La Rivoluzione Industriale

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Transcript della presentazione:

La Rivoluzione Industriale L’alba dell’Industrializzazione Realizzato da Viola Carboni, Sabrina Coltro, Letizia Frigerio, Simona Scavone e Alessia Tesio

PERCHE’ PROPRIO IN INGHILTERRA? 1) Dopo la Rivoluzione Inglese, l'Inghilterra può contare su: SISTEMA POLITICO  che incentivava lo spirito individuale d'iniziativa della borghesia intraprendente STABILITÀ ECONOMICA che aveva permesso agli imprenditori inglesi di investire in nuove imprese, di incoraggiare investimenti e di scoprire nuovi mercati oltremare

2) era in possesso di un vasto impero coloniale che garantiva il costante afflusso di materie prime; 3) era stata coinvolta nella Rivoluzione Agraria, le cui nuove tecniche favorirono una rivoluzione in agricoltura che stimolò il processo di industrializzazione CONSEGUENZE estensione del mercato interno (costruzione di efficiente rete di trasporto) maggiori disponibilità alimentari esodo dalle campagne crescita demografica diffondersi del lavoro salariato disponibilità di capitali per impieghi industriali Nascita del proletariato industriale

4) era dotata di grandi depositi di carbone e ferro, materiali essenziali per l'industrializzazione; 5) il suo clima pacifico incoraggia il libero pensiero, per cui gli scienziati inglesi hanno potuto dedicare il loro tempo a sviluppare nuove ed efficienti tecnologie DUNQUE... non c'è stato nessun unico motivo per cui la rivoluzione industriale sia avvenuta in Gran Bretagna poiché è  stata il risultato di una serie di processi che si erano venuti a sviluppare su un lungo arco di tempo.

FATTORI SCATENANTI DELLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA

LA RIVOLUZIONE AGRARIA Il primo movente Le conseguenze della rivoluzione agraria furono: 1)l'introduzione di nuove piante alimentari di provenienza americana 2) Il passaggio dalla rotazione triennale alla rotazione quadriennale BENEFICI: sfruttamento migliore e più efficiente del territorio coltivato 

aumento bovini e concimazione naturale 3) le rotazioni agrarie con le foraggere 4) Passaggio dall’OPENFIELD (terre comuni) al BOCAGE (le recinzioni). DI CONSEGUENZA aumento bovini e concimazione naturale forte incremento delle produzioni agricole e casearie

PER CUI... L'accresciuta produttività agricola e dunque la minor richiesta di manodopera provocarono: 1) l'allontanamento di masse rurali dalle campagne alle città (per l'eliminazione delle terre comuni) in cerca di un lavoro; 2) i pochi contadini rimanenti divennero salariati questo flusso di manodopera si riversò nei centri manifatturieri, alimentando la formazione del proletariato urbano

INCREMENTO DEMOGRAFICO La rivoluzione industriale innescò diverse dinamiche socio-economiche che, combinatesi fra loro, provocarono nelle aree coinvolte un rapido e considerevole accrescimento della popolazione a livello demografico nel giro di alcuni decenni.L’Inghilterra sperimenta una forte caduta della mortalità, un incremento della natalità e di conseguenza una crescita della popolazione urbana. Il forte incremento demografico fu reso possibile dalla disponibilità delle risorse naturali, i progressi nel campo igienico e sanitario, che abbatterono i tassi di mortalità innalzarono l'età media della popolazione, l'estinzione o comunque la riduzione delle ricorrenti calamità che da secoli colpivano le aree più popolate, (le epidemie infatti divennero meno frequenti e violente, mentre alcune malattie, come la peste, scomparvero del tutto grazie alla diffusione delle pratiche igieniche, all'attenzione riservata alla potabilità dell'acqua, alla costruzione di sistemi fognari efficienti). Cambia la distribuzione degli abitanti sul territorio con lo spopolamento delle campagne e la concentrazione intorno a nuclei urbani sempre più grandi; nasce il processo di urbanizzazione.

Fu infatti prevalentemente nei centri urbani, specie se industriali, che si avvertì la crescita della popolazione, con il repentino aumentaredi grandi sobborghi a ridosso delle città, nei quali si ammassava il sottoproletariato che dalle campagne cercava lavoro nelle fabbriche cittadine. Si trattava per lo più di quartieri malsani e malfamati, in cui le condizioni di vita per decenni rimasero spesso al limite della vivibilità. Si venne a definire quel fenomeno chiamato “urbanizzazione incontrollata”

LA POLITICA FAVORÌ LA RIVOLUZIONE Perché? In che modo? 1) con la creazione di un vasto mercato nazionale (conseguentemente all’unificazione delle corona inglese e scozzese) che permise la libera circolazione delle merci  DUNQUE... il commercio si avvantaggiava della presenza di mercati esterni protetti.  (NO DAZI)

2) per la presenza di una nobiltà disponibile all’attività imprenditoriale che non disprezzava le attività economicamente produttive; 3) per la presenza di una borghesia intraprendente sempre in crescita, sufficientemente tutelata e garantita nella propria libertà di iniziativa dalla legislazione;

4) per lo sviluppo di una mentalità imprenditoriale aperta alle novità, plasmata dall’ etica protestante del lavoro E per la diffusione del senso della responsabilità nel rispetto del bene comune per cui la borghesia si sentiva costantemente chiamata a partecipare alla creazione di un mondo nuovo e questo stimolava loro a ricercare un progresso costante che considerava il successo economico un segno tangibile della Grazia Divina

I COMMERCI -Lo sviluppo dell’economia indotto dall’utilizzo delle nuove tecnologie meccaniche determina ben presto l’esigenza di aprire nuovi mercati. Ampliando i mercati, la ricchezza della società può crescere in misura sempre maggiore. Per aumentare i capitali bisogna dunque sia raggiungere nuovi mercati esterni (attraverso il miglioramento della rete dei trasporti), sia aprirne di nuovi interni (migliorando le condizioni di vita e le retribuzioni dei lavoratori per renderli consumatori dei beni che loro stessi producono). UN MERCATO INTERNO BEN SVILUPPATO GARANTISCE INFATTI: -la compravendita con mercati esteri -la disponibilità di un capitale che può esser investito nella piccola industria nascente -la disponibilità di materie prime

Nel Settecento si verificò un forte sviluppo dei commerci tra gli stati europei, ma soprattutto si intensificarono gli scambi commerciali tra i diversi continenti del mondo, in particolare con quelle regioni dell'America, dell'Africa e dell'Asia colonizzate dalle potenze europee. Nel 1780 le potenze europee controllavano circa i tre quarti di tutto il commercio internazionale. Il centro di questa rete di scambi mondiali era costituito dall'Inghilterra, che allora disponeva della flotta più potente del mondo, seguita dalla Francia.

Londra divenne la capitale del commercio internazionale Gli scambi esterni erano aumentati in seguito al mercantilismo seicentesco (in particolare dopo gli Atti di navigazione) La diffusione del putting-out system (Il settore tessile inglese del XVIII secolo era costituito da mercanti-manifatturieri che si servivano di lavoratori a domicilio) e presenza di un’area di libero scambio favorirono le attività commerciali Lo scambio interno cresce molto nel Settecento a causa dei redditi più elevati e dell’aumento della popolazione I prodotti inglesi potevano contare su forte domanda interna ed esterna Le altre potenze alzarono barriere doganali ma gli Inglesi seppero approfittare dei nuovi ricchi mercati dell’America e della zona dei Caraibi. Londra divenne la capitale del commercio internazionale L’attività mercantile era considerata onorevole e poteva di per sé garantire un  avanzamento sociale Condizioni geografiche (grande diffusione di corsi d’acqua naturali e costruzione ante 1770 di una vasta rete di canali artificiali) Capacità di utilizzare la Rivoluzione scientifica (trasformare invenzioni in innovazioni). Un forte e decisivo impulso fu fornito dal controllo sull’India che significò orientarsi decisamente verso il cotone FATTORI CHE INFLUENZARONO LA RIVOLUZIONE COMMERCIALE IN INGHILTERRA

SVILUPPO RETI DI COMUNICAZIONE Le esigenze del commercio, specie per la necessità di trasporto delle merci, inducono lo sviluppo della rete dei trasporti. La Gran Bretagna arriva per prima al successo industriale anche per motivi che riguardano ambiti diversi e ( come ad esempio il mercato interno, il possesso di vaste colonie, lo sfruttamento delle rotte commerciali marittime, la disponibilità di manodopera e di capitali, il favorevole contesto politico) e inoltre anche per la diffusione di alcuni innovazioni tecniche che segnano un punto di svolta nell’industrializzazione mondiale. La Rivoluzione Industriale può quindi espandersi in tutta Europa. - Nella seconda metà del secolo, nel suddetto paese si assistette alla costruzione di strade e canali fornendo un contributo determinante per lo sviluppo degli scambi commerciali e per la formazione del mercato interno. Tutte le attività economiche poterono trarne beneficio. -All'inizio del XVIII, le vie di comunicazione inglesi erano in ritardo rispetto a quelle di altri Paesi europei, fra i quali la Francia.

Rete stradale Canali il primo piroscafo ideato dall’americano Fulton - Tra il 1760- 1774, il Parlamento inglese, con l'intento di consentire uno spostamento rapido delle proprie truppe militari in ogni stagione dell'anno, emanò una serie di atti legislativi per migliorare le strade esistenti e per costruirne di nuove attraverso il sistema del pedaggio (turnpike roads) che incoraggiò l'iniziativa di alcuni privati nella realizzazione di queste vie di comunicazione. - Inoltre anche l'assembramento e la redistribuzione delle terre agricole favorì la costruzione di strade, in quanto si poteva più facilmente stabilire un nuovo tracciato tra le nuove recinzioni dei territori . Canali - Il primo canale inglese fu finito nel 1761 per il trasporto di carbone ad uso industriale o domestico dal Duca di Bridgewater, ispirato da quanto realizzato dai poichè possedeva miniere di carbone a Worsley, e aveva bisogno di trasportare la materia prima verso le fabbriche di Manchester. L'importante riduzione del costo di trasporto permise di ridurre il prezzo di vendita del carbone incentivando altre iniziative simili, tale da determinare negli ultimi decenni del XVIII una sorta di “febbre dei canali” sostenuta da iniziative private. Quarant'anni dopo, la rete dei canali era pari a 1000 chilometri. Nel ‘700 le vie di comunicazione e i mezzi di trasporto erano lenti e inadeguati: il sistema stradale permetteva lo spostamento di merci in quantità minime, mentre la navigazione marittima si era da tempo standardizzata su carichi non superiori alle cento tonnellate (per via fluviale vigeva ancora il trasporto sulle chiatte) Per quanto riguarda le rotte oceaniche invece, cominciano ad essere percorse dai cosiddetti “steamers”, vale a dire i grandi battelli di ferri azionati da ruote o eliche, adibiti al traffico passeggeri e alle comunicazioni postal il primo piroscafo ideato dall’americano Fulton

Ponti Ferrovie Il ponte sospeso sul Menai, di Thomas Telford. -Nel corso del XVIII secolo furono introdotte numerose innovazioni nella progettazione di ponti elemento cruciale per lo sviluppo della rete stradaleTra le prime sperimentazioni l‘Iron Bridge di Coalbrookdale del 1779, il primo ponte per il quale furono utilizzati archi di ghisa. Furono sviluppati anche sistemi di capriate in ferro battuto, ma tale materiale non aveva la resistenza alla trazione necessaria per sostenere grandi carichi e fu quindi limitato a piccole luci. --Solo con l'avvento, nel XIX secolo, dell'acciaio, furono costruiti ponti molto più grandi. -Solo nel XIX secolo, dopo le primissime esperienze condotte negli Stati Uniti, si assistette in inghilterra alle prime realizzazioni di ponti sospesi. In effetti in Gran Bretagna lo sviluppo della metallurgia poteva offrire materiali ad alte prestazioni che permisero il raggiungimento di luci notevoli. Thomas Telford, la figura di maggiore spicco del periodo, costruì tra il 1819 ed il 1826 il ponte sospeso sul Menai, su di una luce di ben 176 metri. Al momento della costruzione era il ponte più lungo del mondo La rivoluzione dei trasporti del XIX secolo segnò un punto di rottura in tal senso, grazie soprattutto alle nuove energie come il carbone e il vapore e i nuovi materiali da sfruttare (ferro, ghisa e acciaio) per i veicoli che sino ad allora avevano utilizzato solamente la forza animale o le energie eolica e idrica. Era dunque cominciata l’era delle ferrovie, delle navi a vapore e del telegrafo. Il britannico Stephenson costruì la prima locomotiva a vapore, a cui sarebbe seguita pochi anni dopo, nel 1825, l’inaugurazione della tratta ferroviaria tra Stockton e Darlington La rapidissima diffusione di questi nuovi mezzi di comunicazione mette in evidenza come esistesse una dimensione economica in profondo mutamento. Le distanze sembravano infatti annullarsi, si infittirono i rapporti tra i vari paesi, le merci, i manufatti e i mercati, con i consumi in rapida ascesa.Intorno alla metà del secolo, poi, l’Inghilterra e l’Europa cento- occidentale sono coperte da un fitto intreccio di strade ferrate Il ponte sospeso sul Menai, di Thomas Telford.

SFRUTTAMENTO MINORILE RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: PROBLEMI ECONOMICO-SOCIALI SFRUTTAMENTO MINORILE LA DIVISIONE DEL LAVORO ASCESA DI UNA NUOVA OLIGARCHIA ECONOMICA E SOCIALE PROTESTA DEI LAVORATORI CONTRO LE MACCHINE GLI OPERAI DEVONO ADEGUARSI AI RITMI DELLE MACCHINE LE MISERE CONDIZIONI DEGLI OPERAI LE MACCHINE SOTTRAGGONO IL LAVORO AGLI OPERAI OPERAI SOTTOMESSI AI PADRONI, QUASI COME SCHIAVI LA DISCIPLINA SUL LUOGO DI LAVORO

La piaga del lavoro infantile (articolo di Jhon Aikin citato nel libro “LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE” di G. Mori) Il cronista Jhon Aikin, dopo essersi recato di persona nella zona industriale di Manchester, nel 1765 scrisse un articolo relativo alle condizioni degli operai delle fabbriche inglesi soffermandosi particolarmente sulla questione dei bambini e sul ruolo che essi assumevano all’interno delle fabbriche.

I PROBLEMI AFFRONATI DA AIKIN IN QUESTO ARTICOLO SONO: Il fatto che per i lavori nelle fabbriche vengano impiegati bambini di “tenerissima età”, i quali sono stati costretti ad abbandonare le proprie famiglie o raccolti nelle workhouses ( case di lavoro parrocchiali) di Londra e Westminster. Il fatto che questi bambini siano costretti a dure condizioni lavorative: essi infatti operano in ambienti chiusi per un arco di tempo troppo prolungato – spesso tutta la notte- e respirano un’ aria avvelenata da olio e da altre sostanze usate per le macchine. Il fatto che i vari sbalzi di temperatura e le pessime condizioni igieniche siano causa di svariate patologie e malformazioni. Il fatto che una volta terminato il loro apprendimento all’interno delle fabbriche, i bambini (sia femmine che maschi), non siano in grado di svolgere un qualsiasi altro mestiere, in particolare, per quanto riguarda le femmine, queste sono incapaci di svolgere i lavori domestici. Il fatto che lavorando in queste fabbriche fin da giovanissimi, questi non hanno ricevuto un’educazione religiosa e morale; oltre a danneggiare loro stessi, questa è una minaccia per le generazioni future.

La divisione del lavoro passo tratto dall’opera di Charles Babbage: “L’economia delle macchine e delle manifatture” Il matematico inglese Charles Babbage, nel 1832 scrisse un’opera relativa ai vantaggi prodotti dalla divisione del lavoro; tuttavia il principio della divisione del lavoro fu formulato per la prima volta nel 1776 da Adam Smith ne La ricchezza delle nazioni.

I VANTAGGI DATI DALLA SUDDIVISIONE DEL LAVORO SECONDO BABBAGE: Un vantaggio economico è sicuramente l’aumento della produttività, legato al risparmio di tempo: infatti, suddividendosi il lavoro tra di loro, gli operai imparano a svolgere un solo compito nel migliore dei modi, piuttosto che dedicarsi ad un apprendimento superficiale di molteplici compiti. Tale processo farà sì che non ci sarà bisogno di adoperare attrezzi diversi in ciascuna lavorazione, e che il tempo perso sarà nullo. Inoltre la ripartizione del lavoro contribuisce alla riduzione dei costi. Un altro aspetto su cui Babbage si sofferma è la specializzazione nella varie mansioni da parte degli operai, i quali, prestando attenzione ad un solo mestiere, saranno in grado di svolgerlo nel modo migliore e saranno in grado di garantire un’ ottima qualità del prodotto.

DISCIPLINA SUL LUOGO DI LAVORO Dal Regolamento interno in vigore nel laneificio Sella & C. di Crocemosso Da una delle prime fabbriche tessili italiane, collocata nell’area biellese, proviene un documento che espone le proibizioni e le sanzioni a cui ogni lavoratore era severamente sottoposto durante la prima fase della rivoluzione industriale inglese. L’operaio era sottomesso ai ritmi imposti da una macchina e si doveva adeguare a questi come poteva.

LE PROIBIZIONI IMPOSTE DAL REGOLAMENTO: Attraverso tale fonte possiamo renderci conto di quanto rigide fossero le condizioni lavorative a cui gli operai erano sottomessi. Gli operai lavoravano dalle 11 alle 12h, il che evidenzia quanto difficile fosse seguire i ritmi imposti; dopo aver lavorato per 15 giorni consecutivi nella fabbrica, un operaio era automaticamente costretto a lavorarvici per due anni; gli operai non potevano licenziarsi nei mesi compresi tra maggio e novembre. Come se non bastasse, gli operai all’interno della fabbrica non potevano: cantare, camminare, parlare, disturbare, mangiare cibi che potessero imbrattare il posto di lavoro, fumare e masticare tabacco, non potevano assentarsi perché in caso contrario avrebbero subito una tassazione sullo stipendio. Se inoltre entravano nella fabbrica da un ingresso diverso da quello principale, potevano essere accusati di delinquenza e dunque essere consegnati alla giustizia. Tutti i lavoratori inoltre venivano ritenuti responsabili nel caso in cui le macchine o le attrezzature si guastassero. In particolare bisognava essere subordinati ai ritmi imposti da una macchina, bisognava rispettare i tempi stabiliti e adeguarsi a nuove condizioni talvolta esagerate e difficili da gestire.

LA PROTESTA DEI LAVORATORI CONTRO L’INTRODUZIONE DELLE NUOVE MACCHINE da una lettera ai giornali e da una dichiarazione di lavoratori calzettai Sul tema della protesta dei lavoratori contro le macchine, abbiamo due testimonianze: nel primo caso si tratta di una lettera apparsa su due quotidiani il 13 giugno 1786, che evidenzia il malessere dei lavoratori inglesi dovuto all’introduzione delle macchine; la seconda invece è una dichiarazione di lavoratori calzettai formulata nel 1812 in cui gli operai rimarcano la loro intenzione nel voler distruggere gli strumenti che hanno tolto loro il lavoro.

I PROBLEMI CAUSATI DALL’INTRODUZIONE DELLE MACCHINE Un primo problema affrontato da questa fonte è quello della disoccupazione causata dall’introduzione di macchine; infatti ogni macchina fa perdere il lavoro a circa 12 uomini. Come conseguenza alla perdita del lavoro, le domande che ci si pongono nella fonte è come si possa provvedere alle famiglie se si è disoccupati, che cosa dovranno fare i figli dei disoccupati Il sentimento che prevale, come è possibile evincerlo dal testo, è quello della PAURA, la paura che anche in futuro la situazione degli operai non cambi mai, e anzi peggiori.

I PROBLEMI AFFRONTATI NELLA DICHIARAZIONE DEI LAVORATORI CALZETTAI In questo testo i lavoratori esprimono la loro disapprovazione contro la legge emanata da Giorgio III che condanna come criminali coloro che distruggono le macchine. I calzettai infatti dichiarano che loro continueranno a distruggere le macchine come segno di protesta per la produzione illegale di prodotti fabbricati con tali macchine. Nella parte finale del testo si fa riferimento a Ned Ludd, fondatore del movimento luddista e responsabile di uno dei primi gesti di violenza contro le macchine.

PADRONI E OPERAI dalla petizione di un filatore alla città di Manchester In questa petizione presentata alla città di Manchester nel 1818, è descritta l’immagine di una nuova oligarchia economica: i padroni delle fabbriche in contrapposizione con gli operai che sono sottomessi.

Contrasti tra padroni e operai In questa petizione vengono sottolineate le differenze tra i padroni delle fabbriche e gli operai. I padroni vengono descritti come piccoli monarchi assoluti, dispotici, intraprendenti, ignoranti e tirannici. Essi comandano gli operai che sono invece “inoffensivi, umili e ben informati”, “dolci e trattabili”; essi obbediscono al padrone quasi come fossero degli schiavi, hanno una razione miserabile di cibo e sono “imprigionati” nelle fabbriche. I padroni cercano di estorcere ai poveri operai la maggior quantità di lavoro con la minima spesa. La diversità e la distanza tra un padrone ed un operaio è netta: tra i due non c’è comunicazione, il primo ordina e il secondo obbedisce; l’operaio non può accordarsi con il padrone perché altrimenti verrà licenziato senza alcuna possibilità di trovare lavoro altrove.

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INVENZIONI E INNOVAZIONI TECNOLOGICHE

La rivoluzione industriale fu un processo di evoluzione economica o industrializzazione della società che da sistema agricolo-artigianale- commerciale divenne un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate (come ad esempio i combustibili fossili), il tutto favorito da una forte componente di innovazione tecnologica. Spesso si distingue fra prima e seconda rivoluzione industriale. La prima interessò prevalentemente il settore tessile- metallurgico.

INVENZIONI E SCOPERTE TECNOLOGICHE BREVE DISTINZIONE TRA INVENZIONE E INNOVAZIONE: L'invenzione, attività più intellettuale che pratica, ha raramente arricchito il proprio ideatore, mentre l'innovazione ha riempito le tasche degli intraprendenti innovatori che hanno fiutato l'interesse di applicare a fini produttivi una tecnica inventata. Un'innovazione non trova origine solamente da un'innovazione tecnica, ma può anche derivare dalla creazione di un nuovo prodotto o dalla conquista di nuovi mercati. DURANE LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: Le innovazioni tecniche coinvolsero le macchine utensili e le macchine motrici, le industrie tessili e l'industria pesante (metallurgica e meccanica). Quest'ultima divenne determinante nella metà del XIX secolo, in concomitanza con lo sviluppo delle ferrovie. La produzione domestica di tessuti era particolarmente lenta nella fase della filatura, poiché occorrevano cinque filatori per alimentare un solo telaio a mano.

LE INNOVAZIONI: L’ALTOFORNO 1709 - Abrahm Darby L'altoforno è un tipo di impianto utilizzato nell'industria siderurgica per produrre ghisa partendo dal minerale ferroso; l'altoforno produce ghisa grigia, ovvero una lega binaria di ferro e carbonio, attraverso un processo in cui concorre la combustione di carbon coke, la fusione di minerali e riduzione degli ossidi metallici presenti in natura come minerale ferroso o introdotti come rottami ferrosi

LA MACCHINA A VAPORE 1712 - Thomas Newcomen La macchina di Newcomen, è la prima applicazione del vapore ad un processo industriale, è una pompa a pistone azionata da un motore a vapore a condensazione interna. Essa fu protagonista della prima rivoluzione industriale, in quanto primo esempio della trasformazione di energia chimica in energia meccanica.

TELAIO CON NAVETTA VOLANE 1730 - Jon Key Prima della sua invenzione il tessitore doveva mettere la navetta nel passo con una mano, spingerla con forza e prenderla con l'altra mano quando arrivava sul lato opposto, poi lasciarla per mettere le mani sul pettine e battere per avvicinare il filo di trama. Con la navetta lanciata serve solo una mano per far muovere la navetta, l'altra rimane sul pettine per la battuta, quindi consente in pochi secondi di effettuare un lavoro che richiedeva un tempo molto maggiore.

FILATOIO MECCANICO, “SPINNING JENNY” 1765 –James Hargreaves L'introduzione di tale dispositivo nell'industria tessile permise di ridurre fortemente la manodopera necessaria per la produzione di filati poiché era in grado di fornire ad un solo operaio la capacità di gestire otto o più aste contemporaneament e.

FILATOIO IDRAULICO “WATER FRAME” 1767 - Richard Arkwright Questa macchina era mossa interamente dalla forza idraulica; in seguito a questa importantissima invenzione Arkwright e impiantò la prima grande industria che concentrava un elevato numero di operai.

PUDDELLAGGIO per la LAMINAZIONE DEL FERRO RAFFINATO IN BARRE 1783 - Henry Cort Il puddellaggio (dall'inglese to puddle, rimestare) è il trattamento siderurgico di ossigenazione di carbonio, manganese, silicio e fosforo (presenti nel metallo) e rimescolamento (puddling) a cui viene sottoposta, in appositi forni, la ghisa per ottenere una maggiore duttilità e malleabilità del metallo.

IN CONCLUSIONE… In quasi 100 anni sono stati messi a punto sia la meccanizzazione dell’industria tessile, sia lo sfruttamento del ferro per la sua produzione. Non sono stati scienziati a creare queste innovazioni, ma artigiani. Lo sviluppo della scienza pura è avvenuto in Francia, ma l’applicazione della scienza in Inghilterra. Da tutto ciò di può dedurre che è la macchina che dà la produttività, non è più importante il lavoro.

LA FABBRICA L'avvento del sistema di fabbrica sconvolse i metodi di produzione e le forme di organizzazione del lavoro. In Inghilterra, fino alla metà del '700, la maggior parte dell'attività lavorativa si svolgeva o nelle botteghe artigiane o più comunemente nei sobborghi e nelle campagne dove il metodo di produzione prevalente era quello a domicilio. Con l'introduzione delle macchine e del vapore questo sistema venne progressivamente ma ineluttabilmente smantellato ed il lavoratore divenne un operaio: abbandonò cioè tutte la altre attività che nell'impresa familiare continuava a svolgere, in particolare quella agricola, ed ebbe nella fabbrica il suo unico impiego.

IL RUOLO DELLE RISORSE MINERARIE Nell’avvio della rivoluzione industriale l’Inghilterra sembra aver goduto del vantaggio costituito dall’abbondanza delle risorse minerarie di carbone e ferro. Il possesso di risorse, tuttavia, più che come una causa va inteso come una pre-condizione favorevole. L’Inghilterra sviluppò un’industria cotoniera, ma doveva procurarsi la materia prima attraverso il commercio. Quanto al ferro, la produzione inglese era già molto elevata verso il 1720 e, oltre alla domanda dell’esercito e della flotta, soddisfaceva consumi rilevanti nell’agricoltura e nella vita quotidiana. Ma fino al 1760-70 ulteriori sviluppi furono bloccati dal crescente costo del carbone di legna e dagli inconvenienti del carbone minerale. Questo produceva ghisa di cattiva qualità e perciò le risorse di ferro nazionali restarono parzialmente inutilizzate fino a che non si diffuse la tecnologia degli altiforni al coke. In questo intervallo alla crescente domanda di materia prima da parte delle fabbriche di oggetti in metallo si sopperì attraverso le importazioni di ferro da paesi che avevano abbondanti risorse di carbone di legna. Ancora verso il 1780 i due terzi dei consumi di ferro venivano dalle importazioni. La domanda di ferro diventò a questo punto così alta da far diffondere rapidamente le nuove tecnologie che permettevano di ricavare un buon prodotto anche dai minerali ferrosi nazionali.

Miniera di carbone nelle Midlands in cui si usa la forza del vapore per l’estrazione, 1820 circa

SETTORI TRAINANTI: TESSILE Durante la rivoluzione industriale troviamo un singolo settore trainante nel quale il processo di industrializzazione si sarebbe avviato per poi trasmettersi agli altri, tale settore fu chiaramente quello tessile, in particolare del cotone. Il settore tessile inglese del XVIII secolo era costituito da mercanti- manifatturieri che si servivano di lavoratori a domicilio, i quali erano anche attivi nell'agricoltura, per la cardatura, la filatura e la tessitura dei tessuti fornendo loro la materia prima e riacquistando da loro il prodotto finito (putting-out-system). Fino alla rivoluzione industriale, il settore tessile inglese era dominato dalla lana i cui tessuti venivano anche esportati. Progressi tecnici avvengono nella tessitura con alcune tra le invenzioni e innovazioni sopra elencate. E cosi la tessitura vide un nuovo progresso tecnico con la costruzione della prima macchina automatica per tessere di Edmund Cartwright (1785), inizialmente mossa da cavalli.

macchina automatica per tessere di Edmund Cartwright (1785) Cartwright fu certamente il primo a costruire una macchina capace di tessere tela liscia di una certa altezza. Intanto, egli inventava anche una macchina per pettinare la lana, che, anche prima di essere perfezionata, faceva il lavoro di 20 operai. 

L'industria cotoniera fu il settore trainante principale che alimentò la rivoluzione industriale La sua espansione avvenne principalmente nella regione attorno a Manchester. Le ragioni fondamentali sono tre: 1) il cotone era adatto a resistere ai movimenti irregolari delle prime imperfette macchine; 2) la domanda potenziale dei prodotti di cotone era molto alta ed era quindi in grado di reagire positivamente alla riduzione dei prezzi consentita dalla meccanizzazione; 3) le nuove macchine potevano essere introdotte facilmente poiché non c’era un’organizzazione produttiva vecchia di secoli e refrattaria ai cambiamenti come quella della lana. La produzione di tessuti in cotone aumenta vertiginosamente, così come la richiesta di cotone greggio che viene sempre più importato. La loro qualità permette di sostituire i prodotti cotoniferi importati, fino a quel momento, dall'India. I progressi tecnici, dall'industria del cotone si estendono all'insieme dell'industria tessile, in particolare alla lana e al lino, ma solo nel corso del XIX secolo.

1785 - Edmund Cartwright inventa il primo telaio meccanico, rapido ed automatico; inizialmente mosso dall'acqua  fu successivamente alimentato dalla macchina a vapore.

SETTORI TRAINANTI: METALLURGICO ED ESTRATTIVO Tuttavia lo sviluppo degli altri settori industriali, dall’estrazione mineraria (carbone e ferro) alla siderurgia (ghisa e acciaio) e alla meccanica, benché avviato nello stesso periodo (1760-90), avvenne in maniera pressoché indipendente. La legna era il combustibile utilizzato per fondere minerali di ferro. Ma tale materiale cominciò a scarseggiare a causa dell'esaurimento dei boschi, frenando così la produzione del ferro e l'evoluzione dell'industria siderurgica. Abraham Darby I trova fra il 1709 e il 1710 il modo di utilizzare il carbon fossile sotto forma di carbone coke per produrre la ghisa. L'invenzione del puddlage, brevettato da Henry Cort nel 1784, completa le tecniche necessarie allo sviluppo della metallurgia.

IL PUDDLAGE

La domanda di carbone aumentava sotto la pressione dello sviluppo della metallurgia mentre il macchinismo permetteva di migliorare i metodi e le condizioni di lavoro nelle miniere. Infatti la macchina a vapore, quale nuova fonte di energia, permise la costruzione di macchine in ferro sempre più grandi permettendo il grande sviluppo dell'industria metallurgica. L'industria metallurgica durante la rivoluzione industriale inglese si concentrò in varie zone, ma principalmente attorno a Birmingham, Sheffield, Cardiff, Newcastle e Whitehaven, tutte città in prossimità di importanti giacimenti di carbon fossile.