Giuseppe Cottolengo Giulia di Barolo Leonardo Murialdo SANTI SOCIALI Giuseppe Cottolengo Giulia di Barolo Leonardo Murialdo
Giuseppe Cottolengo Giuseppe Cottolengo, sacerdote dal 1811, uomo di fede incrollabile, è convinto che la Provvidenza (per lui espressione dell’amore paterno e materno di Dio), «scrive diritto sulle righe storte degli uomini», cioè sa ricavare il bene dal male. L’opera assistenziale ospedaliera da lui intrapresa a Torino, via via ampliatasi con strutture sempre più organizzate e capaci, si distingue da tutte le opere caritative del suo tempo, ed è ancora attiva oggi, con un’offerta di servizi di eccellenza. Essa è sensibile e aperta a tutte le forme più dolorose di emarginazione e solitudine: un punto di riferimento per chi vive ai margini della società, per i malati di mente, per le persone colpite da gravi deformazioni. La Piccola Casa della Divina Provvidenza Le principali forme di assistenza cui il Cottolengo dà vita presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza da lui fondata sono: servizi infermieristici per ammalati acuti e cronici, un istituto e la scuola per sordomuti, un orfanotrofio maschile e femminile, servizi di assistenza per svantaggiati fisici e mentali, una scuola materna e una scuola primaria per bambini poveri. Presso l’ospedale della Piccola Casa operano come volontari medici e chirurghi della Torino di quel tempo, che introducono cure e terapie innovative e permettono a molti la guarigione. Le caratteristiche della “riforma” sanitaria cottolenghina sono la scelta degli ultimi e il riconoscimento della dignità della persona malata. Un altro aspetto irrinunciabile fu, e continua a essere, quello della preghiera. Secondo Cottolengo, «la preghiera è il primo e il più importante lavoro della Piccola Casa». Giuseppe Benedetto Cottolengo muore a Chieri nel 1842, durante un’epidemia di tifo. Fu fatto santo nel 1933.
Giulia di Barolo Giulia Colbert de Maulevrier, di famiglia aristocratica francese, sposa il marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo. In occasione di una visita in carcere, resta fortemente colpita dalla situazione desolante delle donne carcerate. Sfidando coraggiosamente i pregiudizi dell’epoca, con l’appoggio del marito e sfruttando il prestigio e l’influenza della famiglia Falletti, riesce a farsi aprire le carceri femminili. Cerca quindi di migliorare le condizioni di vita delle detenute, ma soprattutto fornisce loro istruzione religiosa e lavoro, come mezzi di recupero morale e di riscatto sociale. Nel 1821 diviene sovrintendente del carcere femminile delle Forzate, e lo trasforma in un istituto di pena modello.
Leonardo Murialdo Leonardo Murialdo nasce a Torino nel 1828 in una famiglia agiata. Dopo un’adolescenza in collegio, non sempre serena, Leonardo riprende gli studi a Torino e diventa sacerdote. Il suo primo campo di azione sono gli oratori (dove collabora con Don Bosco) e le iniziative in favore della gioventù della periferia torinese, carcerati, giovani lavoratori, ragazzi di strada. Tra le attività a favore dei giovani studenti e operai, Murialdo promuove l'apertura di una struttura, antesignana delle moderne case-famiglia, per ospitare chi non ha la possibilità di pagarsi una camera in albergo. Nel 1855 diviene rettore del Collegio Artigianelli di Torino, un'istituzione religiosa per l'assistenza di ragazzi poveri e abbandonati. Nel 1873 fonda la Congregazione di San Giuseppe, per dare continuità alla sua azione sociale e caritativa. Il fine della congregazione è l'educazione della gioventù, specialmente di quella povera e abbandonata. Collabora a molte iniziative in campo sociale in difesa dei giovani, degli operai e dei più poveri. Muore nel 1900: Paolo VI lo proclama beato nel 1963 e santo nel 1970.