UOSD Day Surgery e Chirurgia Ambulatoriale Oculistica Responsabile: Dott. Francesco Calabrò.

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Transcript della presentazione:

UOSD Day Surgery e Chirurgia Ambulatoriale Oculistica Responsabile: Dott. Francesco Calabrò

Non solo la pelle del viso, ma anche gli occhi possono essere danneggiati dall’esposizione ai raggi Uva e Uvb. In particolare, l’eccesso di UV danneggia parte del cristallino riducendone la trasparenza e provocando danni che possono aggravarsi con l’età. Anche il riverbero è un altro elemento da cui difendere i nostri occhi, specie se sono chiari. La ricerca ha stabilito una correlazione fra l’esposizione agli UV e le patologie oftalmiche a breve e a lungo termine. Per evitare il peggio, occorre essere consapevoli dei rischi a cui esponiamo i nostri occhi quando prendiamo il sole e sapere come difenderci.

L’occhio, per la sua funzione specifica e per la sua posizione anatomica, è continuamente esposto a sollecitazioni luminose. Fortunatamente, tuttavia, possiede la capacita di neutralizzare in parte gli effetti delle radiazioni solari: l’ammiccamento, il restringimento della pupilla, l’aggrottamento della sopracciglia sono infatti meccanismi di difesa molto efficaci. Inoltre, i pigmenti oculari presenti nella retina (luteina, zeaxantina, melanina) hanno l’importante funzione di filtrare la luce e il cristallino, che fa convergere le immagini sulla retina, è una lente biologica efficace nell’assorbire le radiazioni.

Spesso, tuttavia, queste misure protettive possono non essere sufficienti, soprattutto in condizioni estreme, quando il riverbero della luce è maggiore (al mare, sulla neve, nelle giornate molto soleggiate) o per chi ha occhi particolarmente sensibili (iride chiaro, portatore di lenti a contatto). I danni causati dalle radiazioni solari sull’occhio sono spesso sottovalutati e maggiori di quanto si possa pensare.

E’ un tessuto oculare trasparente posto davanti all’iride, fa da primo filtro per le radiazioni luminose ed è quindi la prima struttura ad essere danneggiata da un’eccessiva esposizione (secchezza, bruciore).

E’ una piccola lente posta dietro l’iride che ha la funzione di far convergere sulla retina le immagini provenienti dall’esterno sia da vicino che da lontano. L’assorbimento di radiazioni solari con gli anni, danneggia la sua struttura e causa la perdita di trasparenza (cataratta).

E’ l’equivalente di una pellicola fotografica che riveste la superficie interna dell’occhio. E’ costituita da un’area centrale detta macula che controlla la visione dei dettagli. I danni che le radiazioni solari possono provocare alla retina sono in larga misura irreversibili. Diverse patologie hanno dimostrato un coinvolgimento delle radiazioni solari nella induzione o nella progressione del danno retinico (edema maculare, retinopatia solare, degenerazione maculare legata all’età).

Gli effetti dannosi più significativi che possono manifestarsi sulle strutture dell’occhio non protetto esposto ai raggi UV e le regioni spettrali in cui essi si manifestano sono: 1.La cheratocongiuntivite; 2.I danni al cristallino che possono accelerare l’insorgenza della cataratta; 3.Il danno retinico di natura fotochimica negli individui afachici.

Infiammazione acuta che colpisce sia la congiuntiva che la cornea con sintomi quali lacrimazione, dolore, bruciore, fotofobia, rossore, sensazione di sabbia negli occhi, vista annebbiata o ridotta. E’ determinata dall’esposizione in luoghi con molto riverbero (spiaggia o piste da sci) o dai raggi UV artificiali delle lampade abbronzanti.

Lesione maculare conseguente all’esposizione al sole senza filtri protettivi, in genere durante eclissi di sole. Il danno determinato dall’assorbimento da parte della retina e dell’epitelio pigmentato dell’elevata energia radiante causa inizialmente una sensazione di abbagliamento che in pochi giorni evolve in una macchia cieca centrale (scotoma), generalmente esita in una riduzione permanente, di grado variabile, della visione centrale.

La cataratta è un processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino, la lente situata all’interno dell’occhio al di dietro dell’iride, che comporta una diminuzione della vista. Può interessare uno o entrambi gli occhi. Spesso si sviluppa lentamente e si verifica soprattutto con l'aumentare dell'età. I sintomi possono includere colori percepiti sbiaditi, visione offuscata, aloni intorno alle luci, problemi con luci e difficoltà a vedere di notte. E’ causata più comunemente dall'invecchiamento, ma può verificarsi anche a causa di un trauma, fenomeni infiammatori, esposizione eccessiva a radiazione infrarossa o ultravioletta.

E’ la principale causa di cecità nei paesi industrializzati nei soggetti dopo i 55 anni di età. E’ una malattia dell’occhio caratterizzata da un danneggiamento della macula con perdita della visione centrale. E’ una patologia a impatto sociale in quanto la maggiore durata della vita media ha portato ad un notevole incremento.

La perdita della visione centrale in maniera irreversibile induce una minore autosufficienza o addirittura una totale inabilità e maggior isolamento di un’ampia fascia della popolazione con ovvie conseguenze sociali. Dagli studi epidemiologici risulta che oltre il 36% di pazienti ultrasessantacinquenni manifestano questa patologia. Una delle principali cause è costituita dall’invecchiamento dei tessuti della retina determinato dalla combinazione di diversi fattori come il fumo, l’obesità, l’ipertensione, colore chiaro dell’iride e un’eccessiva esposizione alla luce solare.

Quando i raggi UV penetrano nell’occhio e interagiscono con l’ossigeno, si formano molecole particolarmente aggressive dette radicali liberi che danneggiano alcune cellule importanti della macula (coni e bastoncelli). Le cellule danneggiate si accumulano nello spessore della macula stessa formando degli annessi giallastri chiamati Drusen (MACULOPATIA SECCA). Si possono formare anche nuovi vasi sanguigni che, rompendosi, determinano edema ed emorragia (MACULOPATIA ESSUDATIVA).

1.PROTEZIONE DALLE RADIAZIONI SOLARI: occhiali scuri dotati di filtri a norma di legge (certificati CE) e cappello. Le lenti protettive devono possedere determinate caratteristiche: ridurre l’abbagliamento solare; assicurare un assorbimento del 100% delle radiazioni nocive per gli occhi; la forma della montatura, dovrebbe essere sufficientemente avvolgente; le lenti devono essere scure (marroni, ambra, grigie) non rosa o azzurre che hanno solo finalità estetiche e non proteggono dalla luce solare o lenti polarizzate.

2. ALIMENTAZIONE CORRETTA E MULTIVARIATA: Vitamine A, C ed E e sali minerali aiutano a combattere l’accumulo dei cosiddetti radicali liberi che possono danneggiare le diverse strutture oculari e soprattutto la retina. E’ quindi opportuno consumare molta frutta (arance, kiwi, albicocche), verdura (peperoni, pomodori, carote, spinaci, lattuga). Inoltre è consigliabile assumere pesce che contiene omega 3, omega 6 e acidi grassi che hanno dimostrato avere un effetto protettivo sulla macula.

3. INTEGRAZIONE NATURALE: la luteina che si trova in molti vegetali, frutta, grano, tuorlo d’uovo, oltre ad essere un potente antiossidante in grado di proteggere le strutture oculari dai danni dei radicali liberi insieme alla zeaxantina suo isomero, forma il «pigmento maculare», una sorta di filtro che assorbe i raggi della luce blu e quelli UV impedendo alle radiazioni nocive di raggiungere e danneggiare il tessuto retinico.