Le origini dei comuni tra XI e XII secolo

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Transcript della presentazione:

Le origini dei comuni tra XI e XII secolo

Una storia senza inizio Lucca 1081? Pisa 1088 circa Asti 1095 Milano 1097 Arezzo 1098 Genova 1099 Pistoia e Ferrara 1105 Cremona 1112 Bologna 1123 Siena 1125 ..presentibus consulibus…

Il Breve: un vademecum per i consoli Pistoia 1117-1180 (2) Genova 1143 Pisa 1162-1164 (2) Piacenza 1167-1182 (3) Pavia fine XII

L’Impero di Federico Barbarossa (1155-1190)

Ottone di Frisinga sui comuni lombardi (intorno al 1160) Per ricchezza e potenza i centri italiani superano tutte le altre città del mondo, aiutate in ciò non solo dalle loro abitudini, ma anche dall’assenza dei sovrani, abituatisi a rimanere al di là delle Alpi. In una cosa essi conservano le tracce dell’influenza barbarica: che cioè mentre si gloriano di vivere secondo le leggi, viceversa non rispettano le leggi. Infatti essi non accolgono mai con reverenza il Principe, al quale dovrebbero prestare il loro rispettoso atto di soggezione, e solo se sono costretti dalla forza militare, adempiono verso di lui a quegli obblighi che pur sono sanciti dalle leggi. I Lombardi amano tanto la libertà che, per sottrarsi alla prepotenza dei dominatori, preferiscono essere governati dall’arbitrio di consoli piuttosto che dai signori. Essendo poi il loro territorio quasi tutto diviso tra le città, ognuna di queste ha obbligato i diocesani a venire ad abitare entro il centro cittadino e a sottomettersi, sicché difficilmente si può trovare qualche nobile, il quale conservi tale dominio da non esser obbligato ad assoggettarsi alla città. Ogni centro urbano ha poi preso l’abitudine di chiamare contado [comitatus] quel territorio che è in tal modo esposto alla sua minaccia.

Constitutio de regalibus (Roncaglia, novembre 1158) Le regalìe sono queste: […] le vie pubbliche, i fiumi navigabili e i canali, i porti, i dazi e le imposte che si chiamano telonei, le monete, la riscossione delle multe, i beni di tutti coloro colpiti da confische, le angherie e perangherie (=imposte straordinarie), le tasse sui carri e le navi, le imposizioni legate a spedizioni straordinarie dell’autorità regia, la facoltà di eleggere magistrati per le cause giudiziarie, le miniere, i palazzi pubblici nelle città, i redditi delle pescaie e delle saline, i beni dei colpevoli di lesa maestà.

dalla Pace di Costanza del 1183 Noi Federico imperatore dei romani e il nostro figlio Enrico re dei romani concediamo in perpetuo a voi città luoghi e persone della Lega Lombarda le regalìe e le vostre consuetudini tanto in città quanto fuori dalla città, cioè quelle che in città avete o avete avuto e quelle che fuori della città avete esercitato senza contestazione ab antiquo. Inoltre, in ogni città in cui sono costituiti dei consoli, costoro ricevano l’investitura dal nostro nunzio che si trova in città o dal vescovo, per un quinquennio. E finito il quinquennio ogni città debba inviare un nunzio alla nostra presenza per rinnovare l’investitura

Il podestà

I ‘regimi di popolo’ Capitano del Popolo Anziani – Priori Fiscalità – la Libra o Estimo Dominio del territorio (es. il Liber Paradisus) Ordinamenti antimagnatizi Grandi imprese edilizie

Città e contado

Evoluzioni politiche divergenti nel XIV secolo Le città ‘repubblicane’: Venezia Firenze Siena Perugia Le più antiche dinastie signorili: Visconti Este Della Scala Buonacolsi poi Gonzaga