150 Anni Quale Italia?. Il 22 settembre 1814 l’Austria, la Gran Bretagna, la Prussia, la Francia e la Russia formarono il Congresso di Vienna, con l’intento.

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Transcript della presentazione:

150 Anni Quale Italia?

Il 22 settembre 1814 l’Austria, la Gran Bretagna, la Prussia, la Francia e la Russia formarono il Congresso di Vienna, con l’intento di sconfiggere Napoleone, ma anche ripristinare il regime e limitare il potere di ciascuna potenza. Nel 1815 la Russia e la Prussia istituirono un accordo di reciproco aiuto. Fu costituita la Quadruplice alleanza ( G. Bretagna, Russia, Prussia e Austria). Nel 1818 il Congresso di Aquisgrana concesse anche alla Francia di farvi parte. La risposta alla politica anti liberale del gruppo nacque da gruppi di borghesi che costituirono società segrete in Italia, la “carboneria” era la più famosa. Negli anni scoppiarono moti insurrezionali promossi da Morelli e Silvati così il Re Ferdinando I fu costretto a concedere la Costituzione. Nel 1830 scoppiarono molte rivolte in Francia che divenne una monarchia costituzionale. In Italia la Carboneria ottenne insuccessi. Nel 1831 Mazzini fondò la Giovine Italia un’organizzazione clandestina nazionale. Il metodo scelto da Mazzini fu quello della lotta popolare. Nel 1848 l’Europa fu nuovamente investita da un’ondata di moti insurrezionali. Dopo un ultimatum austriaco respinto da Vittorio Emanuele II, l’Austria attaccò il regno di Sardegna. Nel 1860 nell’Italia centrale si tennero delle rivoluzioni per l’annessione del Regno Sabaudo. Termina così la prima fase dell’unificazione pensata da Cavour. A questo punto entra in scena l’organizzazione di una spedizione di mille volontari guidati da Garibaldi che partì da Quarto nel Nel 26 ottobre 1860 ci fu lo storico incontro di Teano con Vittorio Emanuele II. L’unificazione nazionale non era ancora completa perché mancava il Veneto (austriaco). Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II era proclamato re d’Italia. Nel 1866 scoppiò la guerra austriaco – prussiana e grazie alle vittorie prussiane il Veneto fu annesso all’Italia.

Il Romanticismo è stato un movimento artistico, musicale, culturale e letterario. Il suo maggiore sviluppo lo troviamo nel periodo, compreso tra il 1820 e il 1860, in cui si realizzò l'unità d'Italia. Questo processo di unificazione fu accompagnato da molti fermenti che coinvolsero non solo la sfera politica e diplomatica ma anche la cultura del periodo. I contenuti culturali furono indirizzati al risveglio della identità nazionale e alla presa di coscienza dell'importanza della unificazione. L’arte che più di ogni altra si affermò nel romanticismo italiano fu soprattutto la letteratura. Gli scrittori illustri del romanticismo sono Giosuè Carducci e Giacomo Leopardi. Giosuè Carducci nato a Valdicastello (Lucca) il 27 luglio Si stabilì a Firenze dove Giosuè compì gli studi, acquisendo una buona preparazione in campo letterario e retorico. Insegnò la retorica presso San Marino dove conobbe altri poeti e cominciò la sua carriera letteraria. Nel 1899 pubblicò la sua famosa raccolta di versi. Nel 1906 vinse il premio Nobel per la letteratura. La malattia lo condusse presto alla morte che lo colse nella sua abitazione di Bologna il 16 febbraio Giacomo Leopardi è nato a Recanati il 29 giugno 1789, è stato un poeta, filosofo e scrittore. È ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché una delle principali del Romanticismo letterario. Conosceva bene il latino, e, senza l'aiuto di maestri il greco e l'ebraico e compose poi opere di grande impegno. Tra il 1815 e il 1816 si avverte in Leopardi un forte cambiamento frutto di una profonda crisi spirituale che lo porterà allo studio della poesia. Tra le opere più importanti ricordiamo: A Silvia, Alla primavera, L'infinito, Il sabato del villaggio e Pensieri. Nello stesso periodo Leopardi fu colpito da alcuni seri problemi fisici. Negli anni seguenti si trasferì a Napoli dove trascorse il resto della sua vita. All’età di 39 anni la morte lo colse all’improvviso il 14 giugno 1837.

Tutte queste differenze hanno comportato a delle conseguenze sull’Italia di oggi, tra l’altro molto evidenti. Innanzitutto ci sono due mentalità completamente diverse. Un milanese non avrà mai lo stesso modo di pensare e di approcciarsi alle cose e alle persone che ha un napoletano. Il dialetto è stato uno delle principali cause di questa differenza, che abbiamo potuto notare in televisione, nella vita quotidiana e nei luoghi pubblici. Altri divari li riscontriamo nel mondo politico, in cui i componenti della lega nord provano addirittura discriminazione nei confronti della popolazione meridionale, questo ci può far capire come i parlamentari posseggono impropriamente l’ insindacabilità cioè vengono tutelati in base a una norma che impedisce loro di non essere puniti per reati di manifestazione del proprio pensiero. Nel 1861 l’Italia si era ormai formata, nonostante l’unità politica e la quasi completa unità territoriale l’Italia non poteva dirsi davvero unita a causa delle differenze di lingua, tradizione, costumi e abitudini. In particolare nel campo economico c’erano drastiche differenze tra Nord e Sud: al Nord stavano nascendo aziende agricole moderne per opera di abili imprenditori che investivano nell’agricoltura i loro capitali; al Sud invece dominava il latifondo, concentrato nelle mani di pochi e ricchi proprietari che non investivano nelle loro terre. Così nel latifondo i metodi di lavorazione erano antiquati e la gran massa di contadini viveva in condizioni di incredibile miseria.

Il Canto degli Italiani: un po’ di storia Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a “God Save the Queen” e alla “Marsigliese”. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana. Goffredo Mameli (Genova, 5 settembre Roma, 6 luglio1849) Goffredo Mameli (Genova, 5 settembre Roma, 6 luglio1849) Michele Novaro (Genova, 23 ottobre Genova, 21 ottobre 1885) Michele Novaro (Genova, 23 ottobre Genova, 21 ottobre 1885)

Fratelli d’Italia l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la vittoria? le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò. Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò!

C’è chi da, e chi riceve C’è chi è ricco, e chi è povero C’è chi nasce, e chi muore C’è chi gioisce, e chi soffre C’è quello del sud, e quello del nord C’è quello che fatica, e quello che riposa C’è quello di destra, e quello di sinistra C’è quello razzista, e quello pacifista Ma noi, quando diventeremo ITALAINI?

Lavoro svolto dagli alunni : Daniliuc Nichita, Luongo Simone, Capuano Ciro, Mandarini Andrea, Cammarota Ilaria e Rainone Maurizio