Dhaka : La città di Anik
1. Come ti chiami? Mi chiamo Anik. 2. Da dove vieni? Vengo da Dhaka, la capitale del Bangladesh. 3. Quando sei arrivato in Italia? Sono arrivato in Italia il 21 Agosto 2016. 4. Come sei arrivato in Italia? Sono arrivato in Italia con l’aereo. 5. Perché sei venuto in Italia? Sono venuto in Italia per studiare. 6. Perché hai scelto l’Italia e non altri paesi europei economicamente migliori? I miei genitori conoscevano l’Italia e l’Inghilterra, ma hanno preferito l’Italia perché alcuni dei miei familiari erano già qui prima di me. 7. Con chi sei venuto in Italia? Sono venuto in Italia con tutta la mi famiglia: io, mio padre, mia madre, mio fratello, mio nonno, mio zio e mia zia.
8. Che cosa hai pensato durante il viaggio? Durante il viaggio stavo pensando che una volta arrivato in Italia avrei incontrato mio padre, pensavo agli amici che avrei conosciuto a scuola, pensavo al mio paese, ai miei amici di Dhaka e ai miei nonni, zii e cugini. 9. Come ti sei sentito appena arrivato in Italia? Quando sono arrivato in Italia era notte e dall’ aereo ho visto tutte le città illuminate e ho pensato : «l’Italia è un bellissimo paese». 10. Cosa ti manca di più della tua vecchia vita? Mi mancano molto i miei parenti e i miei amici . 11. Come ti stai trovando da quando stai in Italia? Inizialmente non conoscevo nessuno, ma quando ho iniziato a frequentare la scuola, ho conosciuto nuovi amici e ora mi sto trovando bene . 12. Hai fatto nuove amicizie qui in Italia? In Italia ho fatto nuove amicizie a scuola. In classe ho fatto molte amicizie, ma soprattutto con Tommaso, il mio compagno di banco, che mi sta aiutando molto ad imparare l’italiano. 13. I tuoi genitori si sono integrati nel mondo del lavoro? Mio padre lavora, fa il macellaio a Piazza Vittorio, mentre mia madre non lavora. 14. Sei felice anche in Italia o vorresti ritornare nella tua città natale? Non so, mi piace sia l’Italia che il Bangladesh, però mi manca il mio vecchio paese.
15. Perché la tua famiglia ha scelto di venire a Roma? Siamo venuti a Roma perché mio padre lavorava qui, perché c’erano già dei parenti e perché io e la mia famiglia tifiamo l’ A.S. Roma. 16. Cosa ti piace di più di Roma? Le cose che mi piacciono di più sono la squadra A.S. Roma, il cibo, il Colosseo che è molto bello e Città del Vaticano. 17. Perché hai scelto questa scuola? Mio padre ha scelto questa scuola perché è vicino a casa mia. 18. Ti stai trovando bene con i tuoi nuovi compagni di classe? Mi sto trovando molto bene e miei nuovi compagni di classe sono molto simpatici. 19. Cosa pensi di noi italiani? Mi piacete molto voi italiani, siete simpatici ed educati, ma non mi piace la vostra lingua perché è molto difficile. 20. Hai mai subito atti di discriminazione o di violenza da parte dei cittadini italiani? Fortunatamente non mi è mai capitato che qualche italiano mi abbia discriminato o insultato.
1 D ec. Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana. (Albert Einstein) L’Italia, paese democratico e accogliente tutela i diritti di ognuno, quotidianamente i media ci informano di sbarchi, naufragi e polemiche e/o rivolte di cittadini e immigrati che protestano per difendere i propri punti di vista. Diverse città si sono opposte contro l’apertura di centri di accoglienza e il nostro paese ogni giorno deve affrontare e risolvere le difficoltà sociali, economiche e politiche che il fenomeno migratorio presenta. Noi studenti, dal primo ciclo d’istruzione, siamo abituati a confrontarci con compagni di diversa nazionalità, in questi ultimi anni la presenza di cittadini stranieri nelle scuole italiane, di ogni ordine e grado, è aumentata notevolmente e, non sempre, l’inclusione risulta semplice. Noi studenti della I D abbiamo scelto di intervistare il nostro compagno di classe per conoscere dalla sua testimonianza i sentimenti, le opinioni e le difficoltà che ha incontrato dal momento in cui con la sua famiglia ha intrapreso il viaggio che lo ha portato nel nostro paese. 1 D ec.
Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine ad ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno. Cit. (Paulo Coelho)
Progetto legalità Dente Alessio, Mancin Alessandro, Peretti Lorenzo , Zizzari Giorgia CLASSE 1D ec.
Profughi e migranti provenienti dal Nord Africa, su barconi stracarichi, vengono imbarcati sulle navi della Guardia costiera e poi, trasbordati su lance e motovedette, sono condotti a terra, a Lampedusa. Durante il viaggio si possano contrarre malattie, riportare ustioni causate dal carburante, molti di loro, spesso alla deriva, vengono ritrovati privi di sensi e disidratati. Sull’isola di Lampedusa trovano Pietro Bartólo, il medico che dirige il poliambulatorio di Lampedusa e che da anni compie la prima visita ad ogni migrante che sbarca nell'isola. Vengono, quindi, trasferiti in autobus al centro di accoglienza, perquisiti e fotografati.
Il film di Gianfranco Rosi parte da un’isola che c’è, Lampedusa, per arrivare su un’isola che non c’è: l’emergenza profughi che l’Europa stenta ancora ad affrontare in modo veramente unitario e umanitario, perché, in un certo senso, questo viaggio cinematografico bello e straziante è anche un film su una rimozione. Chiamiamolo anche un difetto di empatia della mente umana, che ci porta a non mettere a fuoco certe cose, certi naufragi, certi morti. Il film di Rosi apre a uno sguardo diverso sui migranti, persone vere e non numeri come canta, nel Centro di Accoglienza di Lampedusa, un migrante appena arrivato, con i suoi compagni di viaggio, in una sorta di gospel che racconta la loro odissea: "Non potevamo restare in Nigeria / Molti morivano, c'erano i bombardamenti / Ci bombardavano / e siamo scappati dalla Nigeria / siamo scappati nel deserto, / nel deserto del Sahara, / molti sono morti. / Nel deserto del Sahara molti sono morti / Sono stati uccisi, stuprati / Non potevamo restare / Siamo scappati in Libia / E in Libia c'era l'ISIS / e non potevamo rimanere / Abbiamo pianto in ginocchio: 'Cosa faremo?'
PROGETTO LEGALITA’ CLASSE I D IN COLLABORAZIONE CON LE PROFESSORESSE MINGRONE E MONACO