Scontri tra il potere politico e il potere papale tra XI e XIV secolo

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Scritto da Alexander Sochnev
Transcript della presentazione:

Scontri tra il potere politico e il potere papale tra XI e XIV secolo

Le lotte tra XI e XII secolo Lo scorso anno abbiamo studiato il lungo scontro tra i due poteri fondamentali del Medioevo: il papato e l’impero. Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV diedero inizio alla lunga lotta chiamata «lotta per le investiture».

Matilde di Canossa Imperatore Enrico IV Fonte storica visiva o «iconografica» (miniatura di un manoscritto del 1115): L’imperatore Enrico IV si inginocchia di fronte a Matilde di Canossa, perché lo aiuti a convincere il papa a perdonarlo.

La lotta per le investiture ebbe fine nel 1122 con il concordato di Worms. Fu questa la fine degli scontri tra il papato e l’impero? Ovviamente no: L’imperatore Federico I di Svevia (detto «il Barbarossa») si scontrò con papa Alessandro III, il quale si era schierato dalla parte dei comuni italiani. Il Barbarossa giunse a eleggere un «antipapa» e per questo fu scomunicato da papa Alessandro III.

Fonte iconografica (affresco del 1300): Dopo la sconfitta di Legnano, l’imperatore Barbarossa chiede perdono al papa Alessandro III, che lo assolve dalla scomunica.

Anche Federico II di Svevia fu scomunicato dal papa (per avere rimandato più volte la partenza per la sesta crociata) e al suo ritorno si scontrò con i comuni guelfi.

Fonte storica visiva o iconografica (manoscritto del 1250): sigillo reale di Federico II, denominato «Re di Gerusalemme» e «Re di Sicilia»

Lo scontro tra il papato e la monarchia francese nel XIV secolo A partire dal 1300, il papato si trova ad affrontare un nuovo avversario: non più un imperatore, ma il re di Francia Filippo il Bello. Bonifacio VIII Filippo IV detto «il Bello»

La monarchia francese, nel Duecento, era diventata più potente e ben organizzata: si era dotata di molti funzionari e di un potente esercito. Tutto ciò richiedeva molto denaro, che il re poteva ottenere tramite le tasse. Per ottenere più denaro, Filippo il Bello decise di imporre le tasse anche al clero francese, che fino a quel momento non aveva dovuto pagarle. Papa Bonifacio VIII si oppose a questa legge.

Gli Stati Generali Il re decise di convocare una grande assemblea per decidere chi avesse ragione. Questa assemblea fu convocata nel 1302 e venne definita «Stati generali» perché vi partecipavano i tre «stati» in cui era divisa la società: Il primo stato era il clero; Il secondo stato era la nobiltà; Il terzo stato includeva il resto della società, in particolare la borghesia.

Gli Stati Generali diedero ragione al re, sostenendo che il potere reale avesse la stessa importanza di quello papale poiché anche il potere del re derivava direttamente dalla volontà di Dio.

Filippo il Bello non si accontentò di questa vittoria Filippo il Bello non si accontentò di questa vittoria. Inviò alcuni uomini in Italia per rapire papa Bonifacio VIII e farlo suo prigioniero. Durante il rapimento, il papa venne addirittura schiaffeggiato e soltanto l’intervento degli abitanti del paese dove si trovava, Anagni, poté impedire il rapimento. Bonifacio morì poco dopo.

Fonte iconografica (miniatura da un manoscritto del 1300): Il papa viene arrestato dagli uomini di Filippo il Bello.

Cattività avignonese Il re Filippo riuscì a fare eleggere un papa francese e suo alleato, Clemente V. Per volere del re, la sede del papato fu trasferita da Roma ad Avignone, città francese. Per circa settant’anni furono eletti solo papi francesi e la sede papale rimase ad Avignone, di modo che la monarchia francese potesse avere maggiore controllo sul papa. Questo periodo è ricordato come «cattività avignonese».