L’«uomo» non solo ha sete:

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Transcript della presentazione:

L’«uomo» non solo ha sete: EGLI E’ SETE! Testo evangelico: Giovanni 4, 5-42. 3 domenica di Quaresima –A-.Comenti e presentazione: M.Asun Gutiérrez. Musica: Andrés Tejero. DAMMI DA BERE.

I samaritani sono persone disprezzate dai giudei. Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. I samaritani sono persone disprezzate dai giudei. Gesú si comporta in modo pienamente libero, non lo interessano i pregiudizi che proibivano di conversare in pubblico con una donna, ma la sua salvezza. Gesù, stanco e assetato, incontra una donna assetata. Buona opportunità per riflettere sulle situazioni in cui Gesù viene ad incontrarmi ed io vado all’incontro con Lui. Che cosa mi chiede? Che cosa Gli domando? Che cosa mi offre? Che cosa Gli do?  Dove trovo, oggi, Gesù stanco, assetato, che mi dice «dammi da bere»?

«Ogni giorno muoiono di sete 6 «Ogni giorno muoiono di sete 6.000 bambini; i media non ne parlano, ma 6.000 bimbi equivalgono a 10 enormi aeronavi che cadono e spariscono quotidianamente nell’oceano, e vi muoiono tutti i paseggeri: questa sarebbe una notizia per ogni giornale, ma, essendo bambini della periferia del mondo, nessuno ne parla. E’ come se 18 milioni di bimbi debbano tralasciare la scuola perché obbligati ad andare a cercare l’acqua, a 5 o 10 kilometri di distanza. Dando loro accesso all’acqua, offriremo la scuola e una vita appena appena degna». Leonardo Boff

Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Apparentemente la samaritana ha quanto serve a calmare la sete: il pozzo, il vaso, la corda, il mozzo.... Gesù parla di altri pozzi, di altre acque, di altre aspettative, di un’altra sete. Parla del dono di Dio, lo Spirito, gioia indicibile, pace contagiosa, libertà piena, forza creatrice..., che ci lava, sazia i nostri desideri e ci fa desiderare di più, ci rende fecondi, ci vivifica, ci pacifica, ci rende liberi, e ci riempie di tutto quanto possiamo desiderare, alla perfezione.

Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna Gesù si rivela seguendo il ritmo delle inquietudini che scopre nella donna. Non lo accetta né lo condana, ma le parla con parole che la sollevano di desiderio in desiderio, di verità in verità, facendola uscire da se stessa e portandola verso Dio. “La vita eterna” non è il punto d’arrivo, ma vivere il presente in modo nuovo e costante.

 «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». “Dammi quest’acqua” che mi toglie la fatica del percorso e la tortura della sete, quest’acqua che mi libera da tante illusioni, quest’acqua che mi schiarisce lo sguardo e pulisce il mio cuore, che feconda il mio deserto e mi riempie di felicità e di vita.

Le disse: «Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui» Le disse: «Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene “non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». I “cinque mariti” rappresentano gli “idoli” a cui Samaria si era prostituita (2 Re 17, 24-41; Os 2, 4-25). La samaritana non ha marito, non ama il vero Dio. Gesù prende il posto di tutti i suoi dei. La donna assetata è una buona immagine dell’umanità che cerca, in quanto non è soddisfatta, che ha sete, non di sola acqua, ma di felicità, di giustizia, di verità, di libertà, di bellezza, di Dio... E non sa proprio a che pozzo attingere.

Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta.  I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; Gesù le fa conoscere la necessità di una nuova relazione con il Padre, ben al di là del culto istituzionalizzato o di un luogo determinato. Ora è giunto il tempo del culto “in spirito e verità“. I riti esteriori, le cerimonie sterili, la tipologia dei templi, non possono calmare la “sete di Dio”. Fondamentale è la scelta e l’impegno interiore della persona. Possiamo comprendere la lezione. La Liturgia, essendo un rituale ripetuto, corre il pericolo dell’abitudine e del ritualismo. La nostra preghiera, la nostra Eucaristia, non devono restare “sequestrate” nel tempio, ma tradursi con chiarezza nel nostro modo di vivere Gesù ci incontra, e noi lo incontriamo, nei fratelli, nella gioia, nella tristezza, nei sogni, nella solidarietà..., in quanto forma la vita quotidiana dei suoi figli.

perché il Padre cerca tali adoratori perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».. L’amore di Gesù non ha limiti, il Dio che Egli annuncia non è limitato negli spazi e nei tempi in cui lo racchiudiamo. Non è l’appartenere ad una istituzione, ma il modo in cui entriamo in relazione con gli altri e con il mondo ciò che definisce la nostra appartenenza al Padre di tutti.

Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?». Gesù è la risposta ad ogni tipo di sete dell’umanità e ad ogni ricerca di luce e di vita. Gesú supera barriere, rompe abitudini, nonostante la sorpresa e lo scandalo che continuamente provoca, si fa vicino.

La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?» Uscirono allora dalla città e andavano da lui. Quando la donna scopre che il suo desiderio più vero può saziarsi solo al “pozzo di Gesú” lascia la brocca, non le servono più strumenti artificiali. Lei stessa è divenuta sorgente di “acqua viva”, seminatrice del vangelo e apostola del suo ambiente. L’incontro con Gesù la porta a condividere questa esperienza e all’impegno nell’annuncio della Buona Notizia. Gesù prepara il nostro “pozzo” per riposare e preparare l’incontro con tutti i bisognosi dell’acqua che diffonde la gioia della vita.

L’opera del Padre è la missione di Gesú e dei suoi seguaci. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro». Gesù si nutre della sua unione con il Padre. “Fare” la sua volontà non è solo accettarla con piena fiducia, ma cooperare alla sua realizzazione. L’opera del Padre è la missione di Gesú e dei suoi seguaci.

Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». La samaritana, piena della Parola che la illumina e le brucia dentro, è divenuta evangelizzatrice e testimone del Messia. Donna e testimone. Samaritana ed evangelista. Lo Spirito non tiene conto dei sessi, delle razze né delle religioni. La sua testimonianza, piena di capacità, di convinzione e di passione, porta i samaritani all’eperienza personale di Gesù, a credere in Lui. Che, come con la samaritana, l’incontro con Gesù ci spinga ad essere donatori di acqua viva e testimoni della Buona Notizia.

Assetato Dammi da bere. Sei così assetato che non scopri chi sono? Stai scherzando, Signore? Quali schemi vuoi rompere, Signore? Non domandare. Tu dammi da bere. E’ quello che avevo bisogno di sentire da te! Dammi da bere... Io non ho acqua, ma sete... Dammi, allora, la tua sete. ...//... Ulibarri Fl.