Lezione 1/1 QUESTIONI TEORICHE Concetto di fonte Fonti primarie e no

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Transcript della presentazione:

Lezione 1/1 QUESTIONI TEORICHE Concetto di fonte Fonti primarie e no Tradizione diretta Tradizione indiretta

Lezione 1/2 TESTI: Un esempio di tradizione indiretta: il fr. 140 V. di Alceo

Lezione 1/3 Il frammento di Alceo in una prospettiva archeologica Discussione di tesi diverse sul frammento

Lezione 1/4 FONTE: “Per lo più al plur. Libro, documento, testimonianza, tradizione da cui si traggono notizie dirette e di prima mano concernenti determinati argomenti”

Lezione 1/5 FONTE: “Opera o dottrina, autore a cui un artista si è ispirato. In partic.: ciascuno dei testi da cui uno scrittore o un artista ha tratto materia o ispirazione (nella critica filologica)”

Lezione 1/6 FONTE: “La tradizione culturale, il fondamento storico, l’ambiente sociale da cui trae origine un determinato uso, una lingua, un’idea, ecc.; elemento primo, presupposto fondamentale su cui si basa e su cui si sviluppa una determinata dottrina o istituzione o scienza”

Lezione 1/7 Tutte le precedenti definizioni citate sono tratte dal Grande Dizionario della lingua italiana, a cura di S. Battaglia, vol. VI, Torino 1970

Lezione 1/8 Fonti primarie Fonti secondarie Concetto di documento Racconto (anche storiografico)

Lezione 1/9 Per la storia antica (greca e romana) la possibilità di usufruire di fonti primarie è limitata rispetto ad altre epoche storiche Quando è possibile compiere un’integrazione fra le due tipologie di fonti, ciò è totalmente casuale perché ci si basa su quello che la tradizione ha consegnato

Lezione 1/10 L. Canfora, Prima lezione di storia greca, Roma-Bari 2000 (20044)

Lezione 1/11 Tradizione diretta (comprendente anche i ritrovamenti papiracei) si riferisce a testi che sono stati riprodotti per l’interesse che singolarmente hanno stimolato. Il supporto più frequente con cui un testo nella sua interezza ci è pervenuto per tradizione diretta è il codice manoscritto. Tali codici possono risalire a varie epoche, esistendo codici di età trado-antica, medioevale, ma anche più recenti, in quanto databili all’età umanistica o addirittura post-umanistica, successivi quindi all’età in cui cominciò a diffondersi l'uso della stampa. Di un’opera possono sopravvivere molti codici o anche uno solo (talora anche nessuno). I motivi che hanno condotto a questo esito molto diverso sono anch’essi di vario genere

Lezione 1/12 Tradizione indiretta indiretta (tutto ciò che non ricade nel dominio della tradizione diretta) che non riesce ad essere classificata per mezzo di un solo principio caratterizzante. Lo ha indicato molto bene Renzo Tosi in uno studio oltremodo chiarificatore (Studi sulla tradizione indiretta dei classici greci, Bologna 1988, 31). I confini della tradizione indiretta sono «fluidi […], fino a comprendere fenomeni […] tra loro profondamente diversi, come imitazioni, allusioni, traduzioni, citazioni».

Lezione 1/13 (Prosegue la slide precedente) Tutti questi fenomeni sono comunque utili per la constituio textus (che è la preparazione di un testo filologicamente e quindi storicamente attendibile), ma vanno valutati diversamente proprio per il diverso scopo che li determina. Ad esempio, la citazione da parte di un grammatico di un testo anche breve (anche di una sola parola) a lui precedente, sarà mossa dal desiderio di riprendere fedelmente quel testo nella sua forma originaria, o, almeno nel modo più fedele possibile in conformità alle sue esigenze pratiche che lo hanno spinto alla citazione.

Lezione 1/14 Osservazioni metodologiche non si deve pensare che un testo ci sia giunto per tradizione diretta o per tradizione indiretta in modo alternativo: l’Eneide, tramandata per tradizione diretta, ma anche, limitatamente ad alcune parti, per tradizione indiretta; allo scopo della constitutio textus non è vero in linea generale di principio che la tradizione diretta sia migliore di quella indiretta.

Lezione 1/15 R. Tosi, Studi sulla tradizione indiretta dei classici greci, Bologna 1988 L. Canfora, Il copista come autore, Salerno 2002

Lezione 1/16 Il caso del fr. 140 nell’edizione Voigt di Alceo (poeta lirico, Mitilene VII-VI a.C.)

Lezione 1/17 Splende di bronzo la grande dimora e tutto il soffitto è adorno per Ares di elmi lucenti, da cui ondeggiano bianchi pennacchi equini, ornamento di teste d’eroi; e bronzei chiodi celano splendenti schinieri, riparo dal dardo violento, e corazze di lino nuovo e concavi scudi ammassati. E a fianco spade calcidiche e a fianco molte cinture e tuniche. Di tutto questo non ci si può scordare dacché ci siamo sobbarcarti un’impresa simile

Lezione 1/18 L’edificio di cui si parla è: La casa di Alceo (testimone) Un tempio (analisi formale di M.G. Bonanno)

Lezione 1/19 Come comportarsi dinanzi a queste due alternative in prospettiva di un’indagine archeologica?

Lezione 1/20 Bibliografia: M.G. Bonanno, L’allusione necessaria. Ricerche intertestuali sulla poesia greca e latina, Roma 1990 M. Del Freo, Alc. Fr. 140 Voigt, «RAL» 9 ser. 4 (1993) 377-392 B. Marzullo, Il miraggio di Alceo, Berlin 2009