Animali della scogliera corallina Barbara Fraternale
Indice Pesce pagliaccio Cavalluccio marino Pesce pappagallo parte 1
Pesce pagliaccio BIOLOGIA La sottofamiglia Amphiprioninae (Pomacentridae) comprende un gruppo di pesci teleostei comunemente chiamati pesci pagliaccio. Sono chiamati così per le loro livree estremamente colorate, tendenti al rosso-arancio e striate di bianco o nero. Il corpo è compresso latero lateralmente, con grandi pinne arrotondate e adatte solo a piccoli spostamenti. Sono diffusi nell'Oceano Indiano e nel Pacifico. La sottofamiglia Amphiprioninae (Pomacentridae) comprende un gruppo di pesci teleostei comunemente chiamati pesci pagliaccio. Sono chiamati così per le loro livree estremamente colorate, tendenti al rosso-arancio e striate di bianco o nero. Il corpo è compresso latero lateralmente, con grandi pinne arrotondate e adatte solo a piccoli spostamenti. Sono diffusi nell'Oceano Indiano e nel Pacifico. BIOLOGIA I pesci pagliaccio sono solitamente territoriali, tuttavia molte specie vivono in piccoli gruppi su uno o più anemoni contigui, viste anche le piccole dimensioni di questi pesci.Il gruppo vede a capo una femmina dominante, la matriarca. Il suo compagno maschio è l'unico sessualmente maturo, mentre gli altri componenti sono individui non ancora maturi, che vivono nelle vicinanze dell'anemone. Alla morte della femmina il maschio dominante cambia sesso e matura, assumendone il posto, mentre tutto il resto dei maschi immaturi slitta avanti di un posto nella gerarchia. Parte 2
MUTALISMO La particolarità per cui sono conosciuti questi pesci è la loro comune associazione mutualistica con alcune specie di anemoni e di attinie . Questi pesci si rifugiano tra i tentacoli dell'anemone, immuni alle punture urticanti delle sue nematocisti, e oltre a proteggersi dai predatori si nutrono degli avanzi e tengono pulito l'anemone dai parassiti. L'esatto meccanismo che consenta al pesce l'immunità alle punture è tuttora oggetto di dibattito. Una prima teoria ipotizza che il muco che ricopre il pesce pagliaccio sia basato su glucidi e non su proteine e che quindi impedisca alle cellule urticanti dell'anemone di riconoscerlo come cibo. Secondo un'altra teoria, il muco del pesce imita la superficie esterna dell'anemone; questa possibilità è sostenuta dal fatto che un pesce pagliaccio impiega alcuni giorni per adattarsi ad una nuova specie di anemone con la quale viene posto a contatto Parte 3
RIPRODUZIONE Gli esemplari appartenenti al genere Amphiprioninae sono ermafroditi, con la differenza che al pesce più grande è attribuito il sesso femminile. Nell'anemone essi possono formare una piccola comunità composta anche da esemplari giovani, dove i sessualmente maturi sono solo due: una femmina ed un maschio. Gli Amphiprioninae depongono le uova vicino al "piede" dell'anemone simbionte, perché quest'ultimo le protegga con i suoi tentacoli. Quando la femmina raggiunge il maschio l'operazione riproduttiva ha inizio: appena depone le uova, incomincia subito a raggrupparle premurandosi che aderiscano al substrato con l'aiuto di una fibra sottile adesiva; ora spetta al maschio fertilizzarle e preservarle da eventuali pericoli perpetrati dall'anemone. Durante il periodo di sviluppo le uova cambiano di colore e fin dai primi giorni si possono notare i bulbi oculari della larva far capolino dal guscio dell'uovo. La schiusa avviene nell'arco di una settimana o poco più, quando non vi è eccessiva illuminazione. Appena schiuse le uova, gli avannotti cominciano a nuotare in zone pelagiche, anche se non impiegano molto tempo a diventare assidui frequentatori del fondale e a manifestare il legame simbiotico verso gli anemoni. Video Torna all’indice
CAVALLUCCI MARINI Hippocampus Rafinesque, 1810 è un genere di pesci della famiglia Syngnathidae che comprende oltre 50 specie di pesci d'acqua salata conosciuti comunemente come cavallucci marini o ippocampi, per via della testa che ricorda quella di un piccolo cavallo. Descrizione Tutti i pesci del genere Hippocampus presentano le identiche caratteristiche fisiche e si distinguono dai vari pesci. La struttura fisica è incentrata su un asse verticale anziché orizzontale, quindi i cavallucci marini hanno posizione eretta, anche se durante il nuoto assumono una posizione più idrodinamica, avanzata. Un collo arcuato posiziona la testa in avanti, dalla caratteristica forma equina e con un muso allungato e tubolare. Le pinne pettorali (se presenti) sono posizionate come sempre dopo le aperture branchiali, ma la particolare forma fisica le fa somigliare più a delle orecchie equine. Il dorso è poco pronunciato, con una pinna dorsale mentre il profilo ventrale è particolarmente arcuato. La pinna caudale in realtà è un prolungamento del corpo, è mobile e prensile, usata come arto e come sostegno. Durante il nuoto spesso è arrotolata su sé stessa. L'intero corpo è rafforzato da una corazza ossea, in molte specie arricchita da spigoli e aculei che rendono il cavalluccio marino una preda poco appetitosa. Caratteristici sono degli spigoli sopraoculari e una corona ossea intorno alla testa. In molte specie la struttura della corazza ossea accentua il già elevato mimetismo della colorazione. La livrea varia per ogni specie. Le dimensioni variano da specie a specie. Parte 2
Distribuzione e habitat Riproduzione La femmina depone le uova in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio, situata vicino all'apertura anale. Alla schiusa, il maschio espelle gli avannotti con delle contrazioni addominali simili al parto femminile, evento piuttosto insolito in natura, chiamato gravidanza maschile. Distribuzione e habitat I cavallucci marini si trovano in tutte le acque del mondo tranne quelle glaciali, prevalentemente in prossimità delle coste dove trovano rifugio e sostegni dove potersi ancorare durante i movimenti con la lunga coda prensile. Sono particolarmente diffusi nelle barriere coralline e nelle praterie di fanerogame marine come la Posidonia oceanica. Torna all’indice Video
Distribuzione e habitat Gli scaridi (Scaridae), di cui fa parte il pesce pappagallo o scaro (Scarus cretensis), sono una famiglia di pesci di mare dell'ordine Perciformes. Pesce pappagallo Distribuzione e habitat descrizione Sono presenti in tutti i mari tropicali e subtropicali, compreso il mar Mediterraneo, dove si trova la specie Sparisoma cretense (e da qualche anno, nella parte orientale, anche la specie Scarus ghobban, migrante lessepsiano penetrato dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez). Vivono in acque costiere, prevalentemente nei pressi di barriere coralline. Caratteristica inconfondibile dei pesci di questa famiglia sono i denti fusi a formare un robusto becco simile a quello dei pappagalli. Altri denti sono posti sulla faringe. Il corpo è abbastanza tozzo ed a sezione cilindrica, simile a quello dei labridi dei generi Labrus o Symphodus. Le scaglie sono grandi. La pinna dorsale è unica, per circa metà composta da raggi spinosi. La pinna anale ha 3 raggi spinosi.La pinna caudale spesso ha due piccoli lobi appuntiti. Pinne pari abbastanza grandi. I colori di solito sono molto vivaci e variano tra i sessi e le fasi vitali complicando non poco la classificazione. Le dimensioni sono varie, la specie più grande è Bolbometopon muricatum dell'Indo-Pacifico che raggiunge i 130 cm. Parte 2
Alimentazione Questi pesci si nutrono di alghe incrostanti e polipi corallini dell'epi- ed infauna. Questi pesci nell'alimentarsi triturano grandi quantità di roccia e corallo che passa attraverso il tubo digerente e fuoriesce dall'ano sotto forma di sabbia finissima. Gli Scaridae sono tra i più efficienti agenti dell'erosione delle barriere coralline. Riproduzione Le uova sono pelagiche. Questi pesci sono soggetti al cambiamento di sesso, ma solo in circa la metà degli individui. Torna all’indice Video