I FRANCHI I Franchi, divisi tra IV e V secolo in tanti piccoli aggregati lungo i bacini del basso Reno e della Schelda, a partire dal 482 sono inglobati nel dominio di Clodoveo, dopo la scomparsa di Teodorico l’uomo più potente dell’Occidente. collaborazione con la colta e ricca aristocrazia gallo-romana conversione dal politeismo al cattolicesimo e collaborazione con l’episcopato cattolico fusione tra Franchi e Gallo-Romani, per cui già alla fine del sec. VII il termine franco aveva perso ogni contenuto etnico e indicava semplicemente l’uomo libero concezione patrimoniale dello Stato, che alla morte di Clodoveo viene diviso tra i figli in quattro regni nel regno di Austrasia (corrispondente alla parte orientale), dove più forti si erano mantenute le tradizioni guerriere germaniche) emerge la famiglia dei Pipinidi, maestri di palazzo, che estendono progressivamente il loro potere a tutto il mondo franco all’ombra dei re Merovingi e infine si sostituiscono a loro.
L’ORDINAMENTO PUBBLICO CAROLINGIO Il Papato legittimò l’ascesa dei Pipinidi e spinse perché intorno ai Franchi si raccogliesse la massima parte della cristianità occidentale in una nuova formazione politica, che segnava il disconoscimento delle pretese universali dell’impero bizantino. L’incoronazione imperiale di Carlo Magno. Sotto il nuovo nome imperiale rimase la realtà multiforme dei popoli dominati dai Franchi e quindi anche il nome e l’individualità del regno dei Longobardi, poi denominato Regno d’Italia, con capitale Pavia. Con i Franchi non ci fu immigrazione di un popolo, ma immissione di piccoli nuclei armati in zone strategiche al servizio dei conti, che presero il posto dei duchi e gastaldi longobardi. L’aristocrazia longobarda, nonostante le confische e la rimozione dei vertici dell’apparato politico e militare, rimase sostanzialmente indenne nella sua base patrimoniale. L’ordinamento pubblico carolingio. La riforma di chiese e monasteri. La rinascita carolingia.