LABORATORIO POLITICA SOCIALE BIG SOCIETY BIG SOCIETY GRUPPO N°6 GIUSEPPA D’ARINO GIUSEPPA D’ARINO ANTONIO ESPOSITO ANTONIO ESPOSITO MINI JOSEPH MINI JOSEPH.

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LABORATORIO POLITICA SOCIALE BIG SOCIETY BIG SOCIETY GRUPPO N°6 GIUSEPPA D’ARINO GIUSEPPA D’ARINO ANTONIO ESPOSITO ANTONIO ESPOSITO MINI JOSEPH MINI JOSEPH ANTONELLA MORELLI ANTONELLA MORELLI LUCIANNA MORLANDO LUCIANNA MORLANDO ANNA RICCARDO ANNA RICCARDO

Definizione dall’Oxford Dictionary: “concetto politico che prevede il trasferimento a comunità locali e a volontari di una parte consistente della responsabilità di gestione dei servizi sociali attraverso la cittadinanza attiva e il decentramento istituzionale”. Questa nuova tendenza socio- organizzativa nasce in Inghilterra ad opera del premier David Cameron il quale,voleva superare un modello di tipo centralista ed interventista e rendere la comunità responsabile di gestire le risorse locali. + Società - Stato

La Big Society, un'idea valida anche in Italia. “ Fare di più con meno risorse rendendo i cittadini responsabili dei servizi locali e dando loro il potere che oggi è racchiuso nelle voraci mani dello Stato e del mercato”. É questa la filosofia di Philip Blond, fondatore e direttore del Think thank Respublica, che ha sempre sostenuto il premier Cameron a lanciare la rivoluzione della Big Society, in cui semplici cittadini si uniscono tra di loro e attraverso organizzazioni civiche cercano di creare un nuovo tipo di società fondata sul perseguimento del bene comune e del soccorso reciproco. In un’intervista al Corriere della sera Blond afferma che dopo la 2° G. M. in Gran Bretagna ci sono stati 2 modi di pensare contrapposti : uno in cui lo Stato è protagonista del vivere comune, l’altro in cui è il mercato a dettare legge. Entrambi hanno tolto potere e soldi alla maggioranza della popolazione a vantaggio di una piccola èlite. Basti pensare che oggi la vera ricchezza è concentrata nell’ 1% della popolazione. Se c’è possibilità di costruire un mondo diverso lo si può fare solo partendo dal basso,puntando sulle comunità locali.

POTERE E RESPONSABILITÀ LOCALI SOCIETÀ CIVILE STATO CENTRALE

Anche in Italia si sta dedicando molta attenzione al contributo che la società civile apporta nel sostenere le politiche sociali a fronte di un lacunoso impegno pubblico. L’autonoma iniziativa dei cittadini organizzati può garantire le stesse prestazioni fornite tradizionalmente dallo Stato in settori come la sanità, i servizi alla persona, in modo però da ridurre il prelievo fiscale e avere più risorse per lo sviluppo. Per concretizzare tale processo occorre che lo Stato attui il principio di sussidiarietà, principio fondamentale di libertà e di democrazia,in virtù del quale si delegano alle entità territoriali amministrative più vicine ai cittadini ( i comuni ) funzioni che un tempo erano riservate solo ed esclusivamente allo Stato, riconoscendo alle entità territoriali superiori la funzione di sussidio nei casi in cui il cittadino o l’ entità sottostante siano impossibilitati ad agire per conto proprio. Anche in Italia si sta dedicando molta attenzione al contributo che la società civile apporta nel sostenere le politiche sociali a fronte di un lacunoso impegno pubblico. L’autonoma iniziativa dei cittadini organizzati può garantire le stesse prestazioni fornite tradizionalmente dallo Stato in settori come la sanità, i servizi alla persona, in modo però da ridurre il prelievo fiscale e avere più risorse per lo sviluppo. Per concretizzare tale processo occorre che lo Stato attui il principio di sussidiarietà, principio fondamentale di libertà e di democrazia,in virtù del quale si delegano alle entità territoriali amministrative più vicine ai cittadini ( i comuni ) funzioni che un tempo erano riservate solo ed esclusivamente allo Stato, riconoscendo alle entità territoriali superiori la funzione di sussidio nei casi in cui il cittadino o l’ entità sottostante siano impossibilitati ad agire per conto proprio.

Quant’ è grande la “BIG SOCIETY” in Italia? Gli esperti di statistica lo chiamano Terzo Settore,ossia associazioni,cooperative sociali e fondazioni. E in Italia, quali sono i numeri reali del terzo settore e dove è più diffuso? Stando agli ultimi dati,in Italia la big society si compone di unità. Per fotografare la situazione abbiamo riassunto in una mappa la presenza delle associazioni di volontariato regione per regione in percentuale rispetto al totale in Italia. Il colore rosso indica una maggiore presenza di organizzazioni, via via a scalare verso il giallo,che indica una percentuale più bassa.

Dalla cartina emerge come la diffusione del volontariato vada di pari passo con il numero della popolazione residente e il livello del PIL:le regioni più popolose e ricche risultano in genere quelle con una presenza più alta di organizzazioni(fatta eccezione per la Sardegna).

POSIZIONI CRITICHE DIPENDENZA DELLE ORGANIZZAZIONI CIVICHE DAI FINANZIAMENTI PUBBLICI,IN CALO;DIPENDENZA DELLE ORGANIZZAZIONI CIVICHE DAI FINANZIAMENTI PUBBLICI,IN CALO; SCARSA EFFICIENZA E TRASPARENZA NELL’USO DELLE RISORSE;SCARSA EFFICIENZA E TRASPARENZA NELL’USO DELLE RISORSE; MANCANZA DI STRATEGIE CONVINCENTI SUL PIANO FISCALE PER GARANTIRE FONTI CERTE DI FINANZIAMENTO;MANCANZA DI STRATEGIE CONVINCENTI SUL PIANO FISCALE PER GARANTIRE FONTI CERTE DI FINANZIAMENTO; DELEGA DELLE POLITICHE SOCIALE AL VOLONTARIATO E AL TERZO SETTORE (DERESPONSABILIZZAZIONE STATALE)DELEGA DELLE POLITICHE SOCIALE AL VOLONTARIATO E AL TERZO SETTORE (DERESPONSABILIZZAZIONE STATALE) LA BIG SOCIETY è INDEFINITA.LA BIG SOCIETY è INDEFINITA. VANTAGGI EQUITÀ E OPPORTUNITÀ PER TUTTI; PARTECIPAZIONE ATTIVA; RESPONSABILITÀ CONDIVISA; EMPOWERMENT; SVILUPPO DI COOPERAZIONE TRA LE RETI; ISTITUZIONE DI UN’APPOSITA BANCA DATI”BANCA BIG SOCIETY”; LA CONOSCENZA LOCALE FONDATA SULL’ESPERIENZA QUOTIDIANA, COMBINATA CON LA COMPETENZA PROFESSIONALE,DEVE ESSERE UTILIZZATA IN RELAZIONE AI PROCESSI DECISIONALI E ALLA PROGETTAZIONE; MENO SPRECHI, PIÚ RISORSE.

Riferimenti bibliografici La rivista delle politiche sociali,2011 Il corriere della sera, 2011 Oxford Dictionary Panorama. it