Anatomia dell’interiorità Francesco Petrarca Anatomia dell’interiorità Figlio di Pietro detto Petracco, originario di Incisa Valdarno e notaio a Firenze, da cui era stato esiliato perché appartenente alla fazione dei guelfi bianchi. Petrarca è la nobilitazione di Petracchi 1304 Il 20 luglio ad Arezzo nasce Francesco Petrarca 1311 La famiglia si trasferisce a Pisa È la nuova sede papale. Mentre il padre esercita la professione notarile in città, la famiglia vive a Carpentras, ai piedi del Mont Venteux. Qui Francesco studia retorica e grammatica con un precettore di Prato 1312 Nuovo trasferimento: ad Avignone 1316 Petrarca inizia gli studi di diritto a Montpellier Bologna 1318 Alla morte della madre, scrive la prima poesia Si tratta di un’elegia in latino 1320 Prosegue gli studi di diritto a Bologna Ma preferisce la lettura dei classici 1326 Alla morte del padre, deve tornare ad Avignone Sono anni spensierati, in cui Petrarca perfeziona il proprio latino e incrocia, nelle sue prime poesie in volgare, la lingua di Firenze con la tradizione lirica provenzale Arezzo Montpellier 1327 Il 6 aprile incontra Laura È chiaramente una data simbolica: venerdì santo. Sappiamo solo che Laura, come vuole la tradizione, è una donna sposata. C’è chi ne ha messo in discussione l’esistenza Pisa Avignone 1330 Consumato il patrimonio paterno, si fa chierico È costretto al celibato, ma non all’esercizio degli ordini sacri. Diventa cappellano di famiglia di Giovanni Colonna (fino al ’37 e saltuariamente fino al ’47) 1333 Compie un viaggio nell’Italia del Nord Da un frate riceve una copia delle Confessiones di Agostino
La gloria poetica Francesco Petrarca 1337 Nasce il suo primo figlio, Giovanni, ed egli acquista una casa a Valchiusa 1341 Dopo essere stato valutato dal re Roberto d’Angiò, riceve l’incoronazione poetica in Campidoglio 1343 È a Napoli, poi a Parma, quindi a Verona, dove scopre alcune lettere dimenticate di Cicerone 1347 Saluta con gioia l’elezione a tribuno di Cola di Rienzo, ma presto le simpatie s’incrinano La laurea di Petrarca in un’illustrazione ottocentesca 1348 Scoppia la grande ondata della peste nera, che uccide Laura (6 aprile) Arnold Böcklin, Petrarca alla fonte di Val-chiusa, metà xix sec. 1350 Recandosi a Roma per il giubileo, passa per Firenze e incontra Boccaccio 1351 Rifiuta la cattedra allo Studio fiorentino offertagli dal papa 1353 Si stabilisce a Milano, dove risiede fino alla peste del 1361 1362 È a Venezia (fino al ’68), dove ospita Boccaccio 1368 Si trasferisce prima a Padova, poi ad Arquà, sui Colli Euganei 1374 Muore tra il 18 e il 19 luglio
L’opera Francesco Petrarca In latino In volgare In versi In prosa • Africa • Bucolicum carmen • Epistolae metricae • Psalmi penitentiales • Canzoniere • Trionfi • Frammenti e rime extravaganti Poema epico in esametri in nove libri (dei 12 programmati), scritto tra il 1338 e il 1341 con dedica a Roberto d’Angiò. Vi si narra la guerra punica, per esaltare Roma e Scipione Trattati eruditi Trattati morali Scritti polemici Raccolta di 12 ecloghe ricalcate sul modello delle Bucoliche virgiliane, scritte nel 1346-48. Spunti autobiografici vengono trasfigurati in situazioni pastorali di difficile interpretazione • De viris illustribus • Rerum memo-randarum libri • Itinerarium syriacum • De vita solitaria • De otio religioso • De remediis utriusque fortune • Secretum • Invectivae • De suis ipsius et multarum ignorantia Varie opere degli anni ’50 in cui Petrarca si scaglia contro taluni aspetti della vita contemporanea 35 biografie di personaggi illustri della storia antica, del mito e della Bibbia, scritte intorno al 1338-39. Trattato in due libri scritto in gran parte nel 1346, intorno al tema della solitudine beata Tre libri di lettere in versi raccolte a partire dal 1350 ma mai ordinate secondo un assetto definitivo. Sviluppano riflessioni esistenziali che saranno anche nelle rime volgari Scritto nel 1347, sviluppa la riflessione del De vita solitaria in una direzione più strettamente religiosa Raccolta incompiuta (in 4 libri) di exempla ricavati dall’antichità e da epoche vicine. È l’opera che più mostra la persistenza di schemi medioevali Trattato del ’67 pubblicato nel ’71 in risposta a quattro filosofi averroisti che avevano accusato Petrarca di non conoscere le scienze aristoteliche Preghiere in versi prosastici scritte intorno al 1348, stilisticamente legate al latino della Vulgata Raccolta di dialoghi in due libri, il primo dei quali dedicato ai pericoli della buona sorte, il secondo ai mali della cattiva sorte Una sorta di guida archeologico-geografica per il pellegri- naggio in Terra santa, scritta probabilmente nel 1358 Dialogo in tre libri fra Petrarca e Sant’Agostino alla presenza di una donna muta, la Verità. Fu scritto o nel 1342-43 o nel 1347 Epistole Familiares Seniles Variae Sine nomine
Latino vs volgare Francesco Petrarca Trattati eruditi Versi latini La lingua ufficiale, nobile, cui Petrarca affida la propria gloria. Egli intende purificare il latino riportandolo alla sua origine classica e spogliandolo dagli artifici dell’ars dictandi medioevale La lingua degli affetti, cui Petrarca dedica i momenti di ozio letterario. Le Rime che egli inizia a scrivere da giovane sono per lui nugae, inezie. Egli vuole orientare il volgare verso l’analisi interiore Trattati eruditi Classicismo petrarchesco • Letteratura come repertorio di exempla virtutis • De viris illustribus • Rerum memorandarum libri • Itinerarium syriacum • Letteratura come eterno riscrivere • Gusto erudito e archeologico Versi latini • Principio dell’imitatio in una prospettiva pre-umanistica • Trasfigurazione dell’attualità in immagini del repertorio classico • Africa • Bucolicum carmen • Epistolae metricae • Psalmi penitentiales • Divaricazione tra poesia celebrativo-encomiastica e lirico-esistenziale Umanesimo cristiano Trattati morali • Continuità tra pensiero antico e cristianesimo • Rifiuto della scolastica e dell’aristotelismo • Fede come esperienza individuale • De vita solitaria • De otio religioso • De remediis utriusque fortunae Individualismo petrarchesco • Scrittura come analisi di sé e scavo nella propria coscienza Scritti “privati” • Stilizzazione (falsificazione?) del dato biografico in funzione letteraria • Uso moderno della soggettività per affrontare temi universali • Epistole • Secretum • Conflitto fra la dimensione pubblica e quella privata
Dante e Petrarca a confronto Francesco Petrarca Dante e Petrarca a confronto Atteggiamento analitico: continua riscrittura di un numero ridotto di temi con meticolosa cura formale Sguardo filologico: si afferma con Petrarca il senso della storia, per quanto in una prospettiva teleologica Monolinguismo, stilizzazione: Petrarca tende a una lingua limpida, levigata, sempre sostenuta ed esatta Lirismo, introversione: il miglior Petrarca è quello che si auto-analizza e concepisce la poesia come effusione lirica Petrarca Atteggiamento sperimentale: ogni opera è un’esperienza nuova, destinata a essere superata Sguardo sincronico: Dante offre una sintesi del sapere medioevale, ma manca di una moderna coscienza storica Dante Impegno civile: l’opera dantesca è tutta tesa ad affrontare il problema del rapporto con la realtà, umana e divina Plurilinguismo, realismo mimetico: la lingua dantesca si adegua alla materia, attraversando vari registri espressivi G. Vasari, Sei poeti toscani, particolare, 1544
Il Secretum Francesco Petrarca Libro I Libro II Libro III Il titolo esatto è De secreto conflictu curarum mearum (“Sull’intimo conflitto delle mie preoccupazioni”). Secondo alcuni l’opera risale al 1342-43, secondo altri al 1347, in connessione con il De vita solitaria. L’autore vi ritornò nel 1353, ma non la divulgò mai in vita 1. Allo scrittore appare la Verità, figura femminile muta, che assiste al suo dialogo con Sant’Agostino 2. Il santo sottolinea al poeta la vanità delle cose terrene di fronte alla morte, unica realtà eterna Libro I 3. A questa verità indiscutibile Petrarca contrappone una sua ansia ignota, che lo trattiene da una vita di pura ascesi 4. La prima giornata si chiude con l’aspirazione al silenzio e alla quiete, solo sollievo al turbine dei sentimenti 1. Agostino prende in esame i vizi di Petrarca: superbia, avarizia, ambizione, lussuria 2. Petrarca avverte che il desiderio e la speranza sempre rinascenti gli impediscono di emendarsi del tutto Libro II 3. La consapevolezza impotente della propria negligenza è il suo peggior peccato: l’accidia 4. L’accidia determina uno scollamento tra lo scrittore e la realtà 1. Agostino punta il dito contro l’amore e il desiderio di gloria del poeta 2. Petrarca difende la purezza dell’amore per Laura, veicolo di grazia divina 3. Per Agostino è invece deviazione verso l’effimero dell’amore spirituale Libro III 4. La conclusione lascia irrisolto il problema: l’allievo concor- da con il santo ma dichiara l’impossibilità del ravvedimento
Trionfo dell’Eternità Francesco Petrarca I Trionfi Il titolo originale è in latino, Triumphi, come lo sono quelli di ciascuno dei sei capitoli che compongono l’opera 1350-60 Petrarca elabora il progetto, risalente forse al ’38, di un poema enciclopedico sul modello dantesco 1374 La data dell’ultimo manoscritto risale all’anno della morte dell’autore Genere Struttura Temi Stile • poema allegorico in terzine sul modello della Commedia dantesca e dell’Amorosa visione di Boccaccio • impianto narrativo che procede per quadri autonomi • 6 trionfi (simbologia del n. 6), che esaltano un valore: Trionfo di Amore Trionfo di Pudicizia Trionfo della Morte Trionfo della Fama Trionfo dell’Eternità Trionfo del Tempo • la precarietà dei beni terreni e l’origine divina dell’unica vera gioia possibile A Valchiusa, nel sonno, a Petrarca appare Amore in trionfo, che egli segue scoprendo, dopo l’apparizione di Laura, di essergli schiavo. Grazie alla Pudicizia della donna, però, sull’amore del poeta trionfa la castità. Quindi arriva la Morte, cui Laura si affida serenamente, ma grazia alla Fama sopravvive la memoria di lei. Anch’essa è però sopraffatta dal Tempo, a sua volta sconfitto dall’Eternità, possibile solo in Dio. • struttura statica, cristallizzata in elenchi e apparizioni • rigido disegno unitario basato sull’alternanza
Il Canzoniere: la genesi Francesco Petrarca Il Canzoniere: la genesi 1320 ca. Petrarca scrive forse le prime rime amorose, ma di questi versi non resta traccia Preistoria del Canzoniere 6 aprile 1327 Leggendario incontro con Laura: da qui Petrarca fa iniziare la sua produzione poetica Anni ’30 Petrarca scrive e divulga alcune rime sparse, senza un disegno di libro unitario 1336-74 Lenta e complessa elaborazione, in almeno nove fasi 1335 1375 1345 1355 1365 1336 raccolta di poche rime irrelate 1342 primo abboz- zo di disegno unitario 1347-50 150 testi in due sezioni 1356-58 si sviluppa la “storia” del poeta 1359-62 2 parti: 174 testi e 41 1373-74 IX forma (definitiva): 366 testi Codice Vaticano latino 3196: minuta detta “degli abbozzi” Vaticano latino 3195: copia definitiva scritta in parte dal copista Giovanni Malpaghini Eleanor Fortescue-Brickdale, Laura ad Avignone, inizi xx sec.
Il Canzoniere: la forma Francesco Petrarca Il titolo originale è Rerum vulgarium fragmenta, “frammenti di cose in volgare”, a significare l’intenzione di raccogliere in forma unitaria i frammenti di una vita, evidentemente non comprensibili appieno se separati l’uno dall’altro Il Canzoniere: la forma • Si tratta del primo libro di rime organico e strutturato in forma “narrativa” bipartita I parte II parte Rime in vita di Laura (2-266): dopo un sonetto proemiale, inizia la storia dell’amore del poeta per Laura, scandita da episodi simbolici e anniversari Rime in morte di Laura (267-366): attraverso il dolore per la morte dell’amata, il poeta scopre la vanità dei beni terreni e si consegna a Dio Mutatio animi 366 testi: un anno bisestile o un anno di 365 giorni + 1 sonetto proemiale Innamoramento Amore Disincanto Vergogna Pentimento canzone finale alla Vergine «giovenile errore» mutatio animi: scoperta della vanità
La “storia” Francesco Petrarca rinvio alla prima forma disorganica della raccolta Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond'io nudriva 'l core in sul mio primo giovenile errore quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono, del vario stile in ch'io piango et ragiono fra le vane speranze e 'l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me mesdesmo meco mi vergogno; et del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto, e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno. (Canzoniere, 1) l’amore è traviamento, ma anche peregrinazione, ricerca che porta a una nuova acquisizione di consapevolezza Varietà di tono, ma anche di metro: 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate, 4 madrigali Questa è la “scoperta” petrarchesca: la vanità dei beni terreni Petrarca chiede perdono per la varietà stilistica della propria poesia: già qui si misura tutta la distanza rispetto a Dante Il poeta chiede l’immedesimazione del lettore («pietà»), ma anche il giusto distacco critico («perdono») La seconda parte della raccolta sarà contraddistinta da questo sentimento: la poesia sarà un dialogo del poeta con se stesso Dopo la vergogna, il pentimento: Petrarca non rinnegherà l’amore per Laura, ma il desiderio di un suo soddisfacimento terreno
Dal concreto all’astratto: Laura incarna la caducità dei beni terreni Francesco Petrarca I temi Beni terreni Laura Realtà eterne Amore Politica Scrittura Tempo Morte Dio A differenza che nella Vita nuova di Dante, l’amore terreno è visto in chiave negativa, come bene effimero e peccaminoso Quasi al centro del Canzoniere si trova la canzone Italia mia (128), che testimonia la stretta relazione tra tema amoroso e passione civile Il nome di Laura introduce un gioco di parole con “lauro”, la gloria. La scrittura è antidoto contro il tempo e custode di memoria La struttura “narrativa” del Canzoniere evidenzia la dimensione temporale, contraddistinta dal cambiamento Ogni bene terreno si rivela effimero di fronte alla morte, in cui l’uomo può trovare la pace (ultima parola del Canzoniere) solo attraverso Dio In contrasto con lo Stil novo, Petrarca non crede nella donna-angelo; l’amore non permette il raggiungimento di Dio Laura lauro l’aura L’intera esperienza esistenziale del Canzoniere è presentata in soggettiva da un io lirico ben determinato e “reale” Dal concreto all’astratto: Laura incarna la caducità dei beni terreni
Lo stile e la lingua Francesco Petrarca Uniformità della lingua • L’unitarietà strutturale del Canzoniere si riflette anche sullo stile e sulla lingua Uniformità della lingua del lessico della sintassi dei toni • de-localizzazione • lessico selezionato e ristretto • sequenze lineari di tipo perlopiù paratattico • tono sublime, uniforme • riduzione di forestierismi e latinismi • paziente lavoro di riscrit- tura per creare stabilità • espansione del lessico attraverso la polisemia • parallelismi (anafore e altre figure di posizione) • scelta di una lingua il più possibile “accessibile” • un solo registro espressivo • predilezione per termini vaghi, astratti, rarefatti • frequenza dell’identità fra sintassi e metro • armonia e musicalità Offrendo una lingua stabile e de-localizzata, il Canzoniere si presta meglio dell’opera dantesca a costituire un canone, la cui imitazione risulti più “facile” e riproducibile