POLITICA COMPARATA A.A Roberto Di Quirico

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Transcript della presentazione:

POLITICA COMPARATA A.A. 2016-2017 Roberto Di Quirico diquirico@unica.it Lezione 4 – Crisi internazionale, crisi dell’euro e governance monetaria

Cosa significa “Governance” “Governance” è il concetto utilizzato per designare il modo attraverso il quale una pluralità di soggetti, pubblici e privati, traduce in scelte politiche le soluzioni identificate per la comunità ed il territorio di riferimento. Il concetto include, pertanto, anche un riferimento ai soggetti che partecipano ai processi durante i quali una politica pubblica viene formulata ed attuata: soggetti pubblici (es. altri livelli di governo) e/o privati (società civile, imprese, lobby...). Per “governance multilivello” si intende un'azione coordinata dell'Unione, degli Stati membri dell'Unione europea e degli enti regionali e locali fondata sui principi di sussidiarietà e di proporzionalità e sul partenariato e volta a definire ed attuare le politiche dell'Unione europea.

Il problema della governance economica europea Per “governance economica europea” s’intende una forma di governance multilivello volta a definire e gestire le politiche economiche su cui i vari livelli di governo hanno competenze condivise, in particolare in quei settori in cui tale condivisione ha comportato effettiva cessione di sovranità come avvenuto per la politica monetaria e di bilancio e dove il coordinamento delle politiche economiche è necessario per ottenere la convergenza tra le economie dei paesi membri, come nel caso dei paesi dell’euro. Fino alla crisi la governance economica europea centrata principalmente su patto di stabilità e crescita

Patto di stabilità e crescita il rapporto tra il disavanzo pubblico e il prodotto interno lordo non deve essere superiore al 3% e il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo non deve essere superiore al 60%; il raggiungimento di un alto grado di stabilità dei prezzi e un tasso medio d'inflazione che, osservato per un periodo di un anno anteriormente all'esame, non superi di oltre 1,5 punti percentuali quello dei tre Stati membri che hanno conseguito i migliori risultati in termini di stabilità dei prezzi; un tasso d'interesse nominale medio a lungo termine che non abbia ecceduto di oltre 2 punti percentuali quello dei tre Stati membri che hanno conseguito il migliore risultato in termini di stabilità dei prezzi; i margini normali di fluttuazione previsti dal meccanismo dei tassi di cambio debbono essere rispettati, senza gravi tensioni per almeno due anni prima dell'esame (solo fino ad entrata nell’euro)

I limiti del patto di stabilità Un’Europa di banchieri? Come decidere sanzioni se chi dovrebbe essere sanzionato può bloccare la decisione di sanzionare? Un patto troppo rigido (riforma del 2005) Che fare di fronte a situazioni straordinarie?

Genesi della crisi dell’euro Distinguere almeno tre fasi: Prima della crisi americana Dopo la crisi americana Crisi dei debiti sovrani

Aspetti cruciali della crisi Flussi di capitale da Paesi Centro-Nord a PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) Perdita di competitività e deficit strutturale del Sud Europa Boom edilizio in Spagna e Irlanda finanziato con fondi a basso costo Differenziali d’inflazione e costo lavoro

Flussi di capitale 2006-2012

I differenziali di tassi d’interesse

Costo del lavoro

Differenziali d’inflazione

Gli sviluppi ulteriori della crisi Crisi e I salvataggio della Grecia Salvataggi di Irlanda e Portogallo Crisi dei debiti sovrani di Spagna e Italia II crisi greca Progressiva introduzione della New Economic Governance (incluso fiscal compact e MES)

Lezioni dalla Grecia Dalla seconda crisi greca lezioni importanti: Velleitarietà delle politiche di risovranizzazione Forza della governance informale Difficoltà nel modificare le strutture economiche nazionali

Evoluzione della governance economica europea

Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance Prospetto 4.1. Obiettivi dei principali trattati intergovernativi sulla governance economica europea Obiettivi Azioni Patto Euro plus Promuovere competitività Controllo dell’andamento dei salari   Apertura dei settori protetti Sostegno a ricerca, sviluppo ed educazione Miglioramento del contesto per le imprese Promuovere impiego Riforma del mercato del lavoro e flexsecurity Riduzione del sommerso Lifelong education e training Riduzione delle tasse sul lavoro Garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche Garantire la sostenibilità delle pensioni adattandola ai trend demografici nazionali Trasposizione nella legislazione nazionale dei principi del Patto di stabilità e crescita Sostenere la stabilità finanziaria Introdurre legislazione nazionale sui fallimenti bancari Introdurre stress test per le banche più severi Monitoraggio dell’indebitamento privato Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance Stabilità Budget statale in surplus o in pareggio Debito pubblico inferiore al 60% del PIL Riforme strutturali in caso di deficit eccessivo Ricorso alla Corte di giustizia europea da parte di singoli stati contro quelli che non inseriscono le regole nella legislazione nazionale Coordinamento Impegno a rinforzare il coordinamento delle politiche nazionali Impegno a discutere con i partner europei le maggiori riforme di politica economica Governance Organizzazione di euro summit Organizzazione di almeno due meeting annuali per discutere della governance dell’eurozona Partecipazione ai meeting di tutti i firmatari del trattato anche se non membri dell’eurozona Summit preparati e seguiti (follow up) dall’eurogruppo Diritto di parola per il Presidente del Parlamento europeo ai summit Organizzazione di una conferenza Parlamento europeo/comitati parlamentari nazionali per discutere di politiche di bilancio

Prospetto 4.2. Complesso delle norme e dei trattati che definiscono la governance economica europea

Prospetto 4.2. segue

Prospetto 4.3. Indicatori macroeconomici (Macreconomic scoreboard)

I limiti delle politiche anticrisi Attuate prettamente a livello nazionale Quando europee concentrate soprattutto nel campo finanziario e bancario Efficaci solo quando attuate da istituzioni “potenti” (BCE) Basate su processi di riduzione dell’integrazione finanziaria Utili a fermare la crisi più che a risolverla