I crimini contro l’umanità dello stato nazista (3)

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Transcript della presentazione:

I crimini contro l’umanità dello stato nazista (3) L’ eutanasia di Stato (l’eliminazione dei “disabili”) La riduzione in schiavitù nei lager La Shoah e il Porrajmos (gli stermini degli ebrei, dei Rom e dei Sinti) La persecuzione degli omosessuali, dei Testimoni di Geova e degli oppositori politici

Le marce della morte quando ormai la Germania era sconfitta e nell’imminenza dell’arrivo dell’Armata rossa l’eliminazione degli ebrei (in particolare le donne rimaste vive nei campi) fu affidata alle “marce della morte”: centinaia di chilometri percorsi a piedi con lo specifico intento di far morire di stenti le prigioniere

negazione diritti civili pogrom leggi razziali in Germania e Italia Antisemitismo: negazione diritti civili pogrom leggi razziali in Germania e Italia 3. Dall’antisemitismo alla shoah La shoah è non l’unico ma il più “incomprensibile” e il più grande genocidio consumato nel Novecento. Genocidio è termine nuovo coniato dai giuristi proprio per definire lo sterminio degli ebrei perpetrato dal nazismo. Le radici dello sterminio degli ebrei affondano nella storia dell’Europa e risalgono all’antigiudaismo cristiano quando questo si combina con le teorie razziali di fine Ottocento. Il risultato è una miscela di pregiudizi non ancora sradicati che si manifestano nell’antisemitismo di ieri e di oggi.

Il cosiddetto Manifesto degli scienziati razzisti, pubblicato il 14 luglio 1938

Da La difesa della razza, 10 novembre 1938

La fine (1) La legislazione persecutoria introdotta nel 1938 era ancora in corso di applicazione (e di aggravamento) al momento della prima caduta di Mussolini il 25 luglio 1943. Dal settembre 1943 all’aprile 1945, nell’Italia centro-settentrionale sottoposta all’occupazione militare del Terzo Reich e della nuova Repubblica Sociale italiana, la legislazione antiebraica venne confermata e aggravata: essa era ormai caratterizzata dalle deportazioni nei campi d’internamento italiani e poi nei lager d’oltralpe: dalla persecuzione dei diritti si era passati alla persecuzione delle vite degli ebrei. Auschwitz Birkenau, l’enorme struttura creata dai nazisti per la “soluzione finale del problema ebraico”: qui erano destinati tutti i deportati ebrei dall’Europa Occidentale, tra cui quelli italiani.

La fine (2) La revoca delle leggi antiebraiche ebbe luogo provincia per provincia nel corso del 1943-45, via via che gli Alleati e la Resistenza antifascista vi portavano la libertà e (si sperava) la democrazia. Bambini in arrivo ad Auschwitz-Birkenau (destinati a passare entro pochi minuti entro la camera a gas, oppure a diventare cavie per esperimenti medici). Degli ebrei ancora presenti in Italia in quel periodo, circa 500 riuscirono a passare la linea del fronte e a raggiungere le regioni liberate; oltre 5.500 riuscirono a rifugiarsi in Svizzera; oltre 7.800 vennero arrestati nella penisola. Di essi, 300 furono uccisi in Italia e oltre 7.500 deportati; di questi ultimi, sono noti nome e destino solo per 6.800: oltre 5.900 uccisi e oltre 800 sopravvissuti. Le altre 29.000 persone classificate “di razza ebraica” vissero in clandestinità fino alla Liberazione, protette da altri perseguitati o – più spesso – da non ebrei (oggi denominati “giusti”); di esse, un migliaio partecipò alla lotta partigiana.

Le cifre dello sterminio ebraico Bergen-Belsen 20 aprile 1945

“I forni crematori sono il progresso dei roghi” Un estratto dal film Mattatoio di Dio di Federico Nobili (2005), ispirato dai testi di Georg Büchner e con la partecipazone di Giovanni Lindo Ferretti, Prodotto in occasione del sessantesimo anniversario della Shoah.

IL GENOCIDIO DEI ROM e sinti (porrajmos o samudaripen) IN EUROPA, 1939–1945 Facendo leva sull’approvazione di molti tedeschi, che pur non essendo nazisti avevano però pregiudizi sociali contro i Rom e i Sinti, il Regime dichiarò quest'ultimi “un miscuglio pericoloso di razze deteriorate”. Il destino di Rom e Sinti fu molto simile, per alcuni aspetti, a quello degli ebrei. Durante il regime nazista, le autorità tedesche sottoposero gli “zingari” all’internamento, al lavoro forzato, e, infine, allo sterminio. Non si sa con assoluta precisione quanti Rom e Sinti siano stati uccisi. Anche se non è possibile determinare esattamente cifre o percentuali, gli storici ritengono che i tedeschi e i loro alleati abbiano ucciso circa il 25 % dei Rom e dei Sinti europei. Dei poco meno di un milione di “zingari” che vivevano in Europa prima della guerra, i tedeschi e i loro alleati dell’Asse ne uccisero almeno 220.000, fino a mezzo milione secondo alcune fonti.

La persecuzione degli omosessuali durante il nazifascismo Con l’intento di purificare la società tedesca e propagare l’ideale di razza ariana, i nazisti condannarono gli omosessuali come "socialmente aberranti". Subito dopo essere stato eletto, il 30 gennaio 1933, Hitler mise fuori legge tutte le associazioni gay e lesbiche. Le truppe di Camicie Brune (SA), razziarono i luoghi di incontro e di socializzazione degli omosessuali. Stroncata e ridotta alla clandestinità, questa cultura era fiorita nella relativa libertà degli anni ‘20, nei pub e nei Caffè di Berlino, Amburgo, Monaco, Brema ed altre città tedesche.

Il triangolo rosa nei campi di concentramento "Ho cercato di fare una conta per difetto: il risultato della stima é che ci sono stati circa 10.000 uomini con il triangolo rosa nei campi di concentramento (possono essere stati 5.000 come forse 15.000). Questa cifra é stata confermata anche da successive ricerche e stime. Noi siamo stati una piccola minoranza di perseguitati, anche perché siamo ancora oggi una piccola minoranza nella società. Spesso qualcuno riferisce di centinaia di migliaia di omosessuali morti nei lager, ma ciò non corrisponde al vero, ed anche gli omosessuali stessi non dovrebbero citare numeri a cinque zeri. Il destino degli uomini nei campi di concentramento era orrendo, in particolar modo quando portavano il triangolo rosa. Secondo i nostri conteggi, che possono essere convertiti in percentuale, essi avevano un rischio di morte particolarmente alto (60%) se comparato con le altre categorie di internati. Tali stime sono però alquanto approssimative se si prendono in considerazione anche gli internati ebrei, polacchi e russi. In conseguenza di ciò penso che dovremmo rinunciare a comparare fra loro le diverse categorie dei perseguitati dal nazismo: ognuno ha avuto il proprio destino, e per ogni categoria di internati la persecuzione nazista ha rappresentato qualcosa di particolare. “ Rüdiger Lautmann, "Le Ragioni di un Silenzio. La persecuzione degli omosessuali durante il nazifascismo" , in Atti del Seminario di Verona, 16 ottobre 1999

La persecuzione nazista dei Testimoni di Geova Quando Hitler ascese al potere nel 1933, i Testimoni di Geova (“Lettori della Bibbia”) contavano circa 25.000 associati attivi. Mentre le Chiese assicuravano al Führer il loro appoggio, i Testimoni avevano da tempo espresso il loro rifiuto ad un’ideologia razzista e totalizzante come quella nazionalsocialista. A motivo delle loro convinzioni basate sulle Scritture, i Testimoni tedeschi rifiutavano di fare il saluto nazista, di iscriversi al partito nazionalsocialista e in seguito di partecipare ad attività militari (come prestare il servizio di leva e andare in guerra). Quasi 10.000 Testimoni furono imprigionati o deportati nei campi nazisti.  Ai "Triangoli Viola" sarebbe bastato una lettera di abiura della propria fede, per essere liberati dai nazisti, cosa che nella stragrande maggioranza essi non fecero. Nei lager, dove erano rinchiusi, 2.000 di loro morirono, di cui oltre 350 furono fucilati, decapitati o condannati alle camere a gas.

La persecuzione degli oppositori politici I primi tedeschi ad essere internati nei campi furono i comunisti, i socialisti, i socialdemocratici e i sindacalisti. Oppositori politici furono considerati anche scrittori e artisti che avevano realizzato lavori considerati sovversivi. Uno dei più famosi campi di lavoro destinato prevalentemente (ma non solo) agli oppositori politici fu Sachsenhausen, 35 chilometri a nord di Berlino. Molti dei detenuti politici di Sachsenhausen vi morirono per percosse e maltrattamenti deliberatamente inferti, fatica, malnutrizione e malattie.

Differenza tra Gulag sovietici e Lager nazisti “La principale differenza consiste nella finalità. I Lager tedeschi costituiscono qualcosa di unico nella pur sanguinosa storia dell’umanità: all’antico scopo di eliminare o terrificare gli avversari politici, affiancano uno scopo moderno e mostruoso, quello di cancellare dal mondo interi popoli e culture. A partire pressappoco dal 1941, essi diventano gigantesche macchine di morte […] I campi sovietici non erano certo luoghi in cui il soggiorno fosse gradevole, ma in essi, neppure negli anni più oscuri dello stalinismo, la morte dei prigionieri veniva espressamente cercata: era un incidente assai frequente, e tollerato con brutale indifferenza, ma sostanzialmente non voluto […] In questo lugubre confronto fra i due modelli di inferno bisogna ancora aggiungere che nei Lager tedeschi, in generale, si entrava per non uscirne: non era previsto alcun termine altro che la morte. Per contro, nei campi sovietici un termine è sempre esistito.” Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947 (P. Levi, scrittore ebreo, fu deportato ad Auschwitz nel febbraio del 1944)

Norimberga e la riaffermazione delle “leggi umane” Valore storico Svolta nella cultura giuridica La logica della guerra l’obbedienza alle leggi dello stato non giustificano i crimini contro l’umanità 4. Norimberga e la riaffermazione delle “leggi umane” Il processo ai criminali nazisti celebrato a Norimberga tra il 1945 e il 1946 afferma un fondamentale principio giuridico: “l’uccisione, lo sterminio, la riduzione in schiavitù, la deportazione o qualsiasi altro atto disumano condotto ai danni di qualsiasi popolazione civile, nonché le persecuzioni per motivi politici, razziali o religiosi” sono crimini contro l’umanità che in nessun modo possono essere giustificati. Il tribunale di Norimberga è il primo passo verso la costituzione di una corte penale internazionale permanente che sarà istituita nel 2002. Statuto di Roma ratificato nel 2002 Corte penale internazionale permanente Norimberga 1945 - 46: un Tribunale militare internazionale per processare i responsabili dei “crimini contro l’umanità”

L’art. 6 dello statuto di Norimberga ha stabilito che “… l’omicidio volontario, lo sterminio, la riduzione in schiavitù, la deportazione o qualsiasi altro atto disumano condotto ai danni di qualsiasi popolazione civile, nonché le persecuzioni per motivi politici, razziali o religiosi …” sono crimini contro l’umanità che in nessun modo possono essere giustificati.