Agrigento nel primo decennio del Novecento
Girgenti, così si chiamava Agrigento, sino al 1927 Un secolo fa contava circa trenta mila abitanti. La città era ancora circondata dalle antiche mura chiaramontane, per cui coincideva con l’attuale centro storico.
Le torri e le mura chiaramontane
Fuori porta di ponte c’era il piano dove si estendeva la Villa Garibaldi
La Chiesa di San Calogero
Il passeggio Cavour con la caserma crispi
Sulla rupe dominava il Carcere di San Vito
E sulla collina la Cattedrale
La spiaggia di San leone era ancora poco frequentata
La vita e il commercio fervevano a Porto Empedocle, l’antico molo di Girgenti
Dove però l’imbarco dello zolfo veniva fatto ancora sulle spigonare
Solo da meno di un secolo sono sorti i palazzi dei nobili lungo la via Atenea, che era ed è la strada più curata
In queste povere case viveva la maggior parte degli agrigentini
Tanti altri vivevano nei catoi
La popolazione era costituita in gran parte da braccianti e lavoranti nelle miniere, nelle cave, nelle attività artigianali. Un discreto numero di borghesi lavorava negli uffici pubblici, svolgeva la libera professione. Non mancavano preti e suore in buon numero. La Chiesa agrigentina era ricca
Molto diffuso era il lavoro minorile
Anche tra i lavoratori delle miniere vicino ad Agrigento vi erano tantissimi carusi e molti di loro non potranno andare in servizio militare perché in pessime condizioni fisiche
La popolazione scolastica era scarsa La popolazione scolastica era scarsa. I più fortunati andavano in seminario. Ad Agrigento un convegno sull’analfabetismo richiamò l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale sulle condizioni di ignoranza e di miseria morale degli agrigentini.
La vita culturale e gli svaghi dei borghesi erano: gli spettacoli al teatro Regina Magherita…
Le serate al Circolo Empedocle e al circolo dei Nobili
Contadini ed operai riempivano le bettole
Si soffriva la sete in città e nelle campagne.
Il cimitero di Agrigento si riempiva di morti per le più diverse epidemie
Se non si moriva per le malattie, si poteva morire per le varie forme di delinquenza. Il banditismo imperava nelle campagne
Nei primi anni del Novecento la provincia agrigentina è tra quelle con il maggior numero di emigrati in Italia
Per la chiusura di molte miniere nel solo anno 1907 si trovarono senza lavoro in provincia di Girgenti 5154 operai
La condizione femminile era tra le peggiori , come denunciò l’unione femminile agrigentina nata nel 1911
Alla guida della città dal 1901 al 1904 ritroviamo il liberale Fiandaca, che nel novembre del 1904 si dimette e dopo si apre una stagione politica difficilissima per i suoi successori.
Il 12 agosto del 1906 ci furono le elezioni amministrative e vinse il partito cattolico capitanato da don Michele Sclafani