutturale. Sono stati identificati solo nelle cellule animali.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LE PROTEINE.
Advertisements

Campioni si nasce o si diventa?
Citoscheletro.
Funzioni del tessuto nervoso
Il tessuto muscolare Il tessuto muscolare è specializzato per la contrazione e costituisce tutti i muscoli del corpo tra cui il muscolo scheletrico, il.
La Struttura Terziaria
Citoscheletro Statico e movimento intracellulare
ESONERO DI CITOLOGIA Giovedì 14 Novembre 2013 ore 15
Citoscheletro Statico I microtubuli Citologia BCM /BU.
Citoscheletro.
Epitelio Pavimentoso Stratificato Cheratinizzato
Strutture della membrana plasmatica
E LA MOBILITA’ CELLULARE
Struttura e funzioni della cellula
CELLULA Elementi fondamentali (cap. 5, pag73)
STRUTTURA TERZIARIA DELLE PROTEINE
Le proteine sono gli agenti indispensabili per lo svolgimento della
MECCANISMI DI ADESIONE CELLULARE Matrice extracellulare e
LA MEMBRANA BASALE La membrana basale degli epiteli sono costituite da due strati: La lamina lucida: lo strato più esterno posta in prossimità della membrana.
MUSCOLO SCHELETRICO Formato da elementi cellulari multinucleati, denominati fibre muscolari, derivati per fusione dai mioblasti. Le fibre muscolari si.
1. Il sistema muscolare Circa il 40% del peso corporeo è costituito da tessuto muscolare striato. I muscoli sono attaccati alle ossa mediante i tendini.
Gli atomi: la base della materia
L’unità fondamentale della vita: La Cellula
1. Panoramica del tessuto muscolare
CARATTERISTICHE DEGLI EPITELI
Le cellule negli organismi multicellulari, nei tessuti specializzati, possono avere un diverso grado di specializzazione, anche definito differenziamento.
Le cellule negli organismi multicellulari, nei tessuti specializzati, possono avere un diverso grado di specializzazione, anche definito differenziamento.
Le basi strutturali della contrazione muscolare
I TESSUTI TESSUTO EPITELIALE TESSUTO CONNETTIVO TESSUTO NERVOSO
DERMA Formato da due strati 1) Derma superficiale (o papillare)
L’actina è presente in tutte le cellule eucariotiche, dove rappresenta il 5% delle proteine cellulari.
Lezioni di Istologia BCM/BU
MORTE CELLULARE APOPTOSI E NECROSI.
Acidi nucleici e proteine
L’ORGANIZZAZIONE DEL CORPO UMANO
Il Citoscheletro è lo scheletro della Cellula
I nucleotidi, composti ricchi di energia svolgono diverse attività a supporto del metabolismo cellulare I polimeri dei nucleotidi, acidi nucleici, forniscono.
Adesione e comunicazione con le altre cellule dello stesso tessuto
- Citoscheletro Statico (microtubuli e filamenti intermedi)
Principali componenti cellulari
PROTEINE.
Il DNA.
CITOSCHELETRO parte 2.
La trascrizione del DNA
AMMINOACIDI E PROTEINE
Funzioni: Forma e sostegno alla cellula Posizione degli organuli Polarità cellulare Movimento organuli, fagocitosi, citochinesi Movimento della cellula.
organizzazione spaziale degli atomi in una proteina
Realizzato da: Terenzi Andrea Tafuri Giuseppe
Gerard Tortora, Brian Derrickson
CICLO CELLULARE e CONTROLLO DELLA PROLIFERAZIONE CELLULARE
La riproduzione cellulare La produzione di nuove cellule avviene in continuazione ed è necessaria per generare nuovi organismi, per la crescita di un organismo,
Adesione. La matrice extracellulare La MEC delle cellule animali assume varie forme nei differenti tessuti: nell’osso la MEC è rigida e fortemente mineralizzata.
Tutti i segreti della GENETICA. Genetica La GENETICA è la scienza che studia i geni,l’eredità e la variabilità genetica degli organismi.
LA MATRICE EXTRACELLULARE
FILAMENTI DEL CITOSCHELETRO
CELLULE.
IL citoscheletro è una complessa rete proteica di filamenti e tubuli interconnessi che si estende nel citosol, dal nucleo alla faccia interna della membrana.
CITOSCHELETRO parte 2.
Intermediate Filaments
Transcript della presentazione:

Filamenti Intermedi Sono formati da polimeri di proteine fibrose. Non presentano una polarità strutturale. Sono stati identificati solo nelle cellule animali. Conferiscono stabilità meccanica alle cellule. Non sono implicati nella mitosi e nella citochinesi.

Hanno un diametro di circa 10 nm (“intermedio” tra quello dei microfilamenti (7 nm) e quello dei microtubuli (25 nm)). Si sviluppano in modo particolare nel citoplasma di cellule sottoposte a stress meccanici (per esempio sono abbondanti lungo gli assoni delle cellule nervose e nelle cellule muscolari ed epiteliali). A) Gruppo di cellule epidermiche in coltura, colorate per evidenziare la rete di filamenti intermedi citoplasmatici. I filamenti di ogni cellula sono connessi indirettamente a quelli delle cellule vicine attraverso giunzioni cellulari specializzate dette desmosomi. B) Disegno che illustra i fasci di filamenti intermedi che attraversano il citoplasma e vanno ad inserirsi nei desmosomi. Sono presenti anche dentro il nucleo: lamina nucleare. Sono come cordami fatti di molti fili ritorti per dare resistenza alla trazione.

Sono i più robusti e durevoli dei tre filamenti citoscheletrici. Sono insolubili in soluzioni saline concentrate e detergenti non ionici. Conferiscono alle cellule una grande resistenza ai danni meccanici stirandosi e ridistribuendo l’effetto di forze di trazione applicate localmente. Esistono diversi tipi di filamenti intermedi che generalmente sono espressi in modo tessuto-specifico (ad eccezione delle lamine nucleari che sono presenti in tutte le cellule nucleate). I filamenti intermedi di ogni tipo cellulare sono formati da polimeri di proteine distinte, ma caratterizzate da un’elevata omologia strutturale.

Composizione e struttura dei filamenti intermedi I filamenti intermedi sono polimeri stabili, cordonali di proteine fibrose. Il monomero proteico dei filamenti intermedi è una proteina fibrosa allungata, composta da un domino centrale bastoncellare e una regione globulare a ogni estremità.(A) I monomeri si accoppiano in dimeri stabili avvolgendosi l’uno sull’altro in una conformazione a spirale ritorta (B) e due dimeri si associano, sfalsati ed antiparalleli, in un tetramero per mezzo di legami non covalenti (C); infine i tetrameri si uniscono testa a coda (D) formando tanti fili che poi si associano non covalentemente generando un fascio ritorto che costituisce il filamento intermedio finale a cordone (E). Si ritiene che l’unità di assemblaggio di base sia il tetramero. L’assemblaggio non è accompagnato dall’idrolisi di nucleotidi. I domini bastoncellari delle varie proteine che compongono i filamenti intermedi sono tutti simili per dimensioni, sequenza amminoacidica e struttura. Invece le regioni globulari variano molto da un filamento intermedio all’altro rendendo specifiche le interazioni con altri componenti citoplasmatici

TipoComponenti I e IICheratine acide e basiche III Vimentina; Desmina; Proteina gliale fibrillare acida (GFAP); Periferina IV Proteine dei neurofilamenti (NF-L, NF-M,NF-H); Nestina; Internexina> VLamine A, B, e C Le proteine dei filamenti intermedi I filamenti intermedi sono presenti sia nel citoplasma che nel nucleo. Le proteine che li compongono sono molecole fibrose molto allungate, caratterizzate da un dominio centrale bastoncellare simile in lunghezza, sequenza e struttura (presenta una struttura secondaria ad alfa elica e contiene amminoacidi), fiancheggiato da due estremità globulari di lunghezza e sequenza variabile (Figura 10). Le proteine dei filamenti intermedi sono numerose (nell’uomo ne sono state identificate almeno 50) e la loro classificazione si basa sulla distribuzione tissutale e su criteri biochimici, immunologici e genetici. Generalmente vengono raggruppate nelle seguenti classi:

I filamenti Intermedi Citoplasmatici I filamenti intermedi che si trovano nel citoplasma si possono raggruppare in tre classi: 1) i filamenti di cheratina delle cellule epiteliali; 2) la vimentina e i filamenti vimentino-simili delle cellule connettivali, muscolari e neurogliali; 3) i neurofilamenti delle cellule nervose. La tipizzazione dei filamenti intermedi citoplasmatici è particolarmente utile in medicina per la diagnosi dei tumori, in quanto le cellule tumorali mantengono i filamenti intermedi caratteristici del tessuto di origine, indipendentemente dalla localizzazione del tumore nel corpo. I filamenti di cheratina sono caratteristici delle cellule epiteliali che ricoprono la superficie del corpo e le sue cavità.

La classe delle cheratine è la più diversificata: esistono più di 20 tipi di cheratine e nei vari epiteli si trovano gruppi diversi. Inoltre, cheratine specializzate si trovano nel pelo, nelle unghie e nelle piume. Mutazioni dei geni che codificano per le cheratine possono causare gravi malattie genetiche, quale l’epidermolisi bollosa simplex).

L’ epidermolisi bollosa simplex è una malattia genetica dell’uomo in cui mutazioni di geni delle cheratine che sono espresse nello strato cellulare basale dell’epidermide interferiscono con la formazione dei filamenti cheratinici in queste cellule: la pelle risulta vulnerabilissima ai danni meccanici e anche una pressione moderata può danneggiarne le cellule e indurre la formazione di bolle. I filamenti di vimentina sono presenti nei tessuti connettivi ed in altri tipi cellulari di origine non epiteliale. I filamenti di desmina sono presenti nelle cellule muscolari.

I filamenti di GFA sono caratteristici delle cellule dell’astroglia. A) Fotografia al microscopio elettronico dei neurofilamenti dell’assone di un neurone. B) Fotografia al microscopio elettronico dei filamenti intermedi di una cellula gliale dell’assone di un neurone. C) Fotografia al microscopio elettronico di una sezione trasversale di un assone. Si può notare la distribuzione regolare dei neurofilamenti ed il loro numero elevato rispetto ai microtubuli. I neurofilamenti sono presenti lungo i prolungamenti delle cellule nervose (Figura 13).

I Filamenti Intermedi Nucleari I filamenti intermedi che rivestono e irrobustiscono la faccia interna della membrana nucleare non si possono paragonare a corde come quelli citoplasmatici ma somigliano di più a un tessuto bidimensionale.

I filamenti intermedi della lamina nucleare sono costituiti da proteine del gruppo delle lamine. Mentre i filamenti intermedi citoplasmatici sono stabilissimi in molte cellule, quelli della lamina nucleare si disaggregano e si ricostituiscono a ogni divisione mitotica.