LA CIVILTÀ MICENEA E LE CITTÀ-FORTEZZA

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Transcript della presentazione:

LA CIVILTÀ MICENEA E LE CITTÀ-FORTEZZA

Chi erano i Micenei? I Micenei erano una popolazione di lingua greca che giunse nella penisola meridionale della Grecia intorno al 1600 a.C.

Perché essi vennero chiamati Micenei? Essi vennero chiamati Micenei dal nome della loro città più ricca e potente, Micene. Con quale altro nome sono chiamati i Micenei? I Micenei sono conosciuti anche con il nome di ACHEI.

Quali caratteristiche avevano le città micenee? Quali altre città fondarono i Micenei, oltre alla città di Micene? Oltre alla città di Micene, questo popolo fondò le città di Tirino, Pilo, Tebe.  Quali caratteristiche avevano le città micenee? Le città micenee erano vere e proprie fortezze poste su alture inaccessibili, in modo da poter essere facilmente difese, ed erano circondate da enormi mura. Queste ultime venivano realizzate con grossi blocchi di pietra e per questa ragione furono chiamate mura ciclopiche dal nome dei mitologici Ciclopi, cioè delle divinità enormi con un solo occhio.

Qual era l'organizzazione politica dei Micenei? I Micenei non formarono un unico Stato: ogni città era indipendente, e a volte in lotta con le altre. A capo dello Stato vi era il re detto wanax. Qual era la religione dei Micenei? I Micenei erano politeisti, cioè adoravano più dèi.

Come vivevano i Micenei? I Micenei vivevano grazie agli scambi commerciali che intrattenevano con i Cretesi, con la Sicilia, la Puglia, la Campania, l'Egitto, la Siria, il Libano, Cipro e Rodi. Essi si dedicavano anche alla pesca, all'agricoltura, all'allevamento e all'artigianato.

In che rapporti erano i Micenei con i popoli vicini? Quello dei Micenei non fu un popolo pacifico, bensì un popolo di guerrieri. Probabilmente furono proprio i Micenei a provocare la fine della civiltà cretese. Ad essi si deve anche la guerra con la città di Troia, situata in Anatolia, la cui posizione rappresentava una minaccia per le navi micenee che transitavano per il Mar Egeo e il Mar Nero. La città di Troia fu rasa al suolo dai Micenei intorno al 1200 a.C.

Quando ebbe fine la civiltà micenea? La civiltà micenea ebbe fine intorno al 1100 a.C. in seguito ad un'invasione dei Dori.

miceneo antico: dal 1.800 al 1.500 a.C. La civiltà micenea, come quella cretese, viene suddivisa in tre periodi principali: miceneo antico: dal 1.800 al 1.500 a.C. miceneo medio: dal 1.500 al 1.400 a.C. miceneo tardo: dal 1.400 al 1.100 a.C. La cultura artistica micenea subì grandi influenze da quella cretese, ma notevoli sono anche le differenze.

LE CITTÀ FORTEZZA Nell’architettura, il carattere aperto e disordinato dei palazzi cretesi, a Micene, non si ritrova. I centri continentali non hanno le naturali difese che ha un’isola, così che le città devono avere strutture più solide e adatte alla difesa. Le costruzioni micenee sono improntate ad un severo senso di robustezza e gravità. Gli edifici, vere e proprie FORTEZZE, venivano realizzati con conci di pietra a vista di grosse dimensioni, denunciano già nel loro aspetto il carattere di forza e inaccessibilità.

MICENEO ANTICO: DAL 1.800 AL 1.500 A.C. In questo periodo gli influssi cretesi sono ancora molto evidenti e la stessa produzione artistica minoica si sovrappone a quella micenea. I temi trattati nella ceramica sono gli stessi di quella cretese. Si conosce poco delle abitazioni, mentre sono numerose le tombe scoperte in cui sono stati rinvenuti ricchi corredi funerari. TAZZE DI VAFIO’: La tomba conteneva le spoglie del « principe di Vaphio » che teneva fra le mani due splendide tazze d'oro, conservate al Museo Archeologico Nazionale di Atene. La coppia di tazze d'oro sono decorate con scene in rilievo (tecnica a sbalzo, quindi si tratta non di oro massiccio ma di doppia lamina, di cui quella interna liscia tronco-conica e ribattuta verso l'esterno a formare l'orlo), e rappresentano la cattura del toro selvatico su una di esse (il toro carica a testa alta i due cacciatori tra cui uno cade rovinosamente a terra, e l'altro viene lanciato in alto), e il suo addomesticamento sull'altra.

MASCHERE FUNERARIE La Maschera di Agamennone è una maschera funebre in lamina d'oro rinvenuta nel 1876 a Micene dall'archeologo tedesco Heinrich Schliemann. È attualmente conservata presso il Museo archeologico nazionale di Atene. Fu scoperta dall'archeologo tedesco sul volto di un corpo trovato nella tomba V. Schliemann credette di aver scoperto i resti del leggendario re acheo Agamennone, da qui il nome. Benché le recenti ricerche archeologiche abbiano stabilito che la maschera si situi fra il 1.550 e il 1.500 a.C., periodo molto anteriore a quello in cui si crede sia vissuto il re, il nome con cui è nota la maschera è rimasto.

MICENEO MEDIO: DAL 1.500 AL 1.400 A.C. Carattere distintivo di questo periodo è la realizzazione di un notevole numero di tombe a THÒLOS, di rilevanti dimensioni e tutte molto simili per sistemi architettonici e organizzazione spazi. Le tombe a thòlos (al plurale tholoi) che in greco significa cupola, sono monumenti funerari risalenti come tipologia alla tarda età del bronzo. Sono costituiti da un vano circolare, spesso sottostante ad un tumulo di terra e coperto con cerchi concentrici di blocchi lapidei a costituire una sezione più o meno ogivale. Più in generale in archeologia si intende per tholos una sala circolare, a volte interrata e generalmente realizzata a scopo funerario, coperta con una pseudocupola formata da file concentriche di conci lapidei sempre più aggettanti verso il centro fino a chiudere il vano senza realizzare una struttura spingente come sono le vere cupole.

Pianta e sezione tomba a THÒLOS Interno THÒLOS

PSEUDOCUPOLA PER GRAVITÀ CUPOLA E PSEUDOCUPOLA La pseudocupola è una costruzione simile alla cupola, formata da blocchi o lastre sovrapposti ad anelli e aggettanti gli uni sugli altri, sostenuti per gravità e non per contrasto come nella cupola vera e propria. PSEUDOCUPOLA PER GRAVITÀ CUPOLA PER CONTRASTO

TESORO DI ATREO O TOMBA DI AGAMENNONE Il Tesoro di Atreo, detto anche Tomba di Agamennone, è una maestosa tomba a tholos situata nei pressi della Rocca di Micene. Fu edificata intorno alla metà del XV secolo a.C. Si tratta di una camera semi-sotterranea a pianta circolare, con una copertura a sezione ogivale, realizzata con massi progressivamente aggettanti (PSEUDOCUPOLA). È alta tredici metri, il diametro misura 14,50 metri. Grande attenzione fu posta nel posizionamento delle enormi pietre e per ottenere una superficie interna simile alla cupola fu perfettamente levigata . Un tempo dovevano risaltare le decorazioni in oro, argento e bronzo. Si accede alla tholos da un corridoio scoperto inclinato o dromos, lungo 36 metri e con le pareti rivestite di pietre. La tholos portava attraverso un breve passaggio alla camera funeraria vera e propria, scavata con una forma pressoché cubica. Il portale di ingresso del tumulo presentava una ricca decorazione: semicolonne in calcare verde con motivi a zig-zag sul fusto, un fregio con rosette sopra l'architrave della porta e decorazione a fasce con spirali per la lastra in marmo rosso che chiudeva l'apertura triangolare di alleggerimento sopra l'architrave. I capitelli sono a cavetto, simili a quelli lotiformi egizi.

TESORO DI ATREO O TOMBA DI AGAMENNONE RICOSTRUZIONE

MICENEO TARDO: dal 1.400 al 1.100 a.C. Quest’ultima fase si conclude con la distruzione dei grandi edifici a opera dei Dori. Caratteristica di questo periodo è la costruzione di immense mura che circondano il palazzo reale e le altre fabbriche dell’acropoli. TIRINTO La vicina Tirinto è meno imponente ma meglio conservata di Micene, e fu costruita probabilmente dalle stesse maestranze. Su questa rocca il monumento più antico risale al 1400 a.C. ed è una cinta muraria alta circa dieci metri e spessa sei. Fu costruita con massicci blocchi appena sbozzati: poiché arrivano a pesare diverse tonnellate sin dall'epoca classica queste mura vengono chiamate ciclopiche, cioè costruite dai mitologici Ciclopi.

IL MEGARON MICENEO Il megaron è l'unità architettonica che funge da fulcro della realtà palaziale minoica e soprattutto micenea. parte più intima e solenne del palazzo reale, sala del trono e dei banchetti, luogo di ritrovo della famiglia, ornata con l'arte più squisita e ricercata. RICOSTRUZIONE PIANTA