I bambini fantasma Neonati che non hanno nome e identità. Peggio, che per la legge non esistono.In una parola, invisibili. Accade oggi e qui, nella democratica e civile Italia, ed è una realtà così grave che si stenta a crederci, anche perché, in quanto invisibili, questi neonati non si contano, potrebbero essere uno, qualcuno o centomila. Figli di immigrati: per registrarli alla nascita serve il permesso di soggiorno. Dal 2009 in Italia una legge impedisce di iscrivere all’anagrafe i neonati, se madre e padre non sono in regola. Un obbrobrio giuridico che contrasta con le Carte internazionali e priva quei piccoli del diritto a esistere e avere un nome.
Come accade in ogni Paese, anche da noi l’ingresso di persone straniere è normato e, a chi entra regolarmente, viene rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo. Chi invece è in Italia al di fuori dei casi previsti per legge risulta irregolare, dunque è sprovvisto di permesso di soggiorno. Naturalmente però le Carte internazionali mettono al riparo i bambini, sempre incolpevoli: ad esempio per ricevere prestazioni sanitarie o frequentare la scuola obbligatoria non è necessario esibire il permesso di soggiorno. Una tutela per cui anche i figli di genitori irregolari hanno i diritti fondamentali di ogni altro bambino. Eppure tra questi non è previsto il primo dei diritti, quello da cui discendono gli altri: venire al mondo. Dal 2009, infatti, a causa di un emendamento apportato nel "pacchetto sicurezza", per la prima volta per registrare un figlio alla nascita è obbligatorio presentare il permesso di soggiorno.
Facile comprendere che un numero non quantificabile di bambini, nati in Italia da coppie prive di tale documento, non hanno certificato di nascita e i loro genitori si guarderanno bene dall’uscire allo scoperto, con la paura di essere espulsi o addirittura privati dei figli. Che ufficialmente non sono nemmeno figli loro, dato che non si può essere padri e madri di bambini per l’anagrafe "mai nati". Per questi piccoli e solo per loro di conseguenza anche la salute o l’istruzione obbligatoria non sono diritti: paradossalmente sono più tutelati i figli di immigrati nati prima di arrivare in Italia, che non quelli nati tra noi.
Il certificato di nascita è l’unica testimonianza certa e riconosciuta dell’esistenza giuridica di un uomo. Senza questo, nessun diritto è garantito e la persona sarà sempre esposta a subire abusi e non poter chiedere alcuna forma di giustizia. Perciò li chiamano anche bambini fantasma. Eppure l’Italia nel 1991 ratificò con una legge (la 176) la Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo, che sanciva un principio fondamentale: «Il bambino è persona con diritti propri non dipendenti da altri», dunque «il suo interesse superiore è preminente» a prescindere dallo status dei genitori. Non solo: «Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della nascita e da allora ha diritto a un nome». E ancora: «Gli Stati si impegnano a garantire a ogni bambino i diritti enunciati» a prescindere dalla origine loro o dei loro genitori o da quasiasi altra circostanza (...) Se nulla cambierà, per gli invisibili verranno a cadere anche molte delle garanzie riconosciute ai figli di genitori privi di permesso regolare: si parla di cittadinanza italiana, ius soli, vaccinazioni, diritto alla scuola... ma quando non si è nati e non si ha un nome tutto questo non può avvenire. Non si può neanche morire.
Fatto da: Pasquazi Sabrina E Lippi Noemi