La cicala e le formiche (Esopo) In una giornata d’inverno le formiche stavano facendo asciugare il loro grano che s’era bagnato. Una cicala affamata venne a chiedere loro un po’ di cibo. Le risposero le formiche: «Perché durante l’estate non hai raccolto le tue provviste?». «Non ne avevo il tempo – rispose la cicala – dovevo cantare». Quelle, allora, le risero in faccia. «Ebbene, - le dissero – se d’estate hai cantato, adesso che è inverno balla!». La favola mostra che chi vuole evitare pene non deve essere negligente.
La cicala e le formiche (Esopo) Vizio: negligenza Virtù: laboriosità La cicala e le formiche (Esopo) STRUTTURA NARRATIVA: Tempo e luogo imprecisati In una giornata d’inverno le formiche stavano facendo asciugare il loro grano che s’era bagnato. Una cicala affamata venne a chiedere loro un po’ di cibo. Le risposero le formiche: «Perché durante l’estate non hai raccolto le tue provviste?». «Non ne avevo il tempo – rispose la cicala – dovevo cantare». Quelle, allora, le risero in faccia. «Ebbene, - le dissero – se d’estate hai cantato, adesso che è inverno balla!». La favola mostra che chi vuole evitare pene non deve essere negligente. Situazione iniziale Linguaggio semplice: frasi e dialoghi brevi Sviluppo Situazione finale Morale
LA FAVOLA COSA IMPARO (CONOSCENZE) COSA SO FARE (COMPETENZE) CONOSCO LE CARATTERISTICHE DELLA FAVOLA ANTICA E MODERNA ANALIZZO I PROTAGONISTI E CAPISCO QUALI VIZI E Virtù RAPPRESENTANO RICONOSCO L’AMBIENTAZIONE (TEMPO E LUOGO) COMPRENDO LA MORALE RICONOSCO LE CARATTERISTICHE DEL LINGUAGGIO COSA SO FARE (COMPETENZE) SO ASCOLTARE, LEGGERE, COMPRENDERE E ANALIZZARE UNA FAVOLA SO RACCONTARE E SCRIVERE UNA FAVOLA ARRICCHISCO IL MIO LESSICO
LA FAVOLA RESTANO INDETERMINATI COS’è PROTAGONISTI TEMPO E SPAZIO È UNA BREVE NARRAZIONE IN PROSA O IN VERSI* MORALE È L’INSEGNAMENTO CHE LA FAVOLA TRASMETTE, Può ESSERE IMPLICITA (NASCOSTA) O ESPLICITA (SCRITTA CHIARAMENTE ALLA FINE) STRUTTURA NARRATIVA È SEMPLICE, FORMATA DA UN SOLO EPISODIO, DIVISO IN: 1. SITUAZIONE INIZIALE 2. SVILUPPO 3. SITUAZIONE FINALE PROTAGONISTI POCHI E PER LO Più ANIMALI PARLANTI CHE RAPPRESENTANO VIZI E Virtù DEGLI UOMINI TEMPO E SPAZIO RESTANO INDETERMINATI LINGUAGGIO SEMPLICE, CON FRASI E DIALOGHI BREVI, TEMPI VERBALI ALL’INDICATIVO
IL LUPO E LA PECORA (ESOPO) Un lupo che era pieno di cibo fino alla gola scorse una pecora stesa al suolo e, comprendendo che era svenuta di paura alla sua vista, le si avvicinò e la rassicurò dicendo che l’avrebbe lasciata andare libera solo se gli avesse detto sinceramente tre dei suoi pensieri. La pecora allora cominciò col dire che anzitutto non avrebbe mai voluto incontrarsi con lui. Che, in secondo luogo, non potendo ottenere questa grazia, avrebbe voluto incontrarlo cieco. In terzo luogo, poi: «Vorrei vedervi morire tutti di mala morte, maledetti lupi» esclamò, «voi che ci fate una guerra spietata, senza che noi vi abbiamo mai fatto nulla di male!». Il lupo apprezzò la sincerità della pecora e la lasciò andare. La favola mostra che molte volte anche tra nemici è apprezzata la sincerità.
IL LUPO E L’AGNELLO (FEDRO) Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, erano giunti allo stesso ruscello. Più in alto si fermò il lupo, molto più in basso si mise l’agnello. Allora quel furfante, spinto dalla sua sfrenata golosità, cercò un pretesto di litigio. «Perché» disse «intorbidi l’acqua che sto bevendo?». Pieno di timore l’agnello rispose: «Scusa, come posso fare ciò che tu mi rimproveri? Io bevo l’acqua che passa prima da te». E quello, sconfitto dall’evidenza del fatto, disse: «Sei mesi fa hai parlato male di me». E l’agnello ribatté: «Ma se ancora non ero nato!». «Ma fu tuo padre a parlare male di me» disse il lupo. E subito gli saltò addosso e lo sbranò fino a ucciderlo ingiustamente. Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.
LA FAVOLA ANTICA LA FAVOLA è UN GENERE LETTERARIO MOLTO ANTICO. è NATA PROBABILMENTE NELLE GRANDI CIVILTà ORIENTALI DEL PASSATO: ASSIRI, BABILONESI, EGIZI. VENIVA RACCONTATA ORALMENTE E PER QUESTO è UN TESTO MOLTO SEMPLICE, PER ESSERE COMPRESA DA TUTTI. SOLO AI TEMPI DEI GRECI LA FAVOLA COMINCIò AD ESSERE SCRITTA: LO SCRITTORE GRECO Più FAMOSO, ESOPO, VISSUTO NEL VI SECOLO a. C., NE SCRISSE BEN 500. I GRECI UTILIZZAVANO LE FAVOLE A SCUOLA A SCOPO EDUCATIVO: PER INSEGNARE AI GIOVANI I BUONI COMPORTAMENTI DA TENERE NELLA VITA. ANCHE NEL MONDO ROMANO LA FAVOLA EBBE GRANDE DIFFUSIONE, GRAZIE ALLO SCRITTORE LATINO FEDRO. VISSUTO NEL I SECOLO d. C. FEDRO COMPOSE BEN 5 LIBRI DI FAVOLE IN VERSI. ESSE AVEVANO UNO SCOPO SOCIALE: INTENDEVANO DENUNCIARE LE MALVAGITà DEI POTENTI NEI CONFRONTI DEI POVERI. DOVE NASCE: IN ORIENTE IN GRECIA ESOPO (VI a. C.) E LA FAVOLA EDUCATIVA A ROMA: FEDRO (I d. C.) E LA FAVOLA SOCIALE E POLITICA