Complesso Monumentale

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Transcript della presentazione:

Complesso Monumentale di Santa Chiara

Il monastero di Santa Chiara è un edificio di culto di Napoli, tra i più importanti e grandi complessi monastici della città

Ciao sono Carlo I D’Angio e nonno di Roberto D’Angio colui che volle la costruzione di Santa Chiara e sarò la tua guida La Storia Interno Esterno Il Monastero Virtual Tour

Il complesso Si tratta della più grande basilica gotica della città, caratterizzata da un monastero che comprende quattro chiostri monumentali, gli scavi archeologici nell'area circostante e diverse altre sale nelle quali è ospitato l'omonimo museo dell'Opera, il quale include alla visita anche il coro delle monache, un grande refettorio, la sacrestia ed altri ambienti basilicali.

La Storia La costruzione di Santa Chiara fu voluta da Roberto d'Angiò e sua moglie Sancia di Maiorca, e fu affidata all'architetto Gagliardo Primario che avviò i lavori nel 1310 per poi terminarli nel 1328. La chiesa, costruita in forme gotiche provenzali, divenne ben presto una delle più importanti di Napoli e vi lavorarono alcuni dei più importanti artisti dell'epoca, come Tino di Camaino e Giotto. Accanto alla basilica fu costruito anche un luogo di clausura per i frati minori, divenuto in seguito la chiesa delle Clarisse. Tra il 1742 e il 1796 venne ampiamente ristrutturata in forme barocche da Domenico Antonio Vaccaro e Gaetano Buonocore. .

Mi sembra una grande stalla con delle mangiatoie ai lati. Quando mio nipote Roberto chiese a suo figlio Carlo III un parere su come fosse l'aspetto della costruzione finita, sapete che rispose?! Mi sembra una grande stalla con delle mangiatoie ai lati. Tratto da una Storia Vera

Storia Durante la seconda guerra mondiale un bombardamento del 1943 provocò un incendio durato quasi due giorni che distrusse in parte alcuni interni della chiesa

Come Cambia La Basilica

Il Monastero Il monastero si sviluppa alle spalle della basilica. Esso ospita al suo interno il museo dell'Opera omonimo, una vasta area archeologica di epoca romana ed è caratterizzato da: quattro chiostri monumentali; una biblioteca; diverse sale conventuali, tra cui un refettorio, la sala di Maria Cristina; la sala capitolare e le cucine, la chiesa delle Clarisse (ex refettorio dei Frati Minori).

Il chiostro maiolicato o delle Clarisse Il Chiostro Maiolicato del monastero ha subito nel corso dei secoli varie trasformazioni. La più importante è stata eseguita da D. A. Vaccaro, tra il 1742 e il 1769. La struttura trecentesca, composta da 66 archi a sesto acuto poggianti su 66 pilastrini in piperno, è rimasta invariata, mentre il giardino è stato completamente modificato. Il Vaccaro ha realizzato due viali che, incrociandosi, hanno diviso il giardino in quattro settori. Fiancheggiano i viali 64 pilastri a pianta ottagonale, rivestiti da maioliche con scene vegetali. I pilastri maiolicati sono collegati tra loro da sedili sui quali, con la stessa tecnica, sono rappresentate scene tratte dalla vita quotidiana dell’epoca. Le pareti dei quattro lati del chiostro sono interamente coperte da affreschi secenteschi, raffiguranti santi, allegorie e scene dell'Antico Testamento.

Museo dell’opera Il Museo dell'Opera, suddiviso in quattro sale, restituisce uno spaccato di storia napoletana, dall'antichità al XX secolo, e conserva alcuni tesori scampati al bombardamento del 1943. Nella Sala Archeologica sono raccolti i reperti rinvenuti durante gli scavi e i restauri. Nella Sala della Storia sono ricostruite le vicende e le vicissitudini del complesso monumentale nel corso dei secoli. La terza sala è quella dei Marmi, dove sono disposte statue e decorazioni marmoree. Nella Sala dei Reliquiari, posta su un piano soppalcato, si conservano infine paramenti sacri, corredi liturgici e reliquie, oltre al busto ligneo dell'Ecce Homo, opera rinascimentale di Giovanni da Nola.

ESTERNO La Facciata La basilica di Santa Chiara sorge con l'ingresso costituito da un grande portale gotico del XIV secolo, con arco ribassato e lunetta priva di decorazioni. Il sagrato antistante la chiesa è recintato da un alto muro. La facciata presenta una struttura a capanna ed è preceduta da un pronao a tre arcate ogivali, di cui quella centrale inquadra il portale di marmi rossi e gialli con lo stemma di Sancia. In alto, al centro, si apre il rosone, in gran parte reintegrato durante la ricostruzione post bellica. Il Campanile

Alla sinistra della chiesa si eleva la torre campanaria trecentesca. Il Campanile Alla sinistra della chiesa si eleva la torre campanaria trecentesca. Il campanile, separato dalla struttura, fu iniziato nel 1328, ma completato solo nel '500, quando fu dotato anche di cinque campane; queste, cadute per il bombardamento del 1943, furono rimesse al loro posto nel 1949. Dopo oltre un secolo di chiusura il campanile è stato riaperto l’anno scorso

Interno La chiesa si presenta oggi nelle sue originarie forme gotiche, con una facciata a larga cuspide, nella quale è incastonato l’antico rosone traforato, con il pronao dagli archi a sesto acuto e l’interno con un’unica navata. L'interno è un vasto, alto ambiente rettangolare, su cui si affacciano le cappelle, illuminate da bifore e trifore. Dietro l'altare maggiore campeggia il grande sepolcro di Roberto, lievemente danneggiato dai bombardamenti; opera dei fratelli Bertini, rappresenta la figura seduta del re, ed è sovrastato da un'epigrafe attribuita a Francesco Petrarca La nona cappella conserva la struttura barocca, ed accoglie le sepolture dei Borboni. La prima cappella sulla sinistra, adiacente all'ingresso, ospita invece le spoglie di Salvo d'Acquisto, il carabiniere sacrificatosi, durante la II guerra mondiale, per salvare un gruppo di civili innocenti dalla rappresaglia nazista.

Scavi Archeologici Nell’Area Archeologica si trovano resti di uno stabilimento termale romano scoperto nel dopoguerra, che, presumibilmente, apparteneva a una villa patrizia. Le terme sono la testimonianza più completa a noi pervenuta delle antiche thermae di Neapolis, di struttura simile a quelle di Pompei e di Ercolano. Esse risalgono alla fine del I secolo d. C., e i relativi condotti idrici facevano parte dell’acquedotto del Serino.