COME POSSIAMO INSEGNARE LORO A RICONOSCERE LE EMOZIONI?
GESTIRE LE EMOZIONI Essere in grado di controllare le proprie emozioni dipende soprattutto dal grado con cui quella data emozione prende il sopravvento su di noi, cioè dalla «INTELLIGENZA EMOTIVA», definita come la capacità di gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle di coloro che ci circondano.
Molte persone sono caratterizzate da una spiccata incapacità di gestione delle proprie emozioni, magari come risultato di esperienze infantili negative. Queste non si possono eliminare ma si può imparare a riconoscere e gestire le emozioni che ne derivano.
AUTOANALISI Se è vero che le emozioni controllano a livello inconscio l’adulto, questo è tanto più vero per un adolescente, ma riconoscerle in maniera consapevole, crea una maggiore possibilità di riuscire a controllarle.
COSA FARE? L’obiettivo è allenarsi a riconoscere le emozioni dei nostri ragazzi nel momento stesso in cui si manifestano, senza che esse prendano il sopravvento su di loro e quindi su di noi. Un esercizio molto utile è chiedere e chiedersi: «COME TI/MI SENTI/O IN QUESTO MOMENTO?»
STRATEGIE PER CONTROLLARE LE EMOZIONI ES: ricevo un INSULTO La reazione istintiva/inconscia è rispondere alla PROVOCAZIONE CON UN’ALTRA PROVOCAZIONE ma: NON REAGIRE: è una doppia vittoria perché chi ha provocato aspetta solo la nostra reazione, ma non reagendo vinciamo su di lui e sulla nostra emozione primitiva. Non mostrare la nostra emotività dovrebbe creare frustrazione nel provocatore e quindi indurlo a smettere. RILASSARSI: imparare a rilassare la mente in una situazione stressante e di conflitto, non fa passare la rabbia che si è generata, ma aiuta a tenere a bada eventuali agiti.
IMPARARE A GESTIRE E A RISOLVERE I CONFLITTI I conflitti fanno parte di ogni tipo di relazione e soprattutto di quella tra GENITORI-FIGLI e quindi non si può pensare di vivere senza. Si deve invece imparare a RISOLVERE I CONFLITTI in MODO SANO E COSTRUTTIVO e per farlo si deve rimanere concentrati nel presente, evitando di rievocare cose passate, scegliendo le cose di cui parlare e soffocando la voglia di prevaricare.
GESTIRE LA RABBIA La RABBIA è una REAZIONE ISTINTIVA a PROVOCAZIONI, INSODDISFAZIONI o SITUAZIONI che compromettono il NOSTRO EQUILIBRIO MENTALE. Quando nascono i problemi? Quando prende il sopravvento e ci impedisce di ragionare. Ma esiste una «RABBIA BUONA», che se espressa in modo sano e mirato, può apportare benefici e vantaggi. Durante un eccesso di RABBIA si ha un IMPORTANTE SCARICA DI ADRENALINA che va portata al suo esaurimento con 2 attività: respiri profondi e allontanamento fisico dalla persona che abbiamo davanti. Altro elemento molto importante per scaricare le tensioni è svolgere regolarmente un’ ATTIVITA’ FISICA sia i nostri figli che noi.
UN PERICOLO Nell’età di cui stiamo parlando c’è un RISCHIO molto alto di DISTORSIONI COGNITIVE che fanno apparire le cose peggiori di quanto siano in realtà: «E’ sempre colpa mia» «Ce l’hanno tutti con me» «Tutti mi prendono in giro» «non ne faccio mai una giusta» È invece importante renderli consapevoli che vi sono alcune cose che non si è in grado di cambiare e che per tanto non vale la pena lasciarsi frustrare da esse o prendersela. Questa situazione risulta amplificata in quei ragazzi che hanno SCARSA AUTOSTIMA e che quindi tendono a farsi possedere dalle emozioni e a sentirsi perennemente INADEGUATI
Dobbiamo aiutarli a comprendere che le ESPERIENZE DOLOROSE possono TRASFORMARSI IN INSEGNAMENTI e in una futura crescita, perché quella che oggi potrebbe sembrare una difficoltà insormontabile, tra qualche mese potrebbe addirittura farli sorridere.
ELIMINARE PENSIERI EGOISTICI Spesso i ragazzi diventano preda di credenze egoistiche che scatenano PENSIERI NEGATIVI, IDEE NON RAZIONALI che li rendono TRISTI e che, anche se false, sono propensi a ritenerle vere (pensate al film e a tutti i MI PIACE che cercano su facebook). È fondamentale liberarli da TALI IDEE. Alcuni esempi: «Per essere apprezzato da tutti devo essere perfetto» «Devo piacere a tutti» «Le persone che mi trattano male sono tutte cattive» «Mi devo preoccupare di tutto ciò che è pericoloso o spaventoso» «Quando le cose non vanno come vorrei, mi crolla il mondo addosso»
ANESTESIA EMOZIONALE Si ha quando un soggetto è incapace di verbalizzare le proprie emozioni, perché vi è una limitazione nella possibilità di elaborare e quindi di costruire un PROPRIO MONDO INTERNO. Si tratta di un MASSICCIO MECCANISMO di DIFESA verso la REALTA’ INACCETTABILE. Qual è la conseguenza? Una netta prevalenza del CORPOREO e quindi della SOMATIZZAZIONE ( un tempo chiamata PSICOMATICA)
UN ESEMPIO Quando un adolescente scendendo le scale della sua scuola improvvisamente sente le PALPITAZIONI (sensazione coscente del cuore che batte che invece normalmente non si nota), sia quando incontra la professoressa di matematica - che lo vorrebbe interrogare- sia quando vede la ragazza/o che ama segretamente, sa implicitamente distinguere le due diverse emozioni, anche se dal punto di vista corporeo le reazioni fisiche sono le stesse. Ad esempio tachicardia, pugno/farfalle nello stomaco, colorazione del viso e accelerazione del respiro. In sintesi a parità di reazioni fisiologiche si associano pensieri differenti che attivano altre emozioni, fino a creare nei casi estremi la perdita del controllo (accoltellamento tra minori perché la ragazza del bullo di turno è stata guardata da un altro).
LINEE GUIDA PER I GENITORI Le regole o leggi famigliari vanno decise dai genitori Le regole devono essere decise da entrambi i genitori e devono essere mediate tra le diverse posizioni (mediazioni che sarebbe meglio avvenissero nell’intimo della coppia e non davanti al perplesso ragazzo in attesa di regola.) Le regole dichiarate dovrebbero essere stabili e non variare e i genitori dovrebbero impegnarsi nel mantenere coerenza (d’altra parte è però opportuno che le regole cambino in base alle tappe evolutive del ragazzo).
Interessatevi alle loro emozioni, ascoltateli e comprendeteli. Regole e punizioni (mai corporali) sono alla base di una buona educazione, siatene certi. Evitate di umiliarli. Frasi del tipo «Quando piangi sembri una femminuccia…» vanno eliminati dal vocabolario. Non pianificate un calendario di attività troppo pieno. Lasciateli annoiare: apprezzeranno di più i momenti di svago. Siate sempre chiari, evitando le contraddizioni e ambiguità. Non siate loro amici, siate i loro genitori.
E PER CONCLUDERE… Quando i genitori fanno troppo per i loro figli, i figli non faranno mai abbastanza per sé stessi Elbert Hubbard, the Notebook, 1927 (postumo)