ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI 18 aprile 2017 prof. Sara Tonolo

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ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI 18 aprile 2017 prof. Sara Tonolo

AZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA A) ACCERTAMENTO DI MINACCIA DELLA PACE, VIOLAZIONE DELLA PACE, AGGRESSIONE; B) AZIONE CONSEGUENTE: RACCOMANDAZIONI PER SOLUZIONE PACIFICA CONTROVERSIE (art. 39); MISURE TIPICHE DEL CAP. VII: MISURE PROVVISORIE (art. 40); MISURE NON IMPLICANTI USO DELLA FORZA (ART. 41); MISURE IMPLICANTI USO DELLA FORZA (ART. 42); ALTRE MISURE RIFERIBILI AL CAP. VII: AMMINISTRAZIONE TERRITORI; TRIBUNALi AD HOC.

MISURE IMPLICANTI USO DELLA FORZA (ART. 42 CARTA) Art. 42 e ss. riguardano l’uso della forza da parte del CdS: CONTRO uno Stato colpevole di aggressione, di minaccia alla pace o di violazione della pace; ALL’INTERNO DI uno Stato ad es. intervenendo in una guerra civile se essa costituisce una minaccia alla pace. ★ Carattere interno non è problema perché non vale il limite della competenza domestica (art. 2 par. 7).

MISURE IMPLICANTI USO DELLA FORZA (ART. 42 CARTA) La risoluzione con cui il CdS decide di intervenire in tali situazioni dispone un’azione di polizia internazionale, quindi rientra nel genere delle delibere operative, attraverso le quali il CdS non ordina o raccomanda un comportamento ma agisce direttamente.

MISURE IMPLICANTI USO DELLA FORZA (ART. 42 CARTA) OBIETTIVI: 1. GARANTIRE L’OBIETTIVITA’ e L’IMPARZIALITA’ DELL’AZIONE; 2. CONTROLLARE CHE L’AZIONE SIA CONTENUTA NEI LIMITI INDISPENSABILI AL MANTENIMENTO DELLA PACE. 3. TOGLIERE INIZIATIVA DI CARATTERE MILITARE AI SINGOLI STATI – NON GIUSTIFICATA SECONDO QUANTO PREVEDE L’ART. 51.

ATTUAZIONE DELLE MISURE IMPLICANTI USO DELLA FORZA Nel disegno originario della Carta, il CdS avrebbe dovuto intraprendere le operazioni servendosi dei contingenti militari messi a disposizione dagli Stati membri sulla base di accordi speciali da negoziare al più presto (art. 43), ma questi accordi non vennero mai conclusi e le norme della Carta non hanno mai avuto attuazione.

ATTUAZIONE DELLE MISURE IMPLICANTI USO DELLA FORZA STATI obbligati a stipulare ACCORDO SPECIALE con il CdS per regolare preparazione di forze armate Consiglio di Sicurezza Comitato di Stato Maggiore (artt. 46 e 47)- capi di stato maggiore dei 5 membri permanenti del CdS.

ATTUAZIONE DELLE MISURE IMPLICANTI USO DELLA FORZA – ACCORDI SPECIALI Art. 43 prevede per gli Stati membri un obbligo de contrahendo; E’ abrogato per desuetudine? Nuova prassi del CdS dopo il 1989 fa pensare a diversa conclusione forse anche il seguito al Rapporto del Segretario generale Boutros Ghali nel 1992 – forse gli accordi dell’art. 43 verranno conclusi in futuro?

MISURE ALTERNATIVE …tuttavia per colmare lacuna derivante dalla mancata attuazione di art. 43 Carta, il CdS ha utilizzato strumenti alternativi: istituito missioni militari ad hoc per il mantenimento della pace (peace keeping operations); Autorizzazione all’uso della forza da parte di Stati membri sia singolarmente sia nell’ambito di organizzazioni regionali.

MISURE ALTERNATIVE MISURE ALTERNATIVE A ART. 43 PEACE KEEPING OPERATIONS DELEGA AGLI STATI DELL’USO DELLA FORZA

PEACE KEEPING OPERATIONS E’ una prassi intrapresa dal CdS in aree di crisi iniziata durante la guerra fredda ma continuata fino ai giorni nostri; Elemento comune: delega dal CdS al Segretario generale in ordine al reperimento di forze tramite accordi con Stati membri (art. 98 – rapporto interorganico) e al comando delle forze internazionali;

PEACE KEEPING OPERATIONS L’evoluzione si suddivide in quattro fasi…

1) PEACE KEEPING OPERATIONS – PRIMA GENERAZIONE Sono finalizzate all’interposizione tra parti in conflitto per sorvegliare e garantire l’attuazione di misure quali il cessate il fuoco e per prevenire la difesa delle ostilità. Si fondano: Sul consenso dello Stato territoriale; Sulla neutralità da mantenere tra le parti in conflitto; Uso della forza circoscritto a legittima difesa; Reperimento di militari tramite accordi tra Nazioni Unite e Stati membri e la direzione è affidata a un Commander in Chief nominato dal Segretario generale Es. UNEF – Crisi di Suez 1952; ONUC in Congo anni’ 60

1) PEACE KEEPING OPERATIONS – PRIMA GENERAZIONE DIFFERENZA RISPETTO A MODELLO DI ART. 43 CARTA: Contingenti armati reperiti di volta in volta, anziché essere disposti permanentemente; Non hanno carattere coercitivo perché presuppongono il consenso dello Stato di dislocamento; Uso della forza limitato alla legittima difesa.

2) PEACE KEEPING OPERATIONS – SECONDA GENERAZIONE – POST 1989 INTERPOSIZIONE FUNZIONI CIVILI: rifugiati, diritti umani, assistenza umanitaria FUNZIONI AMMINISTRATIVE: referendum, assistenza amministrativa elettorale

2) PEACE KEEPING OPERATIONS – SECONDA GENERAZIONE – POST 1989 Evoluzione fino a diventare amministrazione territoriale con esercizio di funzioni sovrane che variano caso per caso, tra le quali rimpatrio dei rifugiati (UNTAG in Namibia, UNPROFOR ex Jugo, UNTAC in Cambogia), assistenza umanitaria (UNPROFOR, UNTAC, UNOSOMI in Somalia)controllo sul rispetto dei diritti umani (UNAMIR in Ruanda), controllo elezioni (UNTAC, UNTAG). Si parla di missioni di peace keeping multidimensionali o multifunzionali.

3) PEACE KEEPING OPERATIONS – TERZA GENERAZIONE – POST 1989 Evoluzione fino ad estendersi al peace enforcement ovvero all’imposizione della pace come fasi ulteriori di altri missioni: ad es. UNOSOM II in Somalia (dopo attentato a caschi blu pakistani da parte di commando somalo), UNPROFOR in Bosnia e in Croazia) raggiunta attraverso l’uso della forza militare. Vengono a cadere i requisiti di: consenso di Stato di dislocamento e imparzialità.

4) PEACE KEEPING OPERATIONS – QUARTA GENERAZIONE – FUTURO Previsione di un’evoluzione ulteriore tramite esercito delle Nazioni Unite (forse), ma comunque come forze di assistenza alle autorità amministrative del paese, ad es. ris. 2009 del 2011 istitutiva del UNSMIL in Libia con compiti di ripristino di sicurezza, ordine pubblico e della legalità, nonché assistenza ai processi elettorali e di formazione della costituzione, nonché protezione dei diritti umani.

FONDAMENTO NORMATIVO? Cap. VI della Carta e mezzo alternativo di soluzione delle controversie? NO perché non sono un mezzo pacifico di soluzione delle controversie; Norma consuetudinaria non scritta nella Carta ONU- conseguenza: Stati hanno obbligo di partecipare al finanziamento sulla base della prassi? Cap. VI e ½ è troppo impreciso per imporre obblighi così gravosi agli Stati.

FONDAMENTO NORMATIVO? Cap. VII e art. 42 perché svolgono funzioni di polizia internazionale? No perchè così si trascura il fatto che per le stesse occorre il consenso dello Stato territoriale… Art. 24 Carta perché il CdS ha responsabilità principale nel mantenimento della pace? No perché è norma TROPPO VAGA per desumere fondamento di peace keeping operations

FONDAMENTO NORMATIVO? Piuttosto migliore la soluzione che riconduce tale competenza a norma consuetudinaria particolare riconducibile al cap. VII, e alle competenze generali del CdS in tema di pace e sicurezza internazionali e acquiescenza degli Stati all’esercizio delle stesse. Boutros Ghali: le missioni di pace devono considerarsi “l’invenzione delle Nazioni Unite”.

FONDAMENTO NORMATIVO? Poteri delegati dal CdS al Segretario generale ex art. 98 della Carta: potere di istituire la missione, di costituire la forza della missione e di esercitare il comando.

ATTUAZIONE PEACE KEEPING OPERATIONS POTERE DI COSTITUIRE LA FORZA: negoziazione e stipulazione di accordi bilaterali con gli Stati contributori (MoU) e con lo Stato ospite della missione (Status of Force Agreement – SOFA); Il Segretario generale ha il potere di scegliere la composizione della forza, selezionando i Paesi contributori.

ATTUAZIONE PEACE KEEPING OPERATIONS Da tale potere discende anche obbligo di contribuzione alle spese (art. 17); Ogni Stato che fornisce le proprie forze ad una missione di peace keeping usufruisce di un rimborso spese mensile dall’Organizzazione per ogni persona impiegata in missione (1300 dollari al mese per ogni soldato impiegato in missione).

DISCIPLINA DELLE PEACE KEEPING OPERATIONS Il CdS detta una disciplina autonoma tramite la ris. 1327/2000 per disciplinare chiaramente funzioni di tali missioni e rafforzare capacità di deterrenza; Esse devono essere rese operative entro 30 g da risoluzione che le istituisce (non più tardi di 90 gg); Missioni di peace keeping devono osservare norme generali di diritto internazionale su diritto umanitario e tutela dei diritti umani.

RESPONSABILITA’ DELLE PEACE KEEPING OPERATIONS Casi in cui peace keeping operations si rendono responsabili di violazioni del diritto internazionale umanitario o dei diritti umani fondamentali, ad es. UNOSOM II (che sostituiva forza multinazionale sotto comando USA– attacco contro quartieri del generale somalo che aveva ordinato attacco contro caschi blu pakistani (in servizio ex ris. 814/1993 sotto comando USA).

RESPONSABILITA’ DELLE PEACE KEEPING OPERATIONS CASO PROBLEMATICO DI AIUTO: operazione di peace keeping Per le operazioni di peace Keeping…si crea una forza militare multinazionale in cui ogni contingente militare mantiene il proprio carattere nazionale sotto un ufficiale militare nazionale ma anche sotto un comando unificato che può essere….

RESPONSABILITA’ INDIRETTA – PEACE KEEPING OPERATIONS Comando di operazioni di peace keeping Organo comune di una coalizione di Stati Organo di un’organizzazione internazionale dotata di personalità giuridica propria

RESPONSABILITA’ PER PEACE KEEPING OPERATIONS Chi risponde per comportamento illecito dei membri di un contingente nazionale? Il singolo Stato? L’OIG o la coalizione di Stati da cui dipende il comando unificato? Art. 6 Progetto di articoli su resp. int. di OIG del 2011: risponde chi esercita il controllo effettivo sull’organo in questione: CEDU, 31.5.2007, Behrami c. Francia.

RESPONSABILITA’ PER PEACE KEEPING OPERATIONS E’ ipotizzabile una responsabilità concorrente dell’Onu e dello Stato di invio dei peace keepers, per la parte in cui ciascuno esercita un controllo nei loro confronti. Tuttavia Corte europea ha escluso tale possibilità nel caso Behrami c. Francia 2007 – ritenendo che la responsabilità fosse solo del CdS, la Corte ha respinto come inammissibili i ricorsi contro Francia per responsabilità missione UNMIK in Kosovo.

CASI BEHRAMI E SARAMATI (2007) Caso Behrami e Saramati c. Francia 2007: nel primo si tratta di violazione di art. 2 per incidente occorso in un campo minato a due ragazzini uno morto e uno ferito per mancato sminamento attribuito al contingente francese UNMIK. Nel secondo di violazione di art. 5 Cedu per detenzione ingiusta e arbitraria sotto responsabilità KFOR.

CASI BEHRAMI E SARAMATI (2007) Corte europea esclude che vi possa essere responsabilità Stato affermando responsabilità CdS che dunque rende di fatto impunibili gli atti: Qualifica UNMIK come organo sussidiario dell’ONU; Qualifica KFOR come missione sotto il controllo del CdS.

CASI BEHRAMI E SARAMATI (2007) Fondamentale nel ragionamento della Corte è la funzione del CdS nell’ambito del Capo VII della Carta che non può ricevere interferenze di alcun genere. Ciò vale ad escludere la competenza della Corte trattandosi di atto di OIG, ma soprattutto di atti del CdS

RESPONSABILITA’ PER PEACE KEEPING OPERATIONS Diverso invece il caso Al Jedda c. Regno Unito del 2011 (Corte europea 7.7.2011) in questo caso si trattava di illeciti posti in essere in seguito all’occupazione inglese dell’Iraq e si affermò che ris. 1511/2003 che autorizzava intervento ex post non fosse sufficiente ad attribuire responsabilità all’ONU.

RESPONSABILITA’ PER PEACE KEEPING OPERATIONS Al Jedda era cittadino iracheno, che aveva chiesto asilo politico in Inghilterra e ne aveva acquistato la cittadinanza; tornato a Baghdad era stato arrestato nel 2004 perché sospettato di far parte di organizzazioni terroristiche, in applicazione delle ris. del CdS , ma in violazione di art. 5 Cedu.

RESPONSABILITA’ PER PEACE KEEPING OPERATIONS I giudici inglesi cui si era rivolto avevano attribuito responsabilità all’ONU; invece Corte di Strasburgo la attribuisce a Regno Unito perché risoluzione CdS non rileva nel contesto dell’occupazione inglese dell’Iraq. Una detenzione attuata senza possibilità di difesa (tutela del contraddittorio) rientrava nelle competenze esplicate dagli Stati e quindi si ricollegava alla loro responsabilità.

RESPONSABILITA’ DEI SINGOLI PER CRIMINI COMMESSI NELLE PEACE KEEPING OPERATIONS Problema collegato è la responsabilità dei singoli per crimini commessi nell’ambito delle peace keeping operations…cui può ricollegarsi responsabilità di ONU….

RESPONSABILITA’ DEI SINGOLI PER CRIMINI COMMESSI NELLE PEACE KEEPING OPERATIONS RESPONSABILITA’ ONU RESPONSABILITA’ STATO INVIO RESPONSABILITA’ PENALE DEL SINGOLO

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS Ris. 1422/2002 e 1487/2003 affrontano il problema della responsabilità penale dei componenti delle missioni, chiedendo alla Corte penale internazionale di non procedere (in base a immunità) contro funzionari ONU appartenenti a Stati non aderenti allo Statuto.

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS Art. 16 dello Statuto della CPI prevede che “nessuna indagine o procedimento penale possono essere iniziati o proseguiti per un periodo di 12 mesi dopo una richiesta in tal senso da parte del CdS, richiesta che può essere rinnovata alle stesse condizioni”. Immunità durava 12 mesi poi rinnovabili; in seguito a Iraq e gravi crimini commessi da forze USA non venne rinnovata la richiesta (non avrebbe incontrato maggioranza in CdS).

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS Dibattito su legittimità di tali risoluzioni… Dubbi sulla possibilità di ricondurle al capo VII della Carta perché l’attività della CPI non può configurarsi minaccia alla pace…che costituisce il presupposto delle risoluzioni adottate in base al Capo VII. Legittimità di richiesta è contestata sulla base del fatto che CdS può occuparsi solo di singoli casi concreti…

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS In realtà CdS ha il potere di istituire forze di pace e di disciplinarne status e funzionamento e l’immunità rientra in tale status (minaccia alla pace è presupposto per la costituzione di tali forze);

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS Più in generale il CdS deve osservare il diritto internazionale umanitario e le norme poste a tutela dei diritti umani…la richiesta generale di immunità si considera in possibile contrasto con tali aspetti…

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS …possibile soluzione: solo considerando che nel caso il CdS si riferisca all’assenza di giurisdizione penale internazionale, non immunità assoluta dalla giurisdizione perché rimane la possibilità di perseguire i crimini nell’ambito di corti penali nazionali.

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS Repressione penale nazionale spesso inefficace: ad es. sent. Trib. Livorno 1996 per atti di tortura commessi da peace keepers italiani a Mogadiscio nel corso di UNOSOM II (1993 – 1995) e tentato stupro- condanna pena lieve poi reato prescritto nel corso del processo di appello;

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS Problema molto grave: abusi illeciti di peace keepers. Studio iniziato nel 2001/2002 sui crimini c.d. “Sex for food”: dai Balcani alla Sierra Leone i peace keepers inducevano le vittime a prestazioni sessuali in cambio di derrate alimentari o beni di prima necessità.

RESPONSABILITA’ PER CRIMINI E PEACE KEEPING OPERATIONS Rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (2002); Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituisce una Commissione di inchiesta sugli abusi sessuali subiti dai rifugiati nell’Africa occidentale (2003); Segretario Generale pubblica un Bollettino sulle misure speciali per la protezione degli abusi e lo sfruttamento sessuale (2003) – che si applica a tutto il personale delle Nazioni Unite nonché degli enti e dei programmi amministrati dalle Nazioni Unite.

BOLLETTINO 2003 Bollettino del Segretario Generale (2003) sanziona: A) sfruttamento sessuale: condotta atta a ricavare vantaggio economico, sociale e politico dallo sfruttamento sessuale di un’altra persona, approfittando della sua vulnerabilità, fiducia o della propria posizione di potere; B) abuso sessuale: intrusione attuata o minacciata, di natura sessuale, compiuta con la forza in condizioni di disuguaglianza o di costrizione della vittima.

BOLLETTINO 2003 Conseguenze di tali crimini: misure disciplinari a carico dei peace keepers responsabili; qualora le accuse risultino fondate, il caso viene deferito allo Stato di invio per l’esercizio della giurisdizione penale

OBBLIGATORIETA’ BOLLETTINO 2003 Come rendere obbligatorio tale Bollettino, dato che il Segretario generale non ha un potere normativo in base al quale può imporre obblighi o sanzionare comportamenti degli Stati e dei singoli? richiamo del Bollettino nell’accordo tra Nazioni Unite e Stato di invio (MOU); incorporazione del Bollettino nella legislazione nazionale.

POSSIBILE CONVENZIONE ONU? Progetto di Convenzione iniziato nel 2006: contrasti tra competenza di Stato territoriale, Stato di invio, Stato di nazionalità della vittima. AG ha approvato progetto con ris. 6.12.2007/ n. 62/63 ma il progetto incontra molte critiche degli Stati anche per l’estensione della responsabilità da esso prevista…

SITUAZIONE ATTUALE Nonostante il rapporto annuale del Segretario Generale all’AG sulle misure per la protezione dagli abusi e dallo sfruttamento sessuale nel contesto delle missioni ONU, che dal 2016 reca anche i nomi e i paesi d’origine dei responsabili delle violenze, le violenze sono andate aumentando: 69 denunce nel 2015, rispetto a 66 del 2013 e 55 del 2014.

SITUAZIONE ATTUALE …evidente dunque il fallimento delle misure intraprese (solo 26 inchieste intraprese nel 2016/rispetto a 69 denunce, e solo 3 militari condannati ad alcuni giorni di reclusione, 1 sanzione amministrativa per un ufficiale di polizia)…. Ban Ki Moon si è scusato per non aver considerato la questione…e così si è giunti alla ….

RISOLUZIONE 2272 dell’11.3.2016 Soluzione: Risoluzione 2272 del CdS adottata l’11 marzo 2016 contro gli abusi sessuali commessi dai caschi blu nel corso delle missioni di pace ONU. (Reazione a rimpatrio del contingente delle Repubblica Democratica del Congo – febbraio 2016 – 120 elementi per abusi e sfruttamento sessuale compiuti a danno di donne e minori stanziati in un campo profughi vicino all’aereoporto di Bambari ove i militari avevano la loro base).

Risoluzione 2272 del CdS adottata l’11 marzo 2016 NOVITA’: si accentua la responsabilità internazionale dello Stato di invio; si conferisce al Segretario generale il potere di escludere dalla partecipazione ad una missione di pace ONU lo Stato di appartenenza del personale coinvolto nei reati in questione, rimpatriandone tutte le unità militari e di polizia e sostituendole con il contingente di un altro Stato; STATO DI INVIO: ha il dovere di indagine e di punizione.

Risoluzione 2272/2016 Era già presente l’obbligo di condurre indagini, reprimere, informare entro il Modello di Accordo (Model MoU) adottato dal 2007: si prevede che lo Stato parte si impegni a far rispettare alle proprie forze impegnate in una missione i codici di condotta delle Nazioni Unite che vengono richiamati e inseriti entro il Model MoU. Nel Model Mou si prevede l’obbligo per lo Stato inviante di perseguire penalmente o di adottare sanzioni disciplinari nei confronti dei responsabili degli illeciti.

Risoluzione 2272/2016 Per le missioni NON a guida ONU, ma solo autorizzate NON si prevede il potere di rimpatrio in capo al Segretario generale, ma solo si invitano gli Stati ad adottare le misure appropriate per prevenire le impunità del personale ONU in materia di abusi e sfruttamento sessuale.

Ordine di rimpatrio da parte del Segretario generale Fondamento giuridico? Potere del CdS (delegabile al Segretario): SANZIONE ATIPICA (art. 41 Carta): si potrebbe dedurre dal fatto che nella ris. 2272/2016 si fa riferimento al CdS e alla sua “primarily responsibility under the Charter for the maintenance of international peace and security”; in realtà NON lo è perché la ris. 2272/2016 regola anche caso di missioni non a guida ONU e qui NON si prevede potere di rimpatrio del Segretario Generale ONU; inoltre occorrerebbe che il CdS che gli abusi costituiscono una minaccia della pace.

Ordine di rimpatrio da parte del Segretario generale Fondamento giuridico? Potere del CdS (delegabile al Segretario): POTERE DI ISTITUIRE le peace – keeping operations= potere di rimpatriare i contingenti che violino le regole. (art. 98 Carta).

Ordine di rimpatrio da parte del Segretario generale Attuazione del potere del Segretario generale: inadempimento del MoU da parte dello Stato di invio che non fa rispettare le regole ai propri contingenti e quindi si applica causa di estinzione (inadimplenti non est adimplendum). Art. 60 Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati tra Stati e OIG del 1986 (non in vigore ma con carattere di norma consuetudinaria).

Responsabilità dello Stato di invio NON per l’abuso in sé e per sé considerato… Ma per aver omesso di esercitare i doveri incombenti sullo Stato di invio dei peace – keepers ovvero controllare, informare, indagare e reprimere se necessario.

Responsabilità dell’Organizzazione: CASO COLERA HAITI CASO: diffusione del colera ad Haiti a partire dall’ottobre 2010 per negligenze nel dispiegamento dei peace – keepers nepalesi portatori del batterio all’origine della malattia presso una base della Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (MINUSTAH a guida brasiliana e argentina già stanziata nel 2004). ORIGINE: terremoto ad Haiti gennaio 2010- 250.000 vittime: ris CdS missione di stabilizzazione per gestione di impianti igienico – sanitari, funzioni di polizia, controllo militare in seguito alla situazione di disordine entro il paese.

CONTESTO STORICO-POLITICO Haiti, ex colonia francese, dal 2000 Presidente Aristide…politica anti – francese Colpo di Stato 2004 supportato dagli USA che hanno forti interessi economici e politici. Dal 2004 viene disposta la missione MINUSTAH (Mission des Nations Unies pour la Stabilisation en Haiti)…i cui compiti vengono accresciuti in seguito al terremoto del 2010…

EPIDEMIA DI COLERA Ha sinora causato più di 9000 decessi e colpito circa 800.000 persone…. Varie azioni-class actions intraprese dalle vittime dinanzi ai giudici statunitensi per avere risarcimento dei danni….

EPIDEMIA DI COLERA: CONSEGUENZE/RESPONSABILITA’ ONU Class actions contro ONU (ad es. sent. Court of App. USA nel caso Georges 18.8.2016): Immunità: carenza di giurisdizione tribunali USA per immunità assoluta ONU; Responsabilità ONU: da far valere entro il sistema ONU non dinanzi ai giudici nazionali anche se non si può escludere giurisprudenza di qualche Stato diversa…quindi forse per questo motivo….

DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE 19.8.2016 Un giorno dopo la sentenza USA, il Segretario Generale ONU…annuncia un nuovo approccio al caso Colera… Rapporto all’Assemblea Generale (25.11.2016)

RAPPORTO ALL’ASSEMBLEA GENERALE 25.11.2016 AZIONE SU DUE LIVELLI: Intensificazione delle azioni di contrasto immediato alla diffusione dell’epidemia e potenziamento dei sistemi e servizi idrici, sanitari e igienici di Haiti; Pacchetto di misure di supporto materiale (package of material assistance and support) a sostegno delle comunità o degli individui colpiti dal colera.

RAPPORTO ALL’ASSEMBLEA GENERALE 25.11.2016 Ad esso si accompagna il lancio di un’iniziativa volta a reperire le risorse per finanziare il nuovo approccio e l’istituzione di un fondo fiduciario amministrato dalle Nazioni Unite (occorrono 400 milioni di dollari). Se non verranno reperiti, il Segretario ha previsto l’utilizzo di contributi obbligatori degli Stati membri nel bilancio ONU.

POSIZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA SUL CASO COLERA Nella ris. 2313 del 13.10.2016, il CdS si limita nel preambolo a “prendere nota dell’intenzione del Segretario Generale” di elaborare un pacchetto di misure di assistenza materiale a favore degli haitiani direttamente colpiti dal colera…NON senza esprimere volontà di considerare il RITIRO della MINUSTAH da Haiti nel 2017… Ris. 13.4.2017: deciso ritiro MINUSTAH da Haiti entro il 15.10.2017 (anche in seguito a richiesta di crimini sessuali su minori).

SCUSE DEL SEGRETARIO GENERALE Il 1° dicembre 2016, il Segretario generale ha presentato delle scuse ad Haiti dinanzi all’Assemblea generale (in seguito al Rapporto Alston – Consiglio dei diritti umani - rapporto su responsabilità Nazioni Unite in relazione al colera ad Haiti): “…We simply did not enough with regard to the cholera outbreak and its spread in Haiti. We are profoundly sorry for our role”.

SCUSE DEL SEGRETARIO GENERALE Scuse del Segretario generale- come per Srebreniça e per Ruanda, ma senza riconoscimento effettivo di responsabilità e di assunzione di obbligo di riparazione…

FONDAMENTO GIURIDICO RESPONSABILITA’ Sez. 29 lett. a) Conv. Nazioni Unite del 1946 sui privilegi: Le Nazioni Unite hanno l’obbligo di istituire appropriati mezzi di risoluzione delle controversie di diritto privato di cui l’Organizzazione sia parte: tutela del diritto effettivo alla difesa.

FONDAMENTO GIURIDICO RESPONSABILITA’ Legittimazione a far valere tale norma: Stato leso: mai fatto nulla; Altri Stati: nulla; Membri del CdS: mai si è parlato del caso “colera”: ris 2313 del 13.10.2016 “prendere nota dell’intenzione del Segretario Generale”; Vittime individuali reclamano il rispetto da parte dell’ONU dell’obbligo previsto dall’art. 29 Conv. 1946 che prevederebbe il ricorso dinanzi a un organo imparziale

FONDAMENTO GIURIDICO RESPONSABILITA’ Evidente che si tratta di una forma di RIPARAZIONE (da illecito) verso entità non statali (non verso uno Stato). Si tratta tuttavia di una forma di riparazione ancora allo stato “virtuale”….MOLTO CRITICABILE….