Orari e work-life balance Lavoro e risorse umane Orari e work-life balance
trasformazioni lavoro Profezia Keynes sulle possibilità economiche per i suoi pronipoti, cioè noi, lavorare 15 ore la settimana. Da intendere come ore che generano immensa più produttività e quindi più tempo a disposizione per migliorare i corsi di vita di tutti. Ma i livelli di disuguaglianza sociale non previsti da Keynes, ovvero i rapporti di potere che concentrano la ricchezza in poche mani, impediscono la soluzione del problema economico come prevedeva Keynes, limitando innovazione e produttività, e complicano anche i percorsi di vita delle persone. negrelli trasformazioni lavoro 2
trasformazioni qualità del lavoro A tendenze di carattere generale per la qualità del lavoro corrispondono però andamenti divergenti, a volte, ma non sempre, coerenti con l’appartenenza dei paesi a quelli che in sociologia economica sono stati studiati come “modelli di capitalismo”: In alcuni paesi, queste trasformazioni tendono ad innalzare la qualità e la produttività del lavoro, con evidenti effetti sugli orari di lavoro e soprattutto sulla loro gestione: ad esempio in Olanda (1381; 60%), Belgio (1574; 32%), Danimarca (1546; 25%), Germania (1397; 38%), Irlanda (1529; 37%) si registrano gli orari più bassi e più donne in part time (media OCSE rispettivamente: 1765; 26%); in Grecia (2034; 15%), Polonia (1929: 12%) e in Ungheria (1888: 6%) si hanno gli orari di lavoro più alti e la percentuale minore di donne in part time. negrelli trasformazioni qualità del lavoro
La costruzione sociale del tempo di lavoro (OECD) paesi Orario medio annuo effettivo di lavoro 2012 Tasso occupazione Tasso occupazione femminile Tasso disoccupaz. Part time (% occupate) OCSE 1866 1765 65,1 57,2 8,0 26,0 OLANDA 1456 1381 75,1 70,4 5,3 60,5 GERMANIA 1529 1397 72,8 68,0 5,5 38,0 FRANCIA 1590 1479 63,9 60,0 10,3 22,1 UK 1813 1654 70,9 65,7 7,9 39,3 SVEZIA 1640 1621 73,8 71,8 18,4 ITALIA 1876 1752 57,6 47,8 10,7 31,1 REP. CECA 1863 1800 66,5 58,2 7,0 6,6 USA 1829 1790 67,1 62,2 8,1 17,1 POLONIA 1988 1929 59,7 53,1 10,1 12,4 UNGHERIA 2008 1888 52,1 10,9 6,4 negrelli 4
La costruzione sociale del tempo di lavoro (OECD) paesi Orario medio annuo effettivo di lavoro 2012 Tasso lavoro part-time temporaneo Disoccupaz. 12 mesi e oltre (% disoccup.) Retribuzione annua (USD PPPs) OCSE 1866 1765 16,9 11,8 34,3 43.523 OLANDA 1456 1381 37,8 19,5 33,7 46.646 GERMANIA 1529 1397 22,1 13,9 45,5 42.121 FRANCIA 1590 1479 13,8 15,2 40,3 39.600 UK 1813 1654 24,9 6,3 34,8 44.223 SVEZIA 1640 1621 14,3 … 17,5 39.494 ITALIA 1876 1752 17,8 53,0 33.849 REP. CECA 1863 1800 4,3 8,8 43,4 20.487 USA 1829 1790 13,4 29,3 55.048 POLONIA 1988 1929 8,0 26,9 21.110 UNGHERIA 2008 1888 4,7 9,4 46,3 20.332 negrelli trasformazioni lavoro 5
trasformazioni qualità del lavoro Nello stesso tempo, ad orari di lavoro inferiori corrispondono spesso percentuali superiori di presenza di high skills o di lavoro non manuale altamente qualificato (quasi uno su due nei primi tre livelli ISCO-88): a conferma del fatto che quei fattori sopra indicati di cambiamento economico tendono a modificare, più in alcuni paesi che in altri, la natura del lavoro, la sua qualità e la sua produttività, con il risultato che orari di lavoro lunghi e di minor qualità non solo complicano i corsi di vita delle persone ma producono anche minor sviluppo economico. L’Italia sta nel mezzo…orari in media UE (1774), ma con un po’ più donne in part time (31%), dati che corrispondono però ad una presenza di gran lunga inferiore di high skills, soprattutto nei primi tre livelli di lavoro non manuale altamente qualificato (37% contro 40% area Euro e 47% media paesi “inclusivi”, e 43% UK). Si lavora di più per guadagnare meno!! E il vecchio slogan: “lavorare meno per lavorare tutti”? negrelli trasformazioni qualità del lavoro
trasformazioni qualità del lavoro La ricerca sociologica ha anche ampiamente dimostrato il collegamento tra tipo di contratto di lavoro e corsi di vita, come pure la relazione tra i livelli di istruzione e le strategie di attesa della buona occupazione. Tra i risultati più rilevanti di tale ricerca vi è certamente l’individuazione di meccanismi sociali o di variabili intervenienti utili a spiegare meglio queste correlazioni ricorrendo ai modelli spaziali di capitalismo e ai relativi modelli di welfare (ad esempio il concetto di “de-familizzazione”, Naldini-Saraceno). Meno indagata è stata finora la variabile (interveniente?) relativa alle trasformazioni della qualità del lavoro. Da un lato, queste trasformazioni possono peraltro influire in maniera rilevante sulla riduzione dell’orario di lavoro e dall’altro lato possono consentire percorsi più ricchi di conciliazione tra carriera lavorativa e vita quotidiana, con evidenti conseguenze sullo sviluppo e la ricchezza di un paese. negrelli trasformazioni qualità del lavoro
trasformazioni qualità del lavoro Che sia oggi soprattutto la realtà della qualità e degli orari di lavoro a complicare lo sviluppo economico e i percorsi di vita delle persone, a seconda del paese in cui si vive, ma anche a seconda del livello di innovazione I paesi europei con percentuali più basse di high skills o di lavoro non manuale molto qualificato (uno su tre appena o anche meno) sono anche quelli che hanno orari annui di lavoro più lunghi (e anche più rigidi…) e percentuali di soddisfazione per orari “conciliabili” che possono scendere anche a metà della media europea: Grecia, Italia (17%!), Lituania, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. I paesi europei con percentuali più alte di high skills o di lavoro non manuale molto qualificato (quasi un lavoratore su due nei livelli 1-3 classificazione ISCO-88) sono anche quelli che hanno orari annui di lavoro molto più bassi della media (da 100 a 400 ore!) e, generalmente, livelli di piena soddisfazione per orari “conciliabili” molto più alti della media del 30% (q41, EWCS: ma ben oltre la media: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Olanda, Svezia, Regno Unito e Irlanda). negrelli trasformazioni qualità del lavoro
trasformazioni qualità del lavoro Rispetto alla media di 36,7 euro per ora lavorata nei paesi dell’Eurozona l’Italia ne realizza solo 32,1 in media con l’UE-27 ma ben al di sotto sia dei top leader Danimarca (52,7) e Irlanda (50,4) sia del gruppo virtuoso sopra i 40 euro (Belgio, Olanda, Francia, Svezia, Germania) o dei 39 euro di Finlandia e Austria). Siamo vicini alla Spagna (31,5) e ci distinguiamo veramente solo dagli altri paesi UE che si collocano al di sotto dei 20 euro. negrelli trasformazioni qualità del lavoro
UE 36,7 + 2,9% Irlanda 48,8 + 11,8% 1.529 Danimarca 48,0 + 1,0% 1.546 paesi PIL per ora lavorata (euro) Crescita produttività complessiva (PIL per ora lavorata) 2007-2012 Orario medio annuo effettivo di lavoro 2012 UE 36,7 + 2,9% Irlanda 48,8 + 11,8% 1.529 Danimarca 48,0 + 1,0% 1.546 Francia 46,3 + 1,1% 1.479 Olanda 46,1 … 1.381 Belgio 45,7 - 1,1% 1.574 Svezia 43,6 + 1,4% 1.621 Germania 41,5 1.397 Finlandia 40,6 - 4,6% 1.672 Austria 38,9 + 3,7% 1.699 ITALIA 32,4 - 1,5% 1.752 FONTE: Fondazione Ergo-Mtm su dati Censis, www.ilsole24ore.com negrelli trasformazioni qualità del lavoro
trasformazioni lavoro Il Pil per ora lavorata andrebbe quindi incluso quale variabile rilevante nella spiegazione del rapporto tra qualità del lavoro, orari, corsi di vita e occupazione. In Italia, infatti, si lavora per una quantità eccessiva di ore di qualità medio-bassa (1774 rispetto alle 1573 della media dei paesi con la moneta unica!). La crisi ha solo accentuato il fenomeno poiché mentre altri tra il 2008 e il 2013 hanno ridotto la densità di lavoro dequalificato e incrementato quella del lavoro qualificato, in Italia e' avvenuto addirittura io contrario!! negrelli trasformazioni lavoro
trasformazioni lavoro Si torna così alla profezia di Keynes che non si realizza soprattutto dove le disuguaglianze sociali sono talmente alte da limitare innovazione e produttività (Italia terza per disuguaglianze sociali dopo USA e UK!) o che comunque anche quando queste si sprigionano non vanno a vantaggio di tutti, per migliori corsi di vita. Forse è giunto il momento di cominciare a riflettere sull'importanza della qualità del lavoro anche per accrescerne la quantità... negrelli trasformazioni lavoro