Pirandello e il saggio sull’Umorismo

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Transcript della presentazione:

Pirandello e il saggio sull’Umorismo

Il saggio: Frutto di un corso di lezioni Pubblicazione: 1906-1908

È diviso in due parti: PARTE STORICA definizione etimologica della parola “umorismo” Brunetto Latini: «Malinconia è un umore, che molti chiamano collera nera, e è fredda, e secca, e ha il suo sedio nello spino.» «Sarà bene, trattando dell’umorismo, tener presente anche quest’altro significato di malattia della parola umore, e che malinconia, prima di significare quella delicata affezione o passione d’animo che intendiamo noi, abbia avuto in origine il senso di bile o fiele e sia stata per gli antichi un umore nel significato materiale della parola.»

confusione intorno alla parola “umorismo” «Anche oggi, per il gran numero, scrittore umoristico è lo scrittore che fa ridere. Ma, ripeto, perché in Italia soltanto? dappertutto! Il volgo non può intendere i segreti contrasti, le sottili finezze del vero umorismo. Si confondono anche altrove la caricatura, la farsa bislacca, il grottesco con l’umorismo…» II. PARTE TEORICA

Punti chiave della poetica: Relativismo filosofico Scomposizione critica dell’esistenza Gusto per la dissonanza, disarmonia, divagazione Tendenza alla deformazione grottesca Tendenza alla riflessione

Giovanni Macchia INTERCOMUNICABILITA’ La dedica: «alla buon’ anima di Mattia Pascal bibliotecario» Giovanni Macchia INTERCOMUNICABILITA’

Umorismo Uno, nessuno e centomila Il Fu Mattia Pascal Novelle Serafino Gubbio Operatore Sei personaggi in cerca d’autore

Es. Il Fu Mattia Pascal «LANTERNINOSOFIA» Umorismo «A noi uomini, invece, nascendo, è toccato un triste privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario… E questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino che ciascuno di noi porta in sé acceso; un lanternino che ci fa vedere sperduti sulla terra, e ci fa vedere il bene e il male; un lanternino che proietta tutt’intorno a noi un cerchio più o meno ampio di luce, al di là dal quale è l’ombra nera, l’ombra paurosa che non esisterebbe, se il lanternino non fosse acceso in noi…» (Fu Mattia Pascal)

Meccanismo della riflessione «Abbiamo detto che, ordinariamente, nella concezione d’un’opera d’arte, la riflessione è quasi una forma del sentimento, quasi uno specchio in cui il sentimento si rimira…» «Volendo seguitar quest’immagine, si potrebbe dire che, nella concezione umoristica, la riflessione è sì come uno specchio, ma d’acqua diaccia, in cui la fiamma del sentimento non si rimira soltanto, ma si tuffa e si smorza: il friggere dell’acqua è il riso che suscita l’umorista; il vapore che n’esala è la fantasia spesso un po’ fumosa dell’opera umoristica…»

Riflessione attiva Associazione per contrari «Ogni immagine, ogni gruppo d’immagini desta e richiama le contrarie, che naturalmente dividono lo spirito, il quale, irrequieto, s’ostina a trovare o stabilir tra loro le relazioni più impensate.» RIFLESSIONE IRONIA come «demonietto»

Da qui SENTIMENTO DEL CONTRARIO Alcuni esempi:

Es. 1) «Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente si inganna che, parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario.»

Es. 2) «- Signore, signore. Oh Es. 2) «- Signore, signore! Oh! Signore, forse, come gli altri, voi stimate ridicolo tutto questo; forse vi annojo raccontandovi questi stupidi e miserabili particolari della mia vita domestica: ma per me non è ridicolo, perché io sento tutto ciò… - Così grida Marmeladoff nell’osteria, in Delitto e Castigo del Dostojevsky. E questo grido è appunto la protesta dolorosa ed esasperata d’un personaggio umoristico contro chi, di fronte a lui, si ferma a un primo avvertimento superficiale e non riesce a vederne altro che la comicità.»

Es. 3) «Dove sta il sentimento del poeta Es. 3) «Dove sta il sentimento del poeta? Nel disprezzo o nel compatimento per don Abbondio? […] Il De Sanctis ha dettato alcune pagine meravigliose esaminando il sentimento della paura nel povero curato; ma non ha tenuto conto di questo, perbacco: che il pauroso è ridicolo, è comico quando si crea rischi e pericolo immaginari: ma quando un pauroso ha veramente ragione d’aver paura…questo pauroso non è più comico soltanto. [... ] Don Abbondio è appunto questo sentimento del contrario oggettivato e vivente; e però non è comico soltanto, ma schiettamente e profondamente umoristico.»

Uomo «fuor di chiave»: arte contemporanea crisi novecentesca (progresso, macchina…) «Possiamo tutt’al più ammettere che oggi, per questa - se vuolsi - cresciuta sensibilità e per il progresso (ahimè) della civiltà, siano più comuni quelle disposizioni di spirito, quelle condizioni di vita più favorevoli al fenomeno dell’umorismo, o meglio, di un cerro umorismo» teoria copernicana telescopio

Fluire perpetuo + Influenza bergsoniana Forme Concetti MA: - Bergson - Pirandello

Solo in momenti eccezionali si scopre: “una realtà vivente oltre la vista umana, fuori dalle forme dell’umana ragione” inganno del vivere relativismo infinito menzogna «in quanto quella può unire, laddove questa divide; il che non impedisce che, mentre la menzogna è tacitamente scoperta e riconosciuta, si assuma poi a garanzia della sua efficacia associatrice la veracità stessa, facendosi apparire come sincerità l’ipocrisia.»

3 tempi della scepsi pirandelliana: 1) Scomposizione di una falsa apparenza «Ci vediamo noi nella nostra vera e schietta realtà, quali siamo, o non piuttosto quali vorremmo essere? […]E pensiamo, operiamo, viviamo secondo questa interpretazione fittizia e pur sincera di noi stessi…» «Ciò che noi conosciamo di noi stessi, non è che una parte, forse una piccolissima parte di ciò che noi siamo.»

2) La negazione 3) Visione eraclitea della vita «Come affermarla una [l’anima], difatti, se passione e ragione, istinto e volontà, tendenze e idealità […] fanno sì che l’individuo […] apparisca come se veramente in lui fossero più anime diverse e perfino opposte, più e opposte personalità.» 3) Visione eraclitea della vita «La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili e determinate…[in] concetti… Ma dentro di noi stessi, in ciò che noi chiamiamo anima, e che è la vita in noi, il flusso continua, indistinto, sotto gli argini…»

Personaggio scomponibile Giovanni Macchia «Le terre della fantasia vengano alimentate da battute filosofiche, pensieri polemici, temi insistenti…che rimbalzano come palle elastiche da un’opera all’altra, a volte con le stesse parole.» «Escono da una novella ed entrano in un romanzo, escono da un romanzo e vanno a finire in un saggio e ancora…affrontano le scricchiolanti tavole di un palcoscenico.» Personaggio scomponibile