I NATIVI AMERICANI Chi sono, da dove vengono e quali tradizioni hanno i nativi americani, ossia le popolazioni che, per secoli, abbiamo chiamato “pellerossa”?
ZONA GEOGRAFICA Tantissimi secoli fa, in un'altra era geologica , il continente americano e quello asiatico non erano separati dal mare, come lo sono oggi tra l’Alaska e la Siberia. Erano invece uniti da una striscia di terra chiamato Beringia. Oggi la Beringia non esiste più, è una terra sommersa, e il tratto di mare che separa America e Asia si chiama stretto di Bering . Lungo quella terra gli antenati degli indiani, partiti dalla Mongolia 20mila anni fa , hanno raggiunto l’America, dando origine alle popolazioni pellerossa chiamati anche “nativi americani”.
SOCIETA’ La popolazione dei nativi americani era divisa in circa 250 tribù , distribuite in tutto il continente nordamericano, da sud a nord. Le più famose erano quelle degli Apaches , dei Sioux , dei Navajo , degli Cheyenne e dei Mohicani . Ogni tribù aveva un capo , con il compito di stabilire le regole della vita della comunità . Tutti gli appartenenti alla tribù avevano un compito da svolgere. Uomini, donne, anziani e bambini, ciascuno dava il suo contributo alla vita comune. Al contrario dei bianchi, gli indiani non combattevano mai per il possesso delle terre perché, secondo la loro concezione, la terra era di tutti.
LA DONNA In quasi tutte le tribù native americane, le donne erano il motore economico della tribù e garantivano il buon andamento della vita quotidiana. In alcune tribù come gli Apache la famiglia era matriarcale. I loro compiti erano innumerevoli: scuoiavano animali, affumicavano la carne, confezionavano tutti gli indumenti, anche i mocassini, erano espertissime conciatrici di pelli: riuscivano a renderla morbida come un tessuto (una donna riusciva a conciare 4 pelli di montone all’anno), e poi raccoglievano la frutta, pestavano il mais e il miglio, cucinavano, montavano e smontavano le tende, e, naturalmente, accudivano i figli.
ABITAZIONI L’abitazione tradizionale indiana è il tepee , ed è la classica tenda a forma di cono che tutti conosciamo. Era comoda, perché si poteva smontare e spostare quando si voleva . Spesso, infatti, gli indiani svolgevano una vita nomade , sempre alla ricerca del territorio che dava più frutto. Oppure seguivano gli spostamenti delle mandrie di bisonti per dare loro la caccia, poterne mangiare le carni e ricavare vestiti e tepee dalle loro pelli.
ABBIGLIAMENTO I capi 'classici' erano: -una morbida tunica in pelle di daino ornata da lunghe frange e, su quelle femminili, perline colorate. La maggior parte dei nativi americani non indossava casacche, ma i guerrieri delle pianure indossavano 'pettorali' decorati di ermellino, perline e aculei d'istrice La maggior parte delle donne indiane indossavano casacche, gonne e gambali, variando in design, materiale e lunghezza da tribù a tribù, mentre in altre tribù, le donne portavano un abito intero. -I bambini sotto i tredici anni non indossavano nulla, tranne un perizoma. Ai piedi portavano perlopiù morbidi mocassini, anche loro ornati con ricami e perline. Una stretta fascetta di pelle intrecciata, ornata da piume, legata sulla fronte per trattenere i capelli completava il loro abbigliamento. I monili femminili erano perlopiù d'argento e turchese, mentre gli uomini si adornavano 'esibendo' i loro trofei di caccia (denti d'orso, piume d'aquila e talvolta addirittura portando come copricapo una testa di animale). -E per il freddo si usavano mantelli, giacconi di pelliccia, gambali di cuoio e pantaloni di pelliccia. Ciò che più variava da gruppo a gruppo erano i copricapi e l'abbigliamento da cerimonia. Le donne raschiavano le pelli di cervo e bisonte per poi cucire scarpe e vestiti per la famiglia; le perline barattate con i 'visi pallidi' erano usate come ornamento. Aculei d'istrice, piume d'aquila e pelli di cervo erano alcuni dei materiali utilizzati per l'abbigliamento.
Ancora alla metà del XVI secolo, la corona di penne indicava l'indiano in gran parte delle Americhe, in genere, questi primi esempi di copricapo consistevano in una semplice fascia con penne di tacchino selvatico, di falco, di airone o di aquila disposte in modo che stessero dritte attorno alla testa. Molto simile ad essi era il modello dei Blackfeet delle Pianure settentrionali, i quali, grazie all'abbondanza di penne di aquila e pelli di ermellino, trasformarono la semplice fascia in una imponente forma di insegna distintiva di guerrieri e società. Si ritiene che sia una creazione dell'antica Società dei Bisonti Maschi di quella tribù (anche tra le popolazioni native erano presenti quelli che oggi chiameremmo "club privati" o logge).
RELIGIONE I grandi protagonisti della religione dei nativi americani erano gli “spiriti” . Dominavano ogni cosa, dagli uomini alle piante e il più importante era il Grande Spirito o Manitù . I sacerdoti si chiamavano sciamani e avevano il potere di comunicare con gli spiriti e di guarire gli uomini dalle malattie .
Ogni tribù aveva il suo totem , un palo di legno sul quale erano rappresentate le insegne della tribù o del suo capo. Ogni totem aveva due ali , perché gli indiani pensavano di essere “angeli che hanno un corpo”. Inoltre, vi erano sempre incise le fattezze di alcuni animali , per esempio la farfalla, l’aquila o il bisonte. Ognuno di questi animali rappresentava una “qualità” che la tribù desiderava possedere . Il cavallo, per esempio, rappresentava la libertà, l’aquila il potere spirituale, il lupo la lealtà, il bisonte l’abbondanza.
LA POESIA INDIANA I Nativi Americani risultarono essere molto abili anche nell’arte poetica. A seguire alcune delle loro poesie più celebri. TATANGAMANI Sai che gli alberi parlano? Si parlano. Parlano l'un con l'altro, e parlano a te, se li stai ad ascoltare. Ma gli uomini bianchi non ascoltano. Non hanno mai pensato che valga la pena di ascoltare noi indiani, e temo che non ascolteranno nemmeno le altri voci della Natura. Io stesso ho imparato molto dagli alberi: talvolta qualcosa sul tempo, talvolta qualcosa sugli animali, talvolta qualcosa sul Grande Spirito. Non si può imbrogliare il vento! POESIA INDIANA Tieni stretto ciò che è buono, anche se è un pugno di terra. Tieni stretto ciò in cui credi, anche se è un albero solitario. Tieni stretto ciò che devi fare, anche se è molto lontano da qui. Tieni stretta la vita, anche se è più facile lasciarsi andare. Tieni stretta la mia mano, anche quando mi sono allontanato da te.
Molti capi indiani sono famosi. Tra i più importanti ricordiamo …
TORO SEDUTO
GERONIMO
CAVALLO PAZZO
NUVOLA ROSSA
Ma l’indiana più famosa resta Pocahontas.
LA STORIA DI POCAHONTAS Nacque intorno al 1595 in Virginia, in una delle tribù vicine alla regione diTidewater. Suo padre, Wahunsunac ock (conosciuto anche come Powhatan), era il leader della Confederazione di Nativi Americani conosciuta col nome di Powhatan, per questo motivo lei venne sempre considerata figlia di un re, anche se in realtà la sua posizione sociale non è da considerarsi tale visto che la loro società era strutturata in maniera differente, i padri avevano più mogli che servivano prevalentemente per fare figli, ma che non venivano elevate di rango, inoltre la discendenza “regale” era tramandata in maniera patriarcale quindi Pocahontas essendo “nobile” da parte di padre non sarebbe susseguita allo stesso dopo la sua morte.
John Smith Agli inizi del 1600 Pocahontas divenne famosa in Virginia per aver salvato la vita ad uno capi dei coloni inglesi John Smith, che era stato condannato a morte durante l’esplorazione sul fiume Chickahominy quando fu catturato da un parente stretto di Pocahontas, Opechancanough di Powhatan, e portato a casa di Powhatan a Werowocomoco. Anche se non ci sono prove effettive del gesto della giovane, passò comunque alla storia e venne tramandato come il salvataggio che gettò le basi per un dialogo tra i coloni e le tribù dei nativi. La storia viene narrata da Smith in una lettera alla regina Anna, per anticipare la visita di Pocahontas e del marito, chiedendone un trattamento dignitoso vista la grandezza della donna.
Viviana D’Ambrosio IIIAS