Sacrificio ??????
Sacrificio ?????? UFFA!!!!!!!! odio lavorare
Non lo ha trasformato in COSA-SACRA… in SACRUM-FACERE Questa è solo fatica SUBTA, non trasformata in sacro
Sacrificio SACRUM-FACERE offro la fatica del mio lavoro al Signore Implica il dono di sé per “qualcosa-Qualcuno”
]Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. [7]Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». [8]Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme; [9]così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. [10]Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. [11]Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». [12]L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio».
Celebrata la Festa del Sacrificio Festeggiato l'Aid el Kebir, la “festa grande” per il mondo islamico. Sacrificate migliaia di pecore di Gianna Tessaro tgextra@tvavicenza.it Martedì la comunità musulmana ha celebrato l'Aid el Kebir, la festa del sacrificio, la più importante festa religiosa. Sono due le feste religiose islamiche: l'aid el ftr, la festa della rottura del digiuno del mese di Ramadan e l'aid el Kebir, la festa del sacrificio, letteralmente "festa grande”. La festa ricorda l'atto di devozione compiuto da Abramo, pronto a sacrificare a Dio il suo unico figlio Isacco. Un gesto di fede riconosciuto da Allah che nel momento del martirio sostituì Isacco con una pecora, oggi diventato il segno concreto dell'atto di devozione dell'uomo verso Dio.
Gesù fa della sua vita un dono-sacrificio: a Dio (sacrum facere) e a noi (perché mandato da Dio-Padre per dare salvezza all’uomo) Dimostra una totale fiducia e amore verso Dio, a costo della sua vita (come una madre che muore pur di salvare un figlio)
Messa: mi unisco a Gesù che ama il Padre e dona la sua vita per guarire il mio egoismo (= peccato; gli effetti –attuali e futuri- del peccato su di me sono evidenziati dalla sofferenza inflitta a Gesù, che i cristiani chiamano inferno perché è il rifiuto di Dio che può diventare eterno) e chiedo a Lui di aiutarmi, ricevendolo nell’eucaristia (cum-unione) per fare della mia vita, come lui, un dono agli altri (= questo è vero amore, vera gioia … nella coppia, nella famiglia, per i figli, la società, gli uomini tutti)
Quanto mi rende allegro Gesù. Quanto è soave il suo spirito Quanto mi rende allegro Gesù! Quanto è soave il suo spirito! Ma io mi confondo e non riesco a fare altro se non che piangere e ripetere: Gesù, cibo mio!...Gesù, amore nel cuore non ce ne ho più, tu sai che l'ho donato tutto a te; se vuoi più amore, prendi questo mio cuore e riempilo del tuo amore e poi comandami pure di amarti, che non mi rifiuterò; anzi te ne prego di farlo, io lo desidero". E accennando ancora al dolore delle stigmate così lamenta:"Dal giovedì sera fino al sabato, come anche il martedì è una tragedia dolorosa per me. Il cuore, le mani ed i piedi sembrami che siano trapassati da una spada; tanto è il dolore che ne sento“ (Epistolario, I, p. 265 s.).
La commozione era sì viva, che da tutte parti si piangeva, e D La commozione era sì viva, che da tutte parti si piangeva, e D. Bosco piangeva con loro. Fu uno spettacolo, una festa tanto cordiale, che si può immaginare, descrivere non già. Il Teol. Borel fece la predica, nella quale parlando della grazia ottenuta da Dio per intercessione di Maria, stimolò tutti a mettere sempre la loro confidenza in Lei, e a mostrarsene riconoscenti colla frequenza all'Oratorio. D. Bosco volse eziandio poche parole. Tra le altre cose disse: “Io vi ringrazio delle prove di amore che mi avete date durante la malattia; vi ringrazio delle preghiere fatte per la mia guarigione. Io sono persuaso che Dio concesse la mia vita alle vostre preghiere; e perciò la gratitudine vuole che io la spenda tutta a vostro vantaggio, spirituale e temporale. Così prometto di fare finchè il Signore mi lascerà su questa terra, e voi dal canto vostro aiutatemi”.
Vale, grazie della presentazione che mi hai mandato Vale, grazie della presentazione che mi hai mandato. Immagino che ti interessi la mia opinione. Essa è che secondo me il contenuto è corretto, e manca un po' della parte "motivazionale" (o non è abbastanza accentuata). Ovvero il mio sacrum-facere ha senso nell'ottica di un obiettivo più grande che controbilancia e supera la fatica, il dolore, l'abbattimento del sacrificio. Inutile dire che da cristiani non ambiamo a spiegare tutti i perché dei sacrifici che la vita ci mette davanti (perché devo passare del tempo a curare il parente malato di Altzeimer?), quanto piuttosto a testimoniare che Cristo (e noi con lui) non ha rifiutato tutto questo e lo ha accolto. Chiaro che si passa dall'ambito del ragionevole (condivisibile o meno che possa essere da ciascuno) all'ambito della fede alla quale non interessa la spiegazione, ma la testimonianza. Ti abbraccio. Francesco P.S.: qualsiasi cosa che abbia un valore nella vita comporta sacrifici, comprese le curve mozzafiato, diventare presidente del consiglio, vincere alle olimpiadi o rapinare banche (a seconda delle categorie valoriali di ciascuno). In somma, una vita degna di essere vissuta non può essere mai comoda!