Il pensiero femminile come pensiero della nascita L’uomo è prima di tutto un nato, un essere vivente nato. -María Zambrano-
Olympe de Gouges (1748-1793)
La Donna nasce libera e rimane uguale all’uomo nei diritti La Donna nasce libera e rimane uguale all’uomo nei diritti. […] Uomo sei capace di essere giusto? È una donna che te lo domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. […] Chi ti ha dato il diritto di opprimere il mio sesso? […] Guarda gli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali […] dovunque li troverai confusi, dovunque essi coopereranno armoniosamente a questo capolavoro immortale. (Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina)
Suffragette (1869-1928)
Simone de Beauvoir (1908-1986)
Donne non si nasce, lo si diventa. […] è l’insieme della storia e della civiltà ad elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna […]. (Il secondo sesso)
Simone Weil (1909-1943)
Edith Stein (1891-1942)
María Zambrano (1904-1991)
Io non mi lasciavo trattare in un altro modo per il solo fatto di essere donna […] non fui femminista, fui femminile […]. (da un’intervista a Zambrano) [Bisogna] cancellare dal nostro schema sociale il triste incubo della schiavitù femminile […] [così da favorire la completa] entrata della donna nell’impero della dignità. (All’ombra del dio sconosciuto)
[La donna] non rinnega né prova rancore nei confronti dell’uomo perché non si sente sottomessa a lui. [Tuttavia] esige da lui uno spirito degno del suo: gli chiede […] un ideale che dia una prospettiva alla loro vita. […] Non diremo mai che la donna debba essere uguale all’uomo: per certi aspetti dovrebbe essere il contrario. (All’ombra del dio sconosciuto)
La cosa più decisiva è misteriosa della vita [è] la nascita, [nonché] la più intima, profonda situazione dell’essere umano, [ossia l’evento che dà vita ad un] individuo irriducibilmente differente dagli altri […], unico. [Dunque], la condizione originaria dell’umanità è di trovarsi nati nella vita [e] l’essere è essere-nati, andando verso una rinascita [auto-coscienziale] senza fine. [L’uomo è] prima di tutto un nato, un essere vivente nato, [proiettato verso una nascita perenne].(Per l’amore e per la libertà)
Vivere è errare […] nel seno infinito di una realtà che non ci abbandona, ma che neppure ci lascia sprofondare in essa, resistenza ultima che obbliga ad uscire fuori, a sorreggerci […]. (Delirio e destino) Si nasce sempre ciechi (Sentimenti per un’autobiografia) [poiché] colui che guarda è prima di tutto un cieco che non può vedere se stesso [e] il vedere alla maniera umana è inseparabile dall’essere visto, [dal momento che] nessuno guarda mai, fosse anche nella solitudine di un paesaggio deserto […], senza sentirsi al tempo stesso visto. (Chiari del bosco)
[L’uomo è chiamato] a nascere […] lungo la propria esistenza, ma non in solitudine, bensì con la responsabilità di vedere e di essere visto, di giudicare e di essere giudicato, di dover edificare un mondo in cui possa venir racchiuso questo essere prematuramente nato […]. (Il sogno creatore) Vivere soli significa vivere a metà, essere reclusi, condannati […]. (Delirio e destino)
Hannah Arendt (1906-1975)
L’inizio è la suprema capacità dell’uomo; politicamente si identifica con la libertà umana […] Questo inizio è garantito da ogni nuova nascita; è in verità ogni uomo. (Le origini del totalitarismo)
Il fatto decisivo che determina l’uomo come essere consapevolmente rammemorante è la nascita o natalità, il fatto che siamo venuti al mondo attraverso la nascita, mentre ciò che determina l’uomo come essere desiderante è la morte o mortalità. [E] una vita senza discorso e senza azione […] è letteralmente morta per il mondo; ha cessato di essere una vita umana perché non è più vissuta fra gli uomini. Con la parola e con l’agire ci inseriamo nel mondo e questo inserimento è come una seconda nascita […] (Vita activa)
L’azione è l’attività politica per eccellenza, [per cui] la natalità e non la mortalità può essere la categoria centrale del pensiero politico. (Vita activa) […] il miracolo che preserva il mondo dalla sua normale […] rovina è […] il fatto della natalità, in cui è ontologicamente radicata la facoltà di agire [ossia] la nascita di nuovi uomini […], l’azione di cui essi sono capaci in virtù dell’esser nati. (Vita activa)