“Cara beltà che amore lunge m’ispiri” (Alla sua donna) Una lettura insolita di Giacomo Leopardi “Misterio eterno dell’esser nostro” (Sopra il ritratto.

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Transcript della presentazione:

“Cara beltà che amore lunge m’ispiri” (Alla sua donna) Una lettura insolita di Giacomo Leopardi “Misterio eterno dell’esser nostro” (Sopra il ritratto di una bella donna) Vita e Destino quasi-Soireé filosofiche, letterarie e artistiche! a cura di Riccardo Guidetti

Sproporzione fra l’animo e le cose Il non poter essere soddisfatto da alcuna cosa, né per dir così, dalla terra intera, … trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell’animo proprio. Pensieri LXVIII, tra Il viandante sul mare di nebbia 1818, Caspar David Friedrich

… si confonde quasi col nulla e perde quasi se stesso nel pensiero della immensità delle cose e si trova come smarrito nella vastità incomparabile della esistenza. Zibaldone 12 agosto 1823 Monaco in riva al mare, 1810, Caspar David Friedrich Sproporzione fra l’esistenza e se stessi

Sproporzione fra l’universo e l’io Il mattino, 1822, Caspar David Friedrich

… l’immensa capacità della mente, … può abbracciare e contenere col pensiero questa immensità medesima dell’esistenza e delle cose.. Zibaldone 12 agosto 1823 Sproporzione fra due immensità Paesaggio di pianura con arcobaleno, 1810, Caspar David Friedrich

Quel dolce sguardo, Che tremar fe’, se, come or sembra, immoto In altrui s’affisò; quel labbro, ond’alto Par, come d’urna piena, Traboccare il piacer; quel collo, cinto Già di desio; Sopra il ritratto di una bella donna Canti, XXXI, tra il 1828 e 1831 Ragazza con l’orecchino di perla, Jan Vermeer Sproporzione fra la vita e il destino

Così riduce il fato Qual sembianza fra noi parve più viva Immagine del ciel. Misterio eterno Dell’esser nostro. Oggi … Beltà grandeggia … Diman … Sozzo a vedere … Divien quel che fu dianzi Quasi angelico aspetto La vita e la morte, , Paul Gauguin Sopra il ritratto di una bella donna Canti, XXXI, tra il 1828 e 1831 Sproporzione fra l’oggi e il domani

Desiderii infiniti E visioni altere Crea nel vago pensiere, Per natural virtù, dotto concento; Onde per mar delizioso, arcano Erra lo spirto umano, Quasi come a diporto Ardito notator per l’Oceano Sul veliero, , Caspar David Friedrich Sproporzione fra il desiderio e la realtà Sopra il ritratto di una bella donna Canti, XXXI, tra il 1828 e 1831

Sogno il brillare di una esaltazione Dolcissimo, possente Dominator di mia profonda mente; Terribile, ma caro Dono del ciel; consorte Ai lùgubri miei giorni, Pensier che innanzi a me sì spesso torni. Il bacio, , Gustav Klimt Il pensiero dominante Canti, XXVI, tra il 1828 e 1831

Sogno un’esaltazione dolce Ahi finalmente un sogno In molta parte onde s’abbella il vero Sei tu, dolce pensiero; Sogno e palese error. La colazione dei canottieri, 1881, Pierre Auguste Renoir Il pensiero dominante Canti, XXVI, tra il 1828 e 1831

Sogno un’esaltazione desiderata Bella qual sogno, Angelica sembianza, Nella terrena stanza, Nell’alte vie dell’universo intero, Che chiedo io mai, che spero Altro che gli occhi tuoi veder più vago? Altro più dolce aver che il tuo pensiero? Danza al Buvigal, 1883 Pierre Auguste Renoir Il pensiero dominante Canti, XXVI, tra il 1828 e 1831

Dolore un’esaltazione che non dura Amore, amore, assai lungi volasti Dal petto mio, che fu sì caldo un giorno, Anzi rovente. Con sua fredda mano Lo strinse la sciaura, e in ghiaccio è volto Nel fior degli anni. Ashes, 1894, Edvard Munch La vita solitaria Canti, XVI, 1821

Dolore una nostalgia amara Mi sovvien del tempo Che mi scendesti in seno. … Al garzoncello il core Di vergine speranza e di desio Balza nel petto; Danza in città, 1883, Pierre Auguste Renoir La vita solitaria Canti, XVI, 1821

e già s’accinge all’opra Di questa vita come a danza o gioco Il misero mortal. La danza della vita, Edvard Munch Dolore il sogno è un’illusione La vita solitaria Canti, XVI, 1821

… ed a questi occhi Non altro convenia che il pianger sempre Gli occhi negli occhi, 1894, Edvard Munch Dolore il sogno delude La vita solitaria Canti, XVI, 1821

Segno una beltà che rimanda oltre Raggio divino al mio pensiero apparve, Donna, la tua beltà. Nascita di Venere (particolare), , Sandro Botticelli Aspasia Canti, XXIX, tra il 1828 e 1831

Segno un’amorosa idea Vagheggia … l’amorosa idea, Tutta al volto ai costumi alla favella Pari alla donna che il rapito amante Vagheggiare ed amar confuso estima. Donna tahitiana con mazzo di fiori, 1899, Paul Gauguin Aspasia Canti, XXIX, tra il 1828 e 1831

Segno l’invito a qualcosa d’altro Or questa egli non già, ma quella, ancora Nei corporali amplessi, inchina ed ama. Due donne tahitiane, 1899, Paul Gauguin Aspasia Canti, XXIX, tra il 1828 e 1831

Segno gli scambiati oggetti Alfin l’errore e gli scambiati oggetti Conoscendo, s’adira; e spesso incolpa La donna a torto. … E ciò che inspira ai generosi amanti La sua stessa beltà, donna non pensa Danza in campagna,1883, Pierre Auguste Renoir Aspasia Canti, XXIX, tra il 1828 e 1831

Cara beltà una soddisfazione possibile Cara beltà che amore Lunge m’inspiri; … Forse tu l’innocente Secol beasti che dall’oro ha nome, Arearea (giocosità), 1892 Paul Gauguin Alla sua donna Canti, XVIII, 1823

Cara beltà un incontro atteso Già sul novello Aprir di mia giornata incerta e bruna, Te viatrice in questo arido suolo Io mi pensai. Donna con parasole, 1886, Claude Monet Alla sua donna Canti, XVIII, 1823

Cara beltà una nostalgia che fa palpitare Ed io seggo e mi lagno Del giovanile error che m’abbandona; E per li poggi, ov’io rimembro e piagno I perduti desiri, e la perduta Speme de’ giorni miei; di te pensando, A palpitar mi sveglio. Ragazzo dal panciotto rosso, 1890, Paul Cézanne Alla sua donna Canti, XVIII, 1823

Cara beltà una presenza reale da invocare Se dell’eterne idee L’una sei tu, cui di sensibil forma Sdegni l’eterno senno esser vestita, … Di qua dove son gli anni infausti e brevi, Questo d’ignoto amante inno ricevi La caduta di Icaro,1943, Henry Matisse Alla sua donna Canti, XVIII, 1823

Una lettura insolita di Giacomo Leopardi Perciò dal senso realistico della sproporzione tra il piccolo uomo e il mondo intero e l’universo, sproporzione che indica nel piccolo uomo una capacità infinita, cosicché - secondo - tutte le cose fanno sognare l’uomo, e questo sognare diventa come il gusto del vivere, val la pena vivere per questo: però è un sogno. Ma allora tutto è triste e tutto è disperato eppure – quarto - la realtà quanto più è bella tanto più rimanda l’uomo a qualche cosa d’altro, quanto più una cosa è bella, o una donna o una musica, ti richiama a qualcosa d’altro. Allora vuol dire che la realtà è segno di un’altra presenza. Si, Leopardi giunge fino a questo vertice e grida la sua preghiera a questa presenza per lui enigmatica, ignota, che non conosce.