Sociologia dei fenomeni politici Il potere Sociologia dei fenomeni politici
Il potere: 3 visioni Visione strumentale: mezzi a disposizione per… (ricchezza, capitali, istituzioni) Il potere come fine in sé: «Desiderio perpetuo e inquieto di potere e ancora potere fino alla morte» (Hobbes) Il potere come relazione sociale: «Ad ogni autentico rapporto di potere inerisce un minimo di volontà di obbedire cioè un interesse (interno o esterno) all’obbedienza» (Weber)
Il potere come relazione sociale Relazione sociale asimmetrica Rapporto di sovra/sotto ordinazione (Simmel) Assenza di relazione: Violenza, Egoismo puro (Simmel)
Simmel, Il dominio Per Simmel il potere è un rapporto di scambio «Il dominio può essere esercitato: da un singolo, da un gruppo, da una forza obiettiva». «L’essere umano ha un duplice atteggiamento interno rispetto al principio della subordinazione. Da una parte egli vuole infatti essere dominato. La maggior parte degli uomini non solo non può esistere senza guida, ma ne ha anche la sensazione: essi cercano la forza superiore che tolga loro la propria responsabilità e una severità limitatrice e regolatrice, che non li protegga solo verso l’esterno, ma anche contro loro stessi. Tuttavia essi non hanno minor bisogno di opporsi a questo potere di direzione» (Simmel, Il dominio, p.52)
Il potere del singolo sul gruppo: la massa (Simmel) «La struttura di una società, nella quale solo uno domina mentre la grande massa si fa dominare, possiede il suo senso normativo unicamente nel fatto che la massa, vale a dire l’elemento dominato, include nel rapporto solo una parte di ciascuna delle individualità che le appartengono, mentre il dominante dà nel rapporto la sua intera personalità. Il dominante e il singolo dominato non entrano affatto nel rapporto con lo stesso quanto delle loro personalità. La massa viene formata per il fatto che molti individui uniscono certe parti o frazioni delle loro personalità, impulsi unilaterali, interessi, forze – mentre ciò che ciascuna personalità è come tale, resta al di là di questo piano di livellamento e non si inquadra nella ‘massa’, vale a dire in ciò che propriamente viene dominato da quell’uno» (Simmel, Il dominio, p. 63).
Popitz: la violenza e il «potere d’azione «La forma più diretta di potere è il puro potere d’azione: il potere di recar danno agli altri con un’azione diretta contro di essi, il potere di ‘fare qualcosa agli altri’» (Popitz, Fenomenologia del potere, p. 65). Il potere d’azione segue un copione in crescendo: Azioni rivolte alla riduzione della partecipazione Danno materiale (riduzione mezzi di sussistenza) Offesa corporea
Popitz: «il potere di uccidere» «La violenza non è suscettibile di crescita illimitata. C’è un confine estremo: l’uccisione. Perciò c’è uno stadio definitivo di ogni violenza» (Popitz, p. 72)
Guglielmo Ferrero: il potere e la paura «L’uomo insomma vive al centro di un sistema di terrori, in parte naturali, in parte creati da lui stesso, veri e fittizi, questi ultimi più terribili dei veri. Il Potere è la manifestazione suprema della paura che l’uomo fa a se stesso, malgrado gli sforzi per liberarsene» (p. 43) «La legittimità ha il compito di liberare il potere e i suoi soggetti dalle loro reciproche paure, sostituendo sempre più nei loro rapporti il consenso alla coercizione» (p. 62)
Guglielmo Ferrero: i principi di legittimità «Insomma, i principi di legittimità sono giustificazioni del potere, cioè del diritto di comandare; perché fra tutte le ineguaglianze umane nessuna ha conseguenze tanto importanti e perciò tanto bisogno di giustificarsi, come l’ineguaglianza derivante dal potere. Salvo quale rara eccezione, un uomo vale l’altro: perché uno deve avere il diritto di comandare e gli altri il dovere di obbedire? «(Ferrero, Potere, p. 29). Principi di legittimità: Principio aristocratico-monarchico Principio ereditario Principio elettivo Principio democratico
La sociologia del potere di Max Weber Herrschaft «La possibilità che un comando di un determinato contenuto trovi obbedienza presso coloro ai quali è rivolto» Potere legittimo Dominio Autorità Macht: «Il potere designa qualsiasi possibilità di far valere la propria volontà anche davanti ad un’opposizione, qualunque sia la base di questa possibilità» Potere Potenza
Gli idealtipi della legittimità Macht Herrschaft Tradizionale Carismatico Razionale-legale
La legittimità carismatica “Per «carisma» si deve intendere una qualità considerata straordinaria [...] che viene attribuita ad una persona. Pertanto questa viene considerata come dotata di forze e proprietà soprannaturali o sovrumane, o almeno eccezionali in modo specifico, non accessibili agli altri, oppure come inviata da Dio o come rivestita di un valore esemplare e, di conseguenza, come «duce».” [la relazione carismatica] “non consiste affatto [...] nella persona o nelle esperienze vissute di carattere psicologico del creatore delle idee o delle opere, ma nel modo in cui esse vengono accolte interiormente da coloro che sono dominati o guidati, dal modo in cui vengono da questi immediatamente vissute.” [la forza del carisma si fonda] “sulla convinzione emozionale dell’importanza e del valore di una manifestazione di tipo religioso, etico, artistico, scientifico, politico o di qualsiasi altra specie”,
La legittimità carismatica La legittimità per eccellenza, non fondata sulla prova, ma sul carattere carismatico del capo Legittimità e legalità: «Sta scritto, ma io vi dico»
Le trasformazioni del carisma in senso antiautoritario I Fase: “l’epifania di un successore oppure di un rappresentante terreno o di un profeta capace di dimostrare personalmente la sua qualificazione.” II Fase: L’elezione da parte dei seguaci costituisce il passaggio successivo della trasformazione del carisma in pratica quotidiana, gettando così le basi della moderna rappresentanza elettiva. Originariamente il diritto di voto è garantito solo a coloro che sono qualificati ad esercitarlo in virtù dell’originario legame con il capo. Inoltre, in questa prima fase, l’elezione doveva trovare conferma nell’acclamazione popolare, costituendo così una tipologia specifica fondata sul “riconoscimento o l’approvazione della presenza di una qualificazione che non sorge con l’elezione, ma esiste prima di essa, e perciò di un carisma al cui riconoscimento avanza viceversa una pretesa, in quanto suo portatore, colui che deve essere eletto” III Fase: L’ultimo grado di sviluppo del carisma in senso antiautoritario, è rappresentato dalla democrazia plebiscitaria: “Il più importante tipo di transizione è rappresentato dal potere plebiscitario. Esso ha i suoi tipi principali nella «partitocrazia» dello stato moderno, ma sussiste ovunque il detentore del potere si senta legittimato come uomo di fiducia delle masse e sia riconosciuto come tale.” […] Il plebiscito, “non è un’«elezione», ma è il primo o un rinnovato riconoscimento [...] di un pretendente quale detentore carismatico del potere, qualificato in modo personale”