La nascita degli Stati Uniti d’America

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Transcript della presentazione:

La nascita degli Stati Uniti d’America

I primi viaggi di esplorazione delle coste del Nord America: Nel 1497 Giovanni Caboto esplora Terranova, Labrador e Nuova Scozia per conto di Enrico VII

Negli anni successivi, Amerigo Vespucci costeggia parte delle coste settentrionali senza toccare terra (1499 e 1502)

Seconda metà del ‘500: spedizioni di Gilbert, Frobisher, Hudson per trovare il passaggio di Nord-Ovest (senza esito)

Nel frattempo gli spagnoli avevano già creato un immenso impero

Ma nel 1590 del centinaio di coloni non si trovò più traccia. Il primo tentativo di insediamento inglese in America: la colonizzazione di Roanoke Island nel 1583 Walter Raleigh Ma nel 1590 del centinaio di coloni non si trovò più traccia.

Nonostante questo fallimento, in Inghilterra cresce l’interesse per intraprendere nuovi tentativi di colonizzazione Ma la corona (all’epoca era sul trono Elisabetta I) è più interessata alla guerra di corsa contro i galeoni spagnoli che a fondare colonie

La spinta a intraprendere spedizioni oltremare viene da figli cadetti della gentry, che hanno a disposizione capitali da investire

Ma anche motivazioni religiose convincono molti inglesi a lasciare la Madrepatria per le terre sconosciute al di là dell’Oceano

Le coste orientali del Nord America sono abitate da popolazioni indigene organizzate in tribù. Praticano l’agricoltura (soprattutto mais) e la pesca

Queste popolazioni reagiscono spesso alla colonizzazione dei bianchi attaccando gli insediamenti. Ma come gli indios del Centro e Sud America, il loro numero cala progressivamente in misura enorme, fino a scomparire da intere aree

1606: Giacomo I concede il permesso di colonizzare il Nord America a due compagnie private Lo scopo non è di fondare insediamenti agricoli, ma centri commerciali per la raccolta di pellicce, pesce, legname, potassio, catrame, pece

1607: tre piccole navi con 104 persone a bordo toccano le coste del Chesapeake (Virginia) e fondano Jamestown

La colonia si consolida con l’arrivo di donne (nel 1619) e con lo sviluppo della coltivazione di tabacco Contemporaneamente viene introdotto l’autogoverno e un’assemblea elettiva

1622: attacco indiano alla colonia (324 coloni uccisi) a cui fa seguito una terribile carestia Risultato: su 8’500 coloni sbarcati in Virginia ne rimangono vivi 1’275

1624: la corona assume il controllo diretto della colonia Per ovviare alla mancanza di manodopera, inizia la tratta degli schiavi neri

La colonizzazione religiosa Puritani: calvinisti inglesi contrari alla chiesa di stato Pellegrini: calvinisti inglesi che professavano uno stile di vita ancora più rigoroso rispetto ai puritani Quaccheri: ricercano la “luce interiore” e praticano una religione senza chiesa, clero e rituali formali Cattolici

I “pellegrini” fondano Plymouth e creano un governo locale 1620: Il Myflower, un vascello con una trentina di “pellegrini” diretti in Virginia, tocca Cap Cod, nell’attuale Massachusetts. I “pellegrini” fondano Plymouth e creano un governo locale

Prende così avvio l’emigrazione puritana nella Nuova Inghilterra… 1629: dopo lo scioglimento del Parlamento e la svolta sempre più assolutustica di Carlo I, molti inglesi decidono di partire per l’America per ragioni religiose Prende così avvio l’emigrazione puritana nella Nuova Inghilterra… …e quella cattolica nel Maryland

Nel 1642 si interrompe l’emigrazione dall’Inghilterra Ma la restaurazione di Carlo II dopo la parentesi repubblicana (1649-1658) apre una nuova fase di colonizzazione, attraverso concessioni sovrane a proprietari (singoli o gruppi) Nel 1681 Carlo II concede a William Penn l’ultima porzione di costa nordamericana non ancora concessa

Pacifisti, ma considerati pericolosi estremisti Nasce la Pennsylvania, che diventa terra di rifugio per i quaccheri, perseguitati in Inghilterra Pacifisti, ma considerati pericolosi estremisti

Carlo II (dal 1660) si impegna per dare una struttura politica e organizzativa omogenea alle colonie: Governatore nominato dalla corona o dal proprietario della colonia. Capo del governo, della magistratura e delle forze armate. Diritto di veto sulle leggi Assemblea legislativa eletta dai coloni più ricchi (ma si calcola che fra il 50 e l’80% degli abitanti avesse diritto di voto). Propone le leggi e controlla le finanze

Il Nord America diventa terra di emigrazione anche per francesi, olandesi, svedesi e tedeschi Questo crescente flusso di persone minaccia sempre più la sopravvivenza delle tribù indiane

A spartirsi il controllo dell’immenso territorio sono però spagnoli, francesi e inglesi Il Nord America nella prima metà del ‘700

Nel ‘700 gli insediamenti inglesi sono organizzati in 13 colonie appartenenti alla corona

La popolazione delle colonie inglesi nel Settecento: Inizio ‘700: 250’000 abitanti di nascita o discendenza europea. 1763: ca 2 mio. e mezzo 1/5 sono schiavi neri, di cui 9/10 vivono a sud della Pennsylvania

Elevato tasso di crescita: raddoppio della popolazione ogni 25 anni grazie a più nascite che morti e alle ondate migratorie (specialmente irlandesi, scozzesi e tedeschi) Maggioranza di popolazione maschile

L’economia delle colonie inglesi

Produzione di pellicce, farina, pesce, legname - Colonie del nord (Massachussets, Connecticut, New Hampshire, Rhode Island) formano il New England, e sono coperte in gran parte da foreste Produzione di pellicce, farina, pesce, legname

- Colonie del centro (New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware) possiedono le città e i porti più importanti Economia prevalentemente agricola e commerciale

- Colonie del sud (Virginia, Maryland, Carolina del nord, Carolina del sud, Georgia) fondano la loro economia sulle grandi piantagioni Produzione di tabacco, d’indaco e di riso (il cotone fu introdotto solamente in seguito) Economia schiavile

L’economia schiavile si basa sulla tratta dei neri, che avviene nel contesto del cosiddetto commercio triangolare

Mercantilismo e regolamentazione commerciale I rapporti economici tra colonie e madrepatria si basano su una ferrea applicazione del mercantilismo

Le colonie devono servire gli interessi della madrepatria non devono fare concorrenza all’Inghilterra devono garantire l’autosufficienza della madrepatria assorbire la produzione manifatturiera rifornire materie prime

Provvedimenti legislativi penalizzanti per le colonie: 1660 Navigation Act: solo sudditi inglesi possono commerciare beni coloniali i prodotti coloniali devono essere diretti solo in GB 1663 Staple Act: i manufatti europei diretti nelle colonie (con qualche eccezione) devono passare da un porto inglese, essere scaricati e reimbarcati per poi raggiungere l’America alti proventi doganali e svantaggio per i mercanti stranieri

Altre regole penalizzanti per le colonie, emanate tra il 1684 e il 1750: proibizione di battere moneta vietata l’esportazione di lana da una colonia all’altra vietata l’emigrazione di artigiani inglesi verso le colonie

I vincoli economici ostacolano il libero sviluppo dell’economia americana con l’aumento della popolazione americana, cresce la domanda di merci inglesi, con conseguente deficit commerciale a svantaggio delle colonie diventa vitale lo scambio commerciale con le colonie non britanniche (Guadalupa, Martinica e Santo Domingo) produttrici di zucchero

(a cui si cerca di ovviare attraverso il contrabbando) i produttori inglesi reagiscono: introdotta una forte tassa sui prodotti saccariferi non inglesi (Molasses Act 1733) (a cui si cerca di ovviare attraverso il contrabbando) Inoltre: le colonie accumulano denaro ma non possono investirlo nelle manifatture tessili e nell’edificazione di impianti industriali per la fabbricazione del ferro, vietati dalla legge (1750 Iron Act)

Angry Old England trying to restrain the rebelling colonists Per le 13 colonie si può dunque parlare di libertà politica (entro certi limiti) ma anche di servitù commerciale Angry Old England trying to restrain the rebelling colonists

Ma esistono anche oggettivi vantaggi per i coloni: i prodotti coloniali godono di un mercato protetto in Inghilterra e sono sussidiati l’industria delle costruzioni navali è agevolata dall’esclusione delle navi straniere dal commercio coloniale viene incentivata la produzione di ferro grezzo

L’agricoltura resta comunque l’attività economica predominante nelle colonie e, nonostante le leggi mercantilistiche, nelle colonie aumenta la ricchezza L’indipendenza non è ancora sentita come un’esigenza. Anzi, i coloni, specialmente l’élite coloniale, si sentono fieri di essere inglesi

L’inizio della svolta: la Guerra dei Sette anni (1756-1763)                                                                                                                                                                                                                         

la guerra scoppia in Europa ma il teatro principale è l’America del Nord francesi (alleati agli spagnoli) e inglesi si scontrano per questioni territoriali

Esito della Guerra dei Sette anni: Vittoria della Gran Bretagna nel 1763 la Francia cede alla GB la Nuova Scozia, Terranova e il Canada la GB ottiene anche la Florida dalla Spagna, schieratasi a fianco della Francia la Spagna ottiene New Orleans e vasti territori a Ovest del Mississippi, promesse dalla Francia prima del conflitto

… e dopo la Guerra dei Sette anni Il Nord America prima…

Le conseguenze della Guerra dei Sette anni per le 13 colonie a) la GB vieta ai coloni di spingersi al di là di una linea tracciata sui Monti Appalachi. Vuole infatti evitare scontri con gli indiani, con i quali ha stipulato un accordo nel 1763

b) la madrepatria impone alle 13 colonie il mantenimento di truppe inglesi nelle città costiere. La misura solleva sospetto e timori tra i coloni.

c) la GB impone alle colonie nuovi provvedimenti restrittivi in campo economico e nuove tasse indirette: Sugar Act (1764): dazi su tessuti, zucchero, indaco, caffè e vino esteri importati nelle colonie Stamp Act (1765): tasse di bollo sugli atti d’ufficio (revocato in seguito a proteste, petizioni e tumulti) Towsshend act: ulteriori tasse sui prodotti importati (revocato in seguito a proteste) Tea Tax: tassa sul tè

Si diffonde lo slogan “no taxation without representation”. Per i coloni il Bill of Rights e la Magna Charta non sono rispettati poiché il Parlamento inglese non può imporre tasse senza il loro consenso

La tensione cresce: primi scontri sporadici tra soldati inglesi e coloni 1770: a Boston i soldati sparano sulla folla minacciosa che protestava contro la presenza di due reggimenti inviati dall’Irlanda: cinque civili rimangono uccisi

1773: il Parlamento inglese concede alla Compagnia delle Indie Orientali il monopolio della vendita di tè in America “Boston Tea Party”: un gruppo di coloni travestiti da indiani butta a mare un carico di tè del valore di 10’000 sterline

indignazione in tutte le colonie le autorità britanniche rispondono con una serie di leggi repressive (Coercive Acts) indignazione in tutte le colonie 1774: Primo Congresso di Philadelphia: rappresentanti di tutte le colonie decidono misure di ritorsione e di disobbedienza civile verso la madrepatria e inoltrano una petizione al re che chiede giustizia

La guerra di indipendenza è di fatto iniziata Ma la situazione precipita: nell’aprile 1775 si verificano i primi scontri tra coloni ribelli e truppe britanniche Lexington, Massachusetts, April 19, 1775 Concord, Massachusetts, April 19, 1775 La guerra di indipendenza è di fatto iniziata

Maggio 1775: secondo Congresso di Philadelphia: I rappresentanti delle 13 colonie decidono di formare un «esercito delle Colonie Unite» e di affidarne il comando a George Washington ribadiscono però la fedeltà al re Giorgio III ma gli chiedono di liberarsi dei ministri «falsi e crudeli» contemporaneamente approvano la «Dichiarazione sulle cause e necessità di prendere le armi»

Il re ricorre addirittura al reclutamento di 30’000 mercenari tedeschi Per più di un anno il Congresso non vuole la rottura con la Gran Bretagna e i delegati continuano ad affermare la loro fedeltà alla Corona Ma Giorgio III opta per la linea dura e afferma l’intenzione di ricorrere alla forza per sedare la rivolta Il re ricorre addirittura al reclutamento di 30’000 mercenari tedeschi A questo punto anche i coloni più indecisi si convincono che la separazione dalla madrepatria sia l’unica via di uscita

A spingere molti coloni ad accettare l’idea della separazione contribuisce un pamphlet di Thomas Paine che ebbe un’enorme diffusione dal titolo «Common Sense»

4 luglio 1776: i delegati delle 13 colonie votano la Dichiarazione di indipendenza

Si conclude nell’ottobre 1781 La guerra, iniziata un anno prima della Dichiarazione di indipendenza, prosegue per sei anni Si conclude nell’ottobre 1781 La pace tra GB e le ex colonie viene firmata il 3 settembre 1783. La Gran Bretagna riconosce formalmente l’indipendenza americana

Le prime bandiere 1777 1776 1795 1777

Ottenuta l’indipendenza, ognuno dei 13 Stati si dà una Costituzione ogni costituzione prevede la rigida separazione dei poteri i governatori sono eletti ogni anno dalle assemblee o dai votanti estensione del suffragio quasi tutti gli Stati istituiscono un senato composto di “saggi” ogni Stato è considerato libero e indipendente ed ha la facoltà di muovere guerra, concludere la pace e godere di tutte le prerogative tipiche di ogni Stato autonomo

Molti ideali illuministici trovano spazio nelle costituzioni degli Stati non c’è la preoccupazione di eliminare le distinzioni sociali ma aumenta la mobilità sociale: il ceto medio può accedere più facilmente alla proprietà, specialmente nelle terre dell’Ovest i diritti politici sono riconosciuti solo ai proprietari alcuni Stati aboliscono i titoli nobiliari e molti l’ereditarietà delle cariche

la libertà religiosa viene consolidata ma gli Americani rimangono molto religiosi. Washington istituisce la «giornata del ringraziamento» per l’inaugurazione della Costituzione del 1789 lo schiavismo viene abolito in tutti gli Stati del Nord; nel Sud rimane, anche se molti proprietari concedono spontaneamente la libertà ai loro schiavi (l’abolizione su tutto il territorio USA sarà decretata nel 1865)

Stato unitario, confederazione o stato federale? 1781: le 13 ex colonie diventano una confederazione, gli «Stati Uniti d’America» 1787: viene varata una Costituzione che fa degli Stati Uniti uno stato federale. L’autorità degli Stati viene limitata e avviene una concentrazione di poteri a livello federale 1789: George Washington viene eletto presidente

A partire da quella data, l’unione continua ad allargarsi a scapito di Francia e Spagna ma soprattutto degli indiani

Assetto politico degli USA

Maldwin A. Jones, Storia degli Stati Uniti, RCS, Milano 2004 Bibliografia: Maldwin A. Jones, Storia degli Stati Uniti, RCS, Milano 2004 Bernard bailyn e Gordon S. Wood, Le origini degli Stati Uniti, Società editrice iI Mulino, Bologna 1987 m. chiaruttini – 2008