Green Fluorescent Protein Con questo premio si è voluto riconoscere il contributo della GFP nella comprensione dei meccanismi che regolano la vita.

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Transcript della presentazione:

Green Fluorescent Protein Con questo premio si è voluto riconoscere il contributo della GFP nella comprensione dei meccanismi che regolano la vita cellulare. Aequorea victoria Premio Nobel per la Chimica 2008 è stato assegnato a Roger Tsien, Martin Chalfie, e a Osamu Shimomura, “for the discovery and development of the green fluorescent protein, GFP” 3 3

Green Fluorescent Protein La green fluorescent protein (GFP) fu scoperta nel 1962 in una medusa, l’Aequorea victoria, così chiamata perché raccolta nella baia dell’isola Victoria in Canada. facilmente riconoscibile dalla forma perfettamente sferica del suo ombrello 4 4

Green Fluorescent Protein La medusa Aequorea victoria se ne serve come richiamo, o per spaventare eventuali predatori. La GFP, se colpita ed eccitata da una radiazione ad una specifica lunghezza dʼonda, è in grado di riemettere luce di colore verde acceso. Grazie alla sua proprietà di fluorescenza, alle sue modeste dimensioni è diventata negli ultimi decenni un diffuso strumento per esperimenti e tecniche di biologia molecolare bioluminescente Luce Verde Luce Azzurra 5 5

Green Fluorescent Protein Osamu Shimomura è stato il primo a isolare la proteina GFP e a scoprire la sua fluorescenza verde. La GFP è costituita da 238 amminoacidi e ha un PM di 27000 Dalton. È costituita da 11 foglietti beta disposti in circolo a formare una struttura denominata barile-β (β-barrel o β-can). Inoltre sono presenti due segmenti ad alfa elica, uno alla base del barile, l'altro lungo il suo asse centrale. Quest'ulima elica contiene il fluoroforo, ovvero la porzione in grado di assorbire la luce ed emettere fluorescenza. studiare il fenomeno della bioluminescenza. Tuttavia l’interesse di Shimomura per Aequorea era diretto esclusivamente allo studio e caratterizzazione dal punto di vista chimico e biochimico del fenomeno della bioluminescenza; mai aveva pensato di utilizzare la GFP come molecola tracciante. il fluoroforo (ovvero la porzione in grado di emettere fluorescenza), formato a partire dal tripeptide Ser 65-Tyr 66-Gly 67. La struttura, nel complesso, è molto compatta, in modo da proteggere il fluoroforo da reazioni con altre molecole che lo potrebbero inattivare. 6 6

Green Fluorescent Protein 7

Green Fluorescent Protein Fu Douglas Prasher il primo a intuire la possibilità di usare la GFP come tracciante e questa intuizione aprì la strada alla straordinaria rivoluzione che ha portato la GFP a meritare il premio Nobel. M. Chalfie riuscì a clonare la proteina GFP per utilizzarla come tracciante e studiare così l’espressione e il destino delle proteine; 8 8

Green Fluorescent Protein Nel 1994 la GFP è stata clonata... Fu Martin Chalfie a fare il passo successivo. Una studentessa del suo gruppo, Ghia Euskirchen, riuscì a incorporare il gene della GFP, che Chalfie aveva avuto da Prasher, dentro E. coli, cosicché diventasse verde quando veniva illuminata con luce blu. 9 9

I VANTAGGI: Emette fluorescenza Piccole dimensioni Non richiede substrati

Green Fluorescent Protein ….e da allora, a scopi scientifici, industriali e commerciali, cellule, alghe, batteri vermi e perfino conigli, maiali o pesci sono stati resi fluorescenti. Utilizzata come tracciante per studiare l’espressione, la funzione e il destino delle proteine. 11 11

Green Fluorescent Protein Roger Tsien mise a punto nuove tecniche, produsse molte proteine mutanti, che emettono fluorescenza più rapidamente, con maggiore intensità e anche di diversi colori 12 12

…di tutti i colori 13

Esempi di applicazioni della proteina GFP in biologia molecolare

1) Molecole fluorescenti per lo studio dei promotori I geni possono essere espressi a livelli diversi in organi/tessuti diversi Cellula tessuto A Cellula tessuto B promotore promotore

«istruire» una cellula o un animale con DNA della GFP ed un promotore gene A Gene virus gene GFP trasferimento in cellule o animali

“Brainbow” 17

2) Uso della proteina GFP per lo studio delle connessioni cellulari

Struttura di una cellula eucariotica

Struttura del nucleo Poro nucleare Membrana nucleare Cromatina Membrana esterna Membrana interna Cromatina Nucleolo Reticolo Endoplasmatico Ribosomi

I PORI NUCLEARI NON SONO DEI SEMPLICI BUCHI! Struttura del nucleo All’interno dell’involucro nucleare vi è la lamina nucleare, una rete di filamenti con funzione di supporto Il nucleo è perforato da grosse strutture note come «i complessi dei pori nucleari» Costituiti da più di 50 proteine diverse chiamate nucleoporine con simmetria ottagonale I PORI NUCLEARI NON SONO DEI SEMPLICI BUCHI!

Struttura del poro nucleare Sono canali acquosi attraverso i quali piccole molecole solubili in acqua possono diffondere passivamente Consentono il “passaggio selettivo di molecole” Possono essere numerosi con struttura ordinata ottagonale Ai pori sono associate strutture ad entrambi i lati 22

Alcune piccole molecole passano liberamente attraverso i pori NUCLEO CITOSOL Le dimensioni effettive di queste molecole sono state determinate inniettando nelcitosol molecole marcate solubili in h2o di mdiff dimensioni 5000 17000 6000 DALTON (UNITà DI MASSA ATOMICA) < 9nm SI Dimensioni delle proteine che entrano nel nucleo per diffusione libera > 9nm NO Dimensioni delle proteine che entrano nel nucleo tramite trasportatori 23

Molte molecole entrano ed escono dal nucleo COSA ESCE rRNA, tRNA, mRNA, ribosomi etc. COSA ENTRA Proteine: polimerasi, istoni, fattori di trascrizione, Proteine ribosomiali, etc. Nucleotidi, etc. 100.000-200-000 DALTON

Esistono segnali di trasporto di proteine nel nucleo? Come sono fatti questi segnali? Come si dimostra l’esistenza di questi segnali?

Esistono segnali di trasporto di proteine nel nucleo? Come sono fatti questi segnali? Come si dimostra l’esistenza di questi segnali?

Le sequenze NLS Nuclear Localization Signals Sequenze ricche di aa basici PKKKRKV All’interno della proteina Frequentemente bipartite PROTEINA ANTIGENE T (SV40) PROTEINA 72kDa (adenovirus) VP2/3 (polioma) 70kDa (drosophila) c-myc (pollo) SEQUENZA Pro-Lys-Lys-Lys-Arg-Lys-Val Pro-Lys-Lys-Lys-Lys-Lys-Arg Gln-Lys-Lys-Lys-Arg-Lys-Leu Lys-Arg-Gly-Lys-Arg-Lys-Lys Glu-Gln-Lys-Arg-Arg-Arg-Arg

Le sequenze sono riconosciute da recettori specifici 1. Proteine solubili (importine) riconoscono le sequenze 2. Il complesso Importina- proteina nucleare si lega alle proteine del Poro (NUP) (RIPETIZIONI FG) 3. Il Poro si dilata ed il complesso lo attraversa 4. L’importina si dissocia dalla proteina nucleare 5. L’importina torna nel citosol IL MECCANISMO D’AZIONE Esempi: Importine  e  TNPO1

Esistono segnali di trasporto di proteine nel nucleo? Come sono fatti questi segnali? Come si dimostra l’esistenza di questi segnali?

Come si dimostra l’esistenza di questi segnali? 1. RIMOZIONE DELLA SEQUENZA 2. MUTAZIONE DELLA SEQUENZA 3. TRASFERIMENTO DELLA SEQUENZA SU UN’ALTRA PROTEINA

Come si dimostra l’esistenza di questi segnali? 1. RIMOZIONE DELLA SEQUENZA 2. MUTAZIONE DELLA SEQUENZA 3. TRASFERIMENTO DELLA SEQUENZA SU UN’ALTRA PROTEINA

UNA PROTEINA REPORTER CHE NON SI LOCALIZZA NEL NUCLEO LA PROTEINA REPORTER CON NLS SI LOCALIZZA NEL NUCLEO

ANCHE L’ESPORTAZIONE DI PROTEINE DAL NUCLEO RICHIEDE SEGNALI NES = NUCLEAR EXPORT SIGNALS Circa 10 aa – ricche in leucina Riconosciuti da recettori di esportazione Esempi: Rev (proteina di HIV) hnRNP A1 (38 residui aa) CAS che lega e trasporta importina α NUCLEO CITOSOL Simile ma alla rovescia 1. PROTEINE SOLUBILI (ESPORTINA) RICONOSCONO LE NES 2. IL COMPLESSO ESPORTINA-PROTEINA NUCLEARE SI LEGA AL PORO 3. IL COMPLESSO ATTRAVERSA IL PORO 4. L’ESPORTINA SI DISSOCIA DALLA PROTEINA NUCLEARE 5. L’ESPORTINA TORNA NEL NUCLEO 33

ANCHE L’ESPORTAZIONE DI PROTEINE DAL NUCLEO RICHIEDE SEGNALI NES = NUCLEAR EXPORT SIGNALS Circa 10 aa – ricche in leucina Riconosciuti da recettori di esportazione Esempi: Rev (proteina di HIV) hnRNP A1 (38 residui aa) CAS che lega e trasporta importina α NUCLEO CITOSOL Simile ma alla rovescia 1. PROTEINE SOLUBILI (ESPORTINA) RICONOSCONO LE NES 2. IL COMPLESSO ESPORTINA-PROTEINA NUCLEARE SI LEGA AL PORO 3. IL COMPLESSO ATTRAVERSA IL PORO 4. L’ESPORTINA SI DISSOCIA DALLA PROTEINA NUCLEARE 5. L’ESPORTINA TORNA NEL NUCLEO 34

ANCHE L’ESPORTAZIONE DI PROTEINE DAL NUCLEO RICHIEDE SEGNALI NES = NUCLEAR EXPORT SIGNALS Circa 10 aa – ricche in leucina Riconosciuti da recettori di esportazione Esempi: Rev (proteina di HIV) hnRNP A1 (38 residui aa) CAS che lega e trasporta importina α NUCLEO CITOSOL Simile ma alla rovescia 1. PROTEINE SOLUBILI (ESPORTINA) RICONOSCONO LE NES 2. IL COMPLESSO ESPORTINA-PROTEINA NUCLEARE SI LEGA AL PORO 3. IL COMPLESSO ATTRAVERSA IL PORO 4. L’ESPORTINA SI DISSOCIA DALLA PROTEINA NUCLEARE 5. L’ESPORTINA TORNA NEL NUCLEO 35

Digestione enzimatica del vettore pEGFP Reazione di Annealing Digestione enzimatica del vettore pEGFP Clonaggio di un segnale di importo nucleare (NLS) in vettore pEGFP Purificazione del vettore mediante elettroeluizine Reazione di Ligasi Trasformazione batterica e piastratura Preparazione e verifica dei plasmidi Miniprep Verifica della localizzazione di NLS-pEGFP mediante IF Trasfezione di NLS-pEGFP in cellule HEK293 36

Reazione di Annealing IV A IV B

Digestione del vettore pEGFP

TRASFORMAZIONE BATTERICA

Miniprep IV A IV B 1 2 3 4 5 6

Trasfezione in cellule Hek293 1) pEGFP 2) NLS-GFP

Trasfezione 2 3 4

Risultati trasfezione in cellule Hek293 dopo 48h 1) pEGFP 2) NLS-GFP Esperimento effettuato per verificare la localizzazione cellulare di una sequenza NLS legata a GFP

Protocollo/ diario di bordo Analisi dei risultati ottenuti e relazione finale 3) Questionario 4) Presentazione Power Point e valutazione del prodotto finale - Esposizione orale dei contenuti significativa e corretta - Rispetto dei tempi stabiliti per l’esposizione - Coerenza tra immagini e contenuti - Individuazione di parole/chiave - Efficacia nella distribuzione del lavoro - Creatività ed originalità del prodotto finale