«Effatà, cioè, apriti!» (Marco 7,31-37) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale
Strumenti per capire Gesù continua la sua «escursione» in terra pagana.
Con il suo intervento sull’uomo sordomuto (probabilmente un pagano) Gesù dimostra che anche i pagani possono «aprire» le orecchie e parlare «correttamente»: non sono chiusi al messaggio della salvezza.
Questo brano non ha passi paralleli negli altri Vangeli. Si può cogliere qualche analogia in Mc 8,22-26.
v. 33 portandolo in disparte. Gesù ancora una volta opera in disparte, preoccupato del nascondimento.
Egli attinge alle pratiche popolari diffuse nella medicina del suo tempo: il contatto fisico con la parte malata (imporre le mani, Mc 5,23; 8,23; mettere la saliva, Mc 8,23, che si presumeva sorgente di vita).
v. 34 guardando quindi verso il cielo. Come nel fatto dei pani (Mc 6,41) Gesù si rivolge al Padre, perché ogni potenza viene da Dio, e Gesù è strumento della sua volontà;
- emise un sospiro. È un gemito di fronte al dolore e al male, e rivela l’umanità di Gesù. Emetterà pure un forte grido in croce (Mc 15,37).
Il gemito di Cristo è il gemito dell’umanità, ma è anche il gemito inesprimibile dello Spirito (Rm 8,26).
- Effatà. Parola aramaica (altre in Mc 3,17; 5,41; 7,11-,14,36-, 15,22.34).
La parola e i gesti del miracolo verranno ripresi nell’antica liturgia battesimale (cfr. Mc 9,25).
v. 36 comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma la consegna del silenzio è, come al solito, violata! Cfr. Mc 1,44-45-,5,43.
Il segreto di Gesù comincia a sciogliersi! Non è possibile tenere sotto silenzio il fatto, e non parlare di colui che...
v. 37 fa udire i sordi e fa parlare i muti. Gesù è celebrato come Dio, che «ha fatto bene ogni cosa» (cfr. Gn 1,31). Cfr. pure Is 35,5-6; Mt 11,5; Lc 7,22.
Piste di riflessione Dio è parola, comunicazione e dono di sé. L’uomo, ascoltandolo, è in grado di rispondergli, entra in dialogo con lui. La nostra religione è la religione della parola e dell’ascolto, cioè della comunione con chi parla. Per questo essere sordomuti è il peggior male.
Uno è muto perché è sordo. Se ascolta, può finalmente parlare. Il nostro dialogo è frutto di ascolto. Noi tutti, divoratori di chiacchiere, siamo troppo spesso sordi e «inespressivi» davanti alla Parola di Dio che ci fa figli e ci apre alla sua misericordia.
Il sordo non ha modo di pregare. Davanti a Dio è grande la nostra responsabilità verso tutti gli uomini che sono ancora sordi.
Dov’è oggi la Parola di Dio? Dove la possiamo trovare? Come, con quali atteggiamenti creiamo in noi la disponibilità all’ascolto?
Suggerimenti per pregare Chiedere a Dio di renderci capaci di ascoltare la sua Parola;
- di darci il suo Spirito per imparare ad ascoltarlo e a rispondergli;
- di vincere in noi le resistenze che ci rendono sordi alla sua voce.
Ringraziare per le persone che «ci portano» (o «riportano») a Gesù, specialmente quando non abbiamo più la forza e la volontà per farlo.
Toccami gli orecchi, Signore, fammi ascoltare la tua Parola. Toccami con la saliva la lingua, donami il tuo Spirito, perché io sappia ascoltarti e risponderti. Vinci in me tutte le resistenze che mi rendono sordo alla tua chiamata. Amen.