Dal Rumore al Segnale: Alcuni spunti di riflessione per l’analisi congiunturale dei settori industriali Riunione dell’Osservatorio Congiunturale GEI.

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Transcript della presentazione:

Dal Rumore al Segnale: Alcuni spunti di riflessione per l’analisi congiunturale dei settori industriali Riunione dell’Osservatorio Congiunturale GEI Confindustria, Roma, 8 maggio 2017 Stefano Menghinello ISTAT Direttore DCSE

Spunti di riflessione L’obiettivo di base di ogni analisi congiunturale è di separare per quanto possibile il segnale (individuazione di trend-direttrici di sviluppo di breve-medio periodo) da fattori di disturbo (fattori stagionali e non) ma anche dai cambiamenti di fondo del sistema produttivo La ripresa economica presenta un profilo piuttosto debole ed incerto nei paesi Ue, ed in particolare in Italia. Esiste un problema di «lettura» degli indicatori congiunturali per il settore industriale? In particolare, la variabilità temporale e settoriale di alcuni indicatori è un problema di percezione, impianto di misurazione o dinamiche evolutive dell’organizzazione dei settori e nei comportamenti delle imprese? Quali sono i possibili fattori alla base di questa evoluzione nell’organizzazione produttiva dei settori e nei comportamenti delle imprese che potrebbero avere modificato il quadro di riferimento per l’analisi congiunturale? L’attuale quadro metodologico e di analisi dei dati è adeguato a cogliere queste sfide? Esistono ipotesi di sviluppo di nuovi indicatori che potrebbero essere utili e complementari agli indicatori già esistenti?

Fatti stilizzati e loro possibili determinanti Esiste un problema di «lettura» degli indicatori congiunturali? Si rileva un’adeguata «concordanza» di segno tra indicatori tra loro logicamente correlati anche se basati su concetti e processi differenti? Il profilo temporale è considerato «coerente» per fornire «segnali» da interpretare in modo chiaro rispetto a componenti di «rumore»?

Come si interpreta la differente dinamica dei profili settoriali? E’ spiegata sulla base dei tradizionali fattori? Differente dinamica della domanda e differenziali di competitività che evolvono «lentamente» nel tempo ed in modo relativamente «omogeneo» tra imprese del settore Altri fattori che potrebbero influire sulle differenze settoriali ma anche sulla differente «reattività» degli indici generali rispetto al passato….. Diversa «reattività» delle imprese all’evoluzione congiunturale della domanda di settore (ciclo delle scorte, ruolo delle catene internazionali delle imprese e crescente peso degli scambi di beni intermedi, strategie di investimento) ma anche più rapida reazione dei fattori di competitività Forte eterogeneità nei comportamenti e risultati delle imprese dentro il settore Progressiva perdita di significatività dei settori tradizionali come struttura classificatoria Differenti meccanismi di fatturazione ed effetti di natura fiscale Aspetti connessi con la globalizzazione (presenza di gruppi multinazionali) Ma questi fattori condizionano in uguale misura l’estrazione del segnale dai rumore di fondo tipico degli indicatori congiunturali? Neutralità, non neutralità effetti interdipendenti

E’ possibile scorporare in modo accurato i fattori di disturbo (stagionali e non) e di trend strutturale dall’evoluzione congiunturale del fenomeno oggetto di interesse? I fattori stagionali sono «estratti» con strumenti e metodologie consolidati a livello internazionale, vi sono tuttavia alcuni aspetti che meritano una maggiore discussione (per esempio per la stima della correzione per i giorni lavorativi l’effetto eterogeneo tra imprese e la presenza di effetti cumulativi – ponti – potrebbe essere più accuratamente considerato con quesiti di controllo). I fattori di «disturbo» (leggi «variabilità») non stagionali non sono sempre di chiara individuazione in quanto in alcuni casi sono «al confine» con altri aspetti di evoluzione strutturale del fenomeno I fattori di «evoluzione strutturale» di solito considerati come «stabili» o «dati» nell’analisi congiunturali, tendono invece ora ad evolvere più rapidamente con processi di accelerazione o decelerazione non distinguibili da fattori strettamente congiunturali Esiste per i fenomeni più complessi (multinazionali) una effettiva difficoltà nella classificazione della natura dei fenomeni: effetto strutturale, di rumore o segnale?

Multinazionali italiane all’estero L’effetto delle multinazionali è differenziato a livello settoriale e complesso da valutare Settore in % Fatturato Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 159,8 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche 36,3 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 30,6 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 28,3 Fabbricazione di altri prodotti della lavoraz. di minerali non metalliferi 26,9 Attività manifatturiere 26,0 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 25,3 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 23,0 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi 21,3 Fabbricazione di prodotti chimici 18,4 Metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 11,4 Industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento, di articoli in pelle e pelliccia 10,4 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio; Fabbricazione di carta e di prodotti di carta; Stampa e riproduzione di supporti registrati 9,5 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 9,1 Fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturiere 6,6 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 4,5 Fabbricazione di articoli in pelle e simili 4,2 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 0,3 Multinazionali italiane all’estero Effetto indiretto ma di forte attivazione su export/import nazionale, problemi di interpretazione «direzione del trade» Comportamento differenziato delle imprese che operano in Italia molto più «simile» a quello delle affiliate estere presenti in Italia

Multinazionali estere in Italia L’effetto delle multinazionali è differenziato a livello settoriale e complesso da valutare Multinazionali estere in Italia I due «effetti» si cumulano e sono particolarmente forti su import/export Fattori strutturali non sempre neutralizzati sul piano congiunturale Rapidità e radicalità delle strategie di internazionalizzazione Forte interazione con fattori fiscali «globali» Settore di attività economica in % fatturato Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 61,8 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 58,8 Fabbricazione di prodotti chimici 38,3 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature 32,1 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca 25,5 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 24,6 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 21,8 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi 21,0 Attività manifatturiere 20,7 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 19,1 Altre industrie manifatturiere 18,4 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta 17,9 Metallurgia Fabbricazione di altri prodotti della lavoraz. di minerali non metalliferi 16,2 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 16,1 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 14,7 Confezione di articoli di abbigliamento e fabbr. articoli in pelle e simili 8,5 Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) 7,9 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature Industrie tessili 7,8 Stampa e riproduzione di supporti registrati 5,1 Fabbricazione di mobili 3,1 Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 2,0 Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio 1,3

Conclusioni Come è possibile migliorare la «lettura» degli indicatori congiunturali in un periodo di elevata incertezza e complessità del quadro di riferimento? Problema di comunicazione-percezione verso adeguatezza metodologie- processi rispetto alle nuove sfide della complessità industriale Rafforzamento della capacità dei paesi Ue di cogliere i processi di ristrutturazione delle imprese multinazionali (early warning system) Rafforzamento all’interno dei paesi nel gestire in modo coerente eventi societari complesse tra indagini congiunturali/strutturali e conti nazionali Perfezionamento metodologie di destagionalizzazione (problema additività, effetti non lineari giorni lavorativi, componenti non stagionali, ecc) E’ utile introdurre nuove indicatori «complementari» a quelli già disponibili? Ruolo degli «experimental data» per misurare l’incertezza e l’eterogeneità nella performance di settori ed imprese o altri aspetti rilevanti Come «strutturare» un dialogo continuo e costruttivo tra produttori e analisti sofisticati per ottenere «feed-back» su comportamenti delle imprese ed evoluzione settoriale? Best practice GEI, altre modalità? Per esempio formazione congiunta produttori-analisti, coinvolgimento nei tavoli di esperti di tecnologie o organizzazione industriale del settore?