LA RIMA La rima si ha quando le ultime parole di due o più versi hanno suoni uguali a partire dall’ultima vocale accentata.: divino/argentino ; piacevole/pregevole ; abbaglio / travaglio Se la rima è con una parola collocata all’interno del verso, anziché alla fine, si ha la rima interna o rimalmezzo Passata è la tempesta: Odo augelli (uccelli) far festa, e la gallina... (Leopardi) Ci sono poi delle “quasi rime” (rime imperfette) l’assonanza – con vocali simili – amore/sole ; vino/riso la consonanza – consonanti simili – palco (pod, armatura) /solco (brazda, bora) ; cesto (košara) /mosto (mošt, mlado vino)
LA STROFA Le più importanti strofe con schema fisso nella tradizione italiana sono: il distico (AA BB CC) la terzina (ABA BCB CDC) la quartina (ABAB, AABB o ABBA) la sestina (ABABCC) l'ottava (ABABABCC) www.giocoscuola.it
la terzina (ABA BCB) « Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina potestate, la somma sapienza e 'l primo amore; dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch' intrate. » _________________________________ «Attraverso me si va nella città che soffre attraverso me si va nel dolore senza fine,attraverso me si va tra i dannati. La giustizia ha mosso il mio sommo creatore; mi ha creato il potere divino la somma sapienza e il primo amore. Prima di me non fu creato nulla se non le realtà eterne, e io stessa sono eterna. Lasciate ogni speranza, o voi che entrate. senza-bez entrare-ući la fine-kraj Il dannato-prokletnik Il potere-moć divino-božji la sapienza-mudrost lasciare-ostavite www.giocoscuola.it
La quartina (ABAB, ABBA, AABB) Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno, e la stagione, e ’l tempo, e l’ora, e ’l punto, e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giunto da’ duo begli occhi che legato m’hanno; e benedetto il primo dolce affanno ch’i’ebbi ad esser con Amor congiunto, e l’arco, e le saette ond’i' fui punto, e le piaghe che ’nfin al cor mi vanno. _______________________________ Sia benedetto il giorno, il mese e l'anno E la stagione, il tempo, l'ora e il momento e il bel paese, che è il luogo dove io fui raggiunto da due begli occhi che mi hanno fatto innamorare; sia benedetto il primo dolce affanno che io provai quando mi innamorai e l'arco e le saette (di Cupido) da cui fui colpito e le delusioni d'amore che mi arrivano al cuore. _________________________________ Blazen bio dan,mjesec i doba, godina i mjesto i predjel i vrijeme, kad su moje usne zadrhtale nijeme, a njene me oci svezale ko roba. I blazena neka je moja prva patnja, s kojom me bjese ljubav izmucila, i luk i strijela sto me me oborila, i rane sto srcu mome postase pratnja. www.giocoscuola.it
_________________________________________________________ La sestina La vïoletta che in sull'erbetta s'apre al mattin novella, li', non è cosa tutta odorosa, tutta leggiadra e bella? (Chiabrera) _________________________________________________________ www.giocoscuola.it
L’ottava Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto seguendo l’ire e i giovenil furori d’Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. _________________________________ Delle donne, dei cavalieri, delle battaglie, degli amori degli atti di cortesia, delle audaci imprese io canto, che ci furono nel tempo in cui gli Arabi attraversarono il mare d’Africa, e arrecarono tanto danno in Francia, seguendo le ire e i furori giovanili del loro re Agramante, il quale si vantò di poter vendicare la morte di Traiano contro il re Carlo, imperatore romano _________________________________________ www.giocoscuola.it
Tipi di componimenti poetici: il sonetto, il madrigale, l'ode, la ballata, la sestina 1. Sonetto – è composto di quattordici versi endecasillabi, divisi in due quartine a rima alternata o incrociata e in due terzine a rima varia. Ballata – consiste d’un ritornello o ripresa, che espone in breve il motivo conduttore e si ripete fra una stanza e l'altra, e un numero variabile di strofe o stanze. La stanza consiste da due parti: la prima parte è divisa in due piedi con uguale numero di versi e uguale tipo di rime; la seconda parte o volta che ha una struttura identica a quella della ripresa. I versi sono l'endecasillabo e il settenario. __________________________________________________
Ballata, i’ vo’ che tu ritrovi Amore e con lui vade a madonna davante RIPRESA sì che la scusa mia, la qual tu cante, Ragioni poi che lei lo mio signore. Tu vai, ballata, sì cortesemente 1° PIEDE Che senza compagnia Dovresti avere in tutte parti ardire: Ma se tu vuoli andar sicuramente 2° PIEDE Ritrova l’Amor pria, ché forse non è bon senza lui gire Però che quella che ti dee audire, VOLTA Sì com’io credo, è ver di me adirata: Se tu di lui non fossi accompagnata, Leggeramente ti faria disnore.
La canzone – è formata da un numero variabile di strofe o stanze (per lo più 5 o 7). Ogni stanza è composta da due parti: La prima parte o fronte è divisa in due piedi con uguale numero di versi e uguale tipo di rime La seconda parte o coda può rimanere indivisa o può dividersi in due parti dette volte. Il congedo è la parte conclusiva che consiste di una stanza più breve con struttura metrica ripresa dalla coda. Il verso della canzone è endecassilabo misto a settenario. Le rime possono essere disposte in vario modo, l’unica regola è che l’ultimo verso verso della coda rima con l’ultimo verso della fronte.
Chiare, fresche e dolci acque A 1° PIEDE ove le belle membra B pose colei che sola a me par donna C FRONTE gentil ramo ove piacque A 2° PIEDE (con sospir mi rimembra) B a lei di fare al bel fianco colonna. C Erba e fior che la gonna C Leggiadra ricoverse D Co l’angelico seno E CODA Aer sacro, sereno E Ove Amor co’begli occhi il cor m’aperse D Date udienza insieme F A le dolenti mie parole estreme. F ______________________________________________________________________
Il madrigale è formato da due o tre terzine seguite da uno o due distici. I versi sono endecasillabi! Le rime nelle terzine possono variare mentre nei distici sono sempre a rima baciata.
Non al suo amante piú Dïana piacque quando per tal ventura tutta ignuda la vide in mezzo de le gelide acque, ch’a me la pastorella alpestra et cruda posta a bagnar un leggiadretto velo, ch’a l’aura il vago et biondo capel chiuda, tal che mi fece, or quand’egli arde ’l cielo, tutto tremar d’un amoroso gielo. _________________________________ Diana non piacque di più al suo amante, quando per un caso simile (al mio) l’ha vista tutta nuda in mezzo alle acque gelide di quanto sia piaciuta a me la pastorella selvaggia e spietata, intenta a bagnare un bel velo, con il quale copriva (proteggeva) di solito i bei e biondi capelli dal vento leggero. Questo mi fece/ha fatto gelare e tremare d'amore nel momento più caldo della giornata. _________________________________
L’ode Non segue uno schema metrico costante: il poeta è libero di scegliere un particolare tipo di strofa, a cui deve essere fedele per tutto il componimento. L’ode si chiama l’inno se ha contenuto patriottico o religioso. Torna a fiorir la rosa Che pur dianzi languia E molle si riposa Sopra i gigli di pria. Brillano le pupille Di vivaci scintille La guancia risorgente Tondeggia sul bel viso. E quasi lampo ardente Va saltellando il riso Tra i muscoli del labbro Ove riede il cinabro