Le genti, i popoli e i luoghi Marco Polo: Le genti, i popoli e i luoghi
Marco Polo Marco nasce a Venezia nel 1254 da una famiglia di mercanti. La famiglia Polo, infatti, da tempo commerciava con l’oriente grazie all’attività dei tre fratelli, Marco, Matteo e Nicolò, che avevano stabilito delle loro basi tra Bisanzio ed il Mar Nero. I fratelli Polo erano riusciti ad avere contatti con il Gran Khan Kublaj (nipote di Gengis Khan) nel viaggio che fecero tra il 1260 ed il 1269 nel quale arrivarono in Persia ed in Cina.
A soli 17 anni Marco accompagna il padre Nicolò e lo zio Matteo verso la Cina e certamente lui non avrebbe immaginato che avrebbe rivisto Venezia soltanto dopo 24 anni. I tre viaggiatori veneziani impiegarono ben 30 mesi per arrivare in Cina. Giunti a Cambaluc (oggi Pechino), Marco conobbe il Gran Khan Kublaj che prese in simpatia il giovane veneziano per la sua spiccata curiosità e tanto lo stimò che addirittura gli affidò incarichi importanti e speciali inviandolo come proprio ambasciatore. Marco nel periodo trascorso presso il Gran Khan conobbe terre e popoli diversi (andò nel Tibet, la penisola indocinese e molte altre piccole province cinesi).
Marco Polo nei suoi viaggi imparò a parlare correttamente ben cinque lingue orientali. Dopo 24 anni riesce a tornare a Venezia (partì nel 1292 ed il viaggio di ritorno lo fece per una rotta diversa da quella di andata: per mare fino ad Hormuz, poi da lì per terra fino a Venezia) dove fu festeggiato dalla sua famiglia e onorato per tutte le ricchezze portate dalla Cina.
Fu fatto prigioniero dai Genovesi nel corso della battaglia navale di Cursola (in Croazia) il 5 settembre 1298 e nel carcere conobbe Rustichello da Pisa al quale dettò il “Milione” (o “Emilione”), il libro che lo rese famoso in tutto il mondo. Marco Polo morì nel 1324 a Venezia.
Il viaggio Marco Polo nel suo viaggio diretto a Cambaluc attraversò l’interno del continente asiatico, percorrendo quella che veniva chiamata la “via della seta”. Marco Polo attraversò il ramo meridionale della via della seta, attraverso la Persia ed arrivò in Cina.
In quei tempi il commercio sulla via della seta era condotto essenzialmente per mezzo di lunghe carovane di dromedari. Il dromedario, infatti, rappresentava l’animale maggiormente adatto a sopportare il clima arido dei territori dell’Asia Centrale: questi animali venivano lasciati tranquilli per molti mesi al fine di farli ingrassare e renderli pronti per un viaggio lungo nel quale sarebbero stati per giorni con poche scorte di cibo ed acqua. Di solito le carovane – composte da una moltitudine di persone di ogni tipo (commercianti con le loro merci, schiavi, soldati, avventurieri, etc.) erano condotte da guide molto esperte che conoscevano perfettamente la strada e quelli che potevano essere i pericoli del deserto così da rendere più sicuro il loro passaggio e di quello delle merci (poteva capitare che le carovane fossero assalite dai briganti nel loro tragitto.
La carovana faceva sosta in luoghi chiamati “caravanserragli”: erano degli ampi cortili chiusi da un muro con porticati usati per il riparo delle persone e delle merci. Il termine “caravanserraglio” deriva dalla lingua persiana ed è un composto di due parole “caravan” e “sarayi” (in turco kervanseray). Tradotto dal turco caravanserraglio significa “luogo di grande confusione” ed effettivamente era così, con persone provenienti da luoghi da diversi e che parlavano lingue diverse. Anche Marco Polo racconta di aver viaggiato con una carovana quando ha attraversato il deserto del Lob.
Le tappe del viaggio di Marco Polo Nel lungo viaggio fino a Cambaluc Marco Polo ha avuto la possibilità di conoscere tanti popoli diversi che parlavano altrettante lingue diverse. Queste lingue possono essere divise in due gruppi: le lingue ariane e quelle uralo altaiche. Le prime hanno avuto la loro espansione con la migrazione di popoli dall’area dell’Indo fino in Europa (lingue “indoeuropee”), le seconde appartengono, invece, a popolazioni dell’Asia Centrale Russa (nello specifico: turco-mongolo-kazako-usbeco-manchù).
Lingue ariane
Lingue uralo altaiche
LE SUE PRIME TAPPE: sono state l’Armenia (la città di Layas) e la Georgia (la città di Erzurum, da Marco Polo chiamata Argiron), territori che si trovano rispettivamente il primo a sud-est della Turchia ed il secondo a sud dei monti del Caucaso, tra il Mar Nero ed il Mar Caspio. Si tratta di territori che sono entrati a far parte dell’impero mongolo (Khanato dell’”orda d’oro” russa) con l’invasione di Gengis Khan. In Armenia Marco Polo incontra un suo amico d’infanzia, Giovanni, mentre in Georgia il monaco Giuliano.
Quando si trova a Layas Marco Polo dovrà rientrare momentaneamente ad Acri per incontrare Papa Gregorio X che gli affiderà delle lettere da consegnare a Kublaj Khan.
Mentre gli armeni rappresentavano un popolo che aveva avuto una storia importante nell’antichità (sia nel periodo in cui erano parte dell’impero hittita, sia più tardi quando erano diventati un piccolo regno sotto l’influenza di Roma e dell’impero partico), i georgiani vivevano tra le loro montagne in un territorio difficile, in tribù che si spostavano periodicamente.
La sua seconda tappa è la Mesopotamia con Baghdad La sua seconda tappa è la Mesopotamia con Baghdad. Attualmente Baghdad è la capitale dell’Iraq ed è stata una delle città più importanti del mondo musulmano (il suo califfato è stato il più significativo nel periodo successivo alla morte di Maometto). A Baghdad incontra un ragazzo, Alì, e un locandiere. Il primo racconta a Marco Polo la storia della Mesopotamia, il secondo, invece, smentisce tutto. quello che aveva detto precedentemente Alì
La sua terza tappa è in Persia, in quel momento sotto il dominio mongolo. La Persia, dopo la grandezza dell’impero sotto la dinastia achemenide, seleucide e poi sasanide, era stata assoggettata agli arabi ed ai turchi selgiuchidi – i quali, tuttavia, ebbero il merito di fare rifiorire la cultura (la filosofia, la letteratura, le arti e le scienze) - ed infine ai mongoli di Gengis Khan dal 1220 d.C. Marco Polo in questo territorio si imbatte negli adoratori del fuoco, persone legate al culto dei Re Magi e di un fuoco sacro.
La sua quarta tappa è Samarcanda La sua quarta tappa è Samarcanda. Questa si trova nella parte meridionale nell’attuale Uzbekistan
Marco lì trova un diario nel terreno, diario nel quale un cristiano aveva scritto una storia incredibile accaduta nell’anno 1230. Il nuovo governatore voleva togliere la pietra portante della chiesa di San Giovanni per restituirla ai musulmani. La pietra fu tolta ma, per un miracolo, la colonna sopra la quale era posta continuava ad essere ferma anche se sospesa in aria: i musulmani, visto il fenomeno, decisero di lasciarla ai cristiani. Poi Marco, passando per Peym - un paesino che dista un giorno da Samarcanda – si ferma a parlare con un locandiere che gli fa vedere quanto sia lontano il loro modo di pensare rispetto a quello dei cristiani.
Marco Polo prima di arrivare nel paese del Gran Khan dovrà attraversare i deserti del Lob e dei Gobi, quest’ultimo situato a metà tra la Mongolia e la Cina.
Superati i deserti Marco Polo entra in Cina, nel cuore dell’impero mongolo. I mongoli erano organizzati in tribù ed erano conosciuti per la loro ferocia. Tutti, soprattutto gli europei, temevano Gengis Khan e la sua gente. E’ per questo motivo che tutti cercano di averlo in favore ed inviavano doni e ambasciatori, così creando una fitta rete diplomatica tra oriente ed occidente. Questo impero era dominato dal Gran Khan, titolo nobiliare che voleva significare “comandante”, “leader” o “capo tribù”. Marco Polo incontrerà a Cambaluc il nipote di Gengis Khan, Kublaj Khan.