Gli esponenti del platonismo rinascimentale : Cusano, Ficino e Pico della Mirandola a.s Lavoro realizzato da Violetta Bucceri 4D
Niccolò Cusano Originario della città di Cusa Compone la DOTTA IGNORANZA, dove afferma che la conoscenza è possibile soltanto quando c’è proporzione tra ciò che si conosce e ciò che si vuole conoscere. In caso contrario bisogna proclamare la propria ignoranza, che è dotta in quanto comprende i propri limiti
Cusano ha una visione mistica di Dio che lo porta a concepirlo come unità e conciliazione di tutte le cose opposte Tratta anche la cosmologia dove dice che: tutte le parti del mondo hanno lo stesso valore e non vi è in nessuna di esse la perfezione, tipica soltanto di Dio il mondo ha il centro ovunque e la circonferenza da nessuna parte la terra è una «stella nobile» che gode di luce e calore proprio
Per lui i movimenti hanno lo scopo di salvaguardare e garantire l’ordine e l’unità del tutto Riprende il Principio d’inerzia nello scritto intitolato «Il gioco della palla», sostenendo che ogni corpo, come la palla lanciata dal giocatore, persevera nel suo movimento fino a quando non interviene una forza esterna a modificarlo
Traduce in latino i dialoghi di Platone Fonda l’ Accademia platonica fiorentina, dove i suoi seguaci ritenevano che la dottrina platonica derivasse da quella di Mosè, con lo scopo di rinnovare l’uomo e il mondo; per questo motivo vedevano il ritorno al platonismo come il ritorno alla più antica forma di sapienza Marsilio Ficino
Secondo Ficino, la realtà è divisa in cinque gradi: 1. il corpo 2. la qualità 3. l’anima 4. l’angelo 5. Dio L’ anima è l’essenza media, ovvero il nodo vivente della creazione, indistruttibile e infinita. La sua funzione mediatrice si esplica attraverso l’ amore
Le dottrine principali di Ficino sono quelle dell’anima mediatrice e dell’amore Il centro di speculazione neoplatonica è Dio, invece quello di Ficino (come Cusano) è l’uomo
Aspira a realizzare una sintesi universale del sapere Elabora 900 tesi, ovvero i capisaldi del sapere universale, che decide di esporre a Roma durante un incontro con altri dotti. Alcune di queste tesi vengono ritenute eretiche, per questo motivo l’incontro verrà annullato Pico Della Mirandola
Nel DE HOMINIS DIGNITATE ( sulla superiorità dell’uomo) dice che per l’uomo, essendo ultimo nella creazione, non era rimasto disponibile alcun bene, così Dio decise che a lui fosse comune tutto. Pertanto l’uomo non ha né un posto, né una forma determinata, di conseguenza può degenerare nelle cose inferiori e rigenerarsi in quelle divine Esalta la magia naturale poiché non infrange l’ordine del mondo
Dell’ astrologia ammette quella matematica in quanto determina le leggi matematiche dell’universo; nega invece quella divinatrice poiché pretende di derivare dagli astri le vicende della vita umana. Esalta così il valore e la libertà dell’uomo, considerato come essere superiore ai corpi celesti