SECOLO DELLA CRISI E DEI MERCANTI SECOLO DELL’OLANDA E DELL’INGHILTERRA
Calo demografico: tra il 1570 e il 1660 l’Europa fu attraversata da violente epidemie. Nel 1590 la popolazione europea aveva raggiunto circa 100 milioni di abitanti e a metà del 1600 la crescita si era fermata. La stagnazione demografica è dovuta anche alle crisi agricole, alle annate di cattivo raccolto e di carestie, dovute all’assenza di progressi tecnici e al clima freddo e umido. La produzione manifatturiera (soprattutto tessile) entrò in fase di crisi, ad eccezione delle Province Unite che aumentarono la propria produzione grazie anche a mercanti e artigiani fuggiti dalle persecuzioni spagnole.
Si diffonde la teoria economica del MERCANTILISMO: 1. il presupposto di questa teoria è che il volume della produzione e del commercio mondiale è più o meno invariato. 2. Ogni paese per aumentare la propria quota di ricchezza deve limitare quella degli altri paesi: la ricchezza di un paese e la sua potenza dipenono dalla disponibilità di metalli preziosi necessari per finanziare le guerre. 3. Si devono adottare misure economiche per favorire l’equilibrio tra entrate e uscite del paese: es. dazi doganali per frenare le importazioni dall’estero (di beni di lusso) e impedire l’uscita delle materie prime.
4. Nascono i monopoli: l’autorità pubblica concedeva alle compagnie commerciali nazionali il diritto esclusivo di comprare e vendere in un determinato paese o in un certo settore. Questo garantiva profitti sicuri alle compagnie, eliminando il rischio della concorrenza (anche dei mercati interno): presto però questo sistema degenerò, i sovrani vendevano privilegi economici e i monopoli proliferarono bloccando completamente la concorrenza e il mercato.
L’Olanda è una delle sette Province Unite dei Paesi bassi, indipendenti dal 1579 e ufficialmente riconosciuti con la pace di Westfalia EMERSE come potenza commerciale: grazie a commerci umili, ma molto vantaggiosi (pesca, il legname, i tulipani…). Si sostituirono ai Portoghesi negli scambi commerciali con l’India e l’Oriente (anche se erano diplomatici meno abili), diventarono la principale potenza che gestiva il commercio delle spezie.