PISA, CITTA’ MARINARA Creato da: Annaro Nicole Brambilla Federica Gandini Alessia Marchegiani Caterina
STORIA DI PISA Pisa, posta alle foci del fiume Arno, che era allora navigabile fin sotto le porte della città, aveva fatto parte del Regno italico, e, più tardi, del Marchesato di Toscana; ma verso la fine del X secolo, quando dovette difendersi da sola per le continue scorrerie dei Musulmani, divenne completamente autonoma. A capo dello Stato erano i Consoli, magistrati eletti dal popolo, con attribuzioni ancora poco chiare. A differenza di Amalfi, Pisa dovette combattere a lungo con i Musulmani che, dalle vicine isole della Sardegna e della Corsica, operavano frequenti scorrerie sulle coste del Tirreno e in questa lotta ebbe alleata Genova, anch'essa minnacciata nella sua sicurezza.
Nel corso dell'XI secolo con una serie di imprese militari che precedettero le Crociate, le 2 città alleate costrinsero i Musulmani ad abbandonare le isole. La guerra proseguì fin sulle coste dell'Africa e della Sicilia e nei primi anni del XII secolo occuparono anche le Baleari. Pisa seppe notevolmente avvantaggiarsi dalle Crociate, insediandosi nel Levante e nel Tirreno con importanti aziende commerciali.
SECONDA REPUBBLICA MARINARA Pisa oggi non è più sul mare,ma per lungo tempo è stata un’importante città portuale e centro di traffici. Fu capitale di un impero marittimo e fiera concorrente nel Mediterraneo delle altre repubbliche marinare italiane: Amalfi, Genova e Venezia. Oggi è una città a cui si riconosce una grandissima importanza storica e culturale: sia per i suoi meravigliosi monumenti, sia per la sua importante Università.
PISA E IL SUO MASSIMO SPLENDORE Pisa raggiunse l'apice del proprio splendore tra XII e XIII secolo, quando le sue navi controllavano il Mediterraneo occidentale e poté esprimere nel campo dell'arte, il romanico pisano, miscellanea di elementi occidentali, orientali, islamici e classici.romanico pisano
Lo splendore della citta’ di Pisa e’ testimoniata dalla costruzione degli straordinari edifici del Campo dei Miracoli. Alla Cattedrale si iniziò a lavorare nel 1064 ed essa fu consacrata nel Il Battistero fu iniziato nel A lavorare al campanile o Torre pendente si cominciò nel 1173.
LE COLONIE PISANE I contemporanei celebrarono in Pisa l’«altra Roma». Gli insediamenti di mercanti pisani erano garantiti da trattati stipulati con le autorità locali che prevedevano l’istituzione di un fondaco. Questo era un quartiere delimitato da un muro di recinzione il cui centro era una piazza sulla quale si affacciavano le abitazioni dei mercanti, degli artigiani, dei marinai nonché botteghe e magazzini. Nel fondaco era sempre presente anche una chiesa, un forno, un cimitero e una loggia per le assemblee. Nei fondaci risiedevano in genere solo i Pisani.
BENEDIZIONE DELLE NAVI Si narra che durante la tradizionale benedizione delle navi, la croce d'argento del Bastone dell' Arcivescovo di Pisa, si staccò. I Pisani non si preoccuparono di questa premonizione negativa:dopotutto era il giorno del loro patrono, San Sisto, anniversario di tante gloriose vittorie, e quella era un'ottima occasione per eliminare definitivamente i Genovesi, avendo 9 navi in più decisero di uscire dal porto.
BATTAGLIA DELLA MELORIA La battaglia della Meloria fu una storica battaglia navale che vide coinvolta la flotta della Repubblica di Genova e quella della Repubblica marinara di Pisa. La battaglia indebolì fortemente la flotta navale pisana dando inizio al lento declino di Pisa come potenza marinara in Italia durante il Medioevo.
SVOLGIMENTO DELLA BATTAGLIA Le sorti della battaglia furono decise dopo ore dai 30 legni dello Zaccaria, che piombarono sul fianco pisano, colto completamente impreparato dalla manovra, ed ignaro della stessa esistenza di quelle galee:fu uno sfacelo di legno, corpi e sangue. Dell'intera flotta pisana, solo 20 galee, quelle comandate dal Conte Ugolino, si salvarono.
SCONFITTA DI PISA La battaglia della Meloria finì con la sconfitta di Pisa. In tale occasione, proprio in riferimento all'ingente numero di prigionieri pisani a Genova, nacque il detto: “SE VUOI VEDER PISA VAI A GENOVA”. Perduta l’autonomia politica la città vivacchiò all’ombra della capitale Firenze. Restò però centro di cultura e vita civile.
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