ARISTOTELE IV SECOLO A.C.
Figlio del medico personale del re Filippo di Macedonia Fu allievo di Platone e maestro di Alessandro Magno Ad Atene fondò un ginnasio pubblico chiamato LICEO,. Molti giovani vi accorrono per ascoltare le sue lezioni di fisica, geometria, astronomia, zoologia, e politica. Successivamente fu costituita una ricca biblioteca per favorire un'intensa attività di ricerca.
La scuola peripatetica fu una delle grandi scuole filosofiche greche, fondata da Aristotele. Il nome deriva dall'unione di due parole greche: la prima è un prefisso che indica l'essere o il muoversi intorno (peri), l'altra il camminare. Questo perché Aristotele teneva le sue lezioni passeggiando intorno al giardino del Ginnasio dedicato ad Apollo Licio, da cui deriva l'altro nome della scuola: il Liceo
Aristotele concepisce la filosofia non tanto come un esercizio di sapienza, bensì un'attività scientifica articolata in un sistema di discipline distinte, e mirante ad abbracciare tutti gli aspetti della realtà.
Lo scopo della scienza aristotelica consiste nel penetrare più a fondo possibile nella struttura delle singole cose che popolano l'universo, che variano dagli astri, le specie biologiche, la psiche umana e i diversi regimi sociali.
va il merito di aver insegnato la logica, l'arte del ragionare in modo corretto per scoprire la verità delle cose. Prima di lui, quando non si riusciva ad interpretare un fenomeno naturale, si credeva che intervenisse una forza soprannaturale. Egli dimostrò che con il ragionamento si potevano spiegare i fenomeni dell'Universo
Per Aristotele la filosofia non serve a trasformare il mondo, ma soltanto a comprenderne l'ordine e a giustificarlo così com'è. Il sapere è inteso come la conoscenza delle cause e i principi.
Le teorie di Aristotele furono considerate le più autorevoli fino a quando gli strumenti della fisica moderna, come il telescopio, non rilevarono i complessi aspetti dell'Universo.
LA LOGICA La conoscenza scaturisce dalla corrispondenza tra intelletto e realtà: secondo Aristotele non ci sono idee innate nella nostra mente; questa rimane vuota se non percepiamo qualcosa attraverso i sensi. Ciò tuttavia non significa che l'essere umano non abbia delle capacità innate di ordinare le conoscenze, raggruppandole in diverse classi e riuscendo a cogliere l'essenza propria di ciascuna di esse, in virtù di una corrispondenza tra noi e l'oggetto.
All'inizio del processo conoscitivo il nostro intelletto è passivo perché si limita a recepire le impressioni particolari dei sensi; ma in seguito a vari passaggi interviene un intelletto attivo, che riesce a cogliere l'essenza delle cose. Questo passaggio supremo è reso possibile dall'intuizione, capace di "astrarre" l'universale dalle realtà empiriche.
METAFISICA l'intuizione intellettuale è dunque ciò che rende possibile la scienza degli enti in quanto tali, cioè studiandoli da un punto di vista universale. Una tale scienza è detta propriamente metafisica
Riuscendo a penetrare l'essenza della realtà, essa scopre le cause, i motivi per cui un oggetto è fatto in un certo modo. Aristotele parla di quattro cause agenti, la più importante delle quali è la "causa finale", in virtù della quale esiste un'intenzionalità nella natura. Ogni oggetto è mosso da un altro, questo da un altro ancora, e così via a ritroso, ma alla fine della catena deve esistere un motore immobile, cioè Dio
ll Dio di Aristotele è il frutto di un'esigenza cosmologica, e non di un bisogno di salvezza. Dio inoltre garantisce la stabilità e l'ordine del mondo.
Aristotele fu tra i primi ad elaborare una legge che spiegasse la struttura dell’universo e il moto degli astri, nel IV secolo a.C. Contrariamente a quanto detto dai suoi predecessori, il filosofo macedone elaborò una teoria sistematica e completa, riferendosi a tutti i corpi celesti allora conosciuti (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, e le così definite "stelle fisse" ).
Concezione dell’universo La concezione aristotelica dell'Universo è la seguente: una serie di sfere concentriche, al cui centro si trova la Terra. Al limite esterno si trova una sfera di dimensioni finite contenente le cosiddette stelle fisse. L'universo risulta quindi finito e circoscritto da una specie di involucro materiale. Il Sole è considerato l'elemento che assicura il rapporto fra i moti astrali e la vita terrestre
Aristotelismo arabo Durante il Medioevo la tradizione aristotelica fu mantenuta viva dagli arabi, che grazie ai loro interessi per le scienze naturali produssero numerosi commenti e traduzioni del filosofo greco. I nomi più importanti di questo periodo furono Avicenna e Averroè
Aristotelismo tomista All'artistotelismo diede poi un contributo fondamentale Tommaso d'Aquino, che nell'ambito della scolastica cercò di conciliare Aristotele con il cristianesimo.
Di fronte all'avanzare dell'aristotelismo arabo, che sembrava voler mettere in discussione i capisaldi della fede cristiana egli mostrò che le verità della ragione non possono essere in contrasto con quelle della Rivelazione, essendo entrambe emanazione dello stesso Dio.
ARISTOTELISMO DANTESCO Dante derivò dalla concezione cosmologica medioevale quella che egli stesso espone nella sua più grande opera vale a dire la "Divina commedia". Questa visione del mondo pone la terra, creata dalla divinità, immobile al centro dell’universo.
La teoria dantesca, che meglio riconosciamo come tolemaico – aristotelica, si basa su una concezione che vede l’uomo come elemento centrale dell’universo. La sua storia si risolve nella storia dell’incontro con Dio.