LE GUERRE PERSIANE.

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Transcript della presentazione:

LE GUERRE PERSIANE

al crollo dell’impero assiro CHI ERANO I PERSIANI? popolazione di stirpe INDOEUROPEA che abitava l’altopiano IRANICO dal II millennio a.C. (stessa ondata migratoria dei Micenei?) inizialmente vassalli dei MEDI nel VI sec. a.C. li sottomettono e conquistano il predominio della regione popolo che abitava la stessa area e che nel 612 a.C. aveva contribuito insieme ai Babilonesi al crollo dell’impero assiro

ORGANIZZAZIONE SOCIALE e POLITICA dei PERSIANI: Tribù seminomadi capeggiate da 1 re sotto cui c’era un ristretto numero di famiglie nobili di - guerrieri - grandi proprietari terrieri tra cui si distingue la famiglia degli ACHEMENIDI che sottomette i Medi inizia politica di CONQUISTE

L’ESPANSIONE del REGNO PERSIANO CIRO IL GRANDE (559 – 530 a.C.) - Anatolia - Lidia - Mesopotamia (n.b. conquista di Babilonia 539 a.C.) - Siria - Palestina - Fenicia CAMBISE (530 – 522 a.C.) - Egitto 525 a.C. DARIO I: il regno raggiunge la massima espansione con - Propontide - Tracia - Macedonia

ESPANSIONE DELL’IMPERO PERSIANO

I Persiani seppero mantenere il consenso dei popoli conquistati grazie a atteggiamento TOLLERANTE come testimonia Erodoto: esigevano solo un TRIBUTO tolleravano la PERMANENZA di - istituzioni - leggi - tradizioni e credenze religiose cercavano l’ALLEANZA con caste religiose e aristocrazie dei popoli vinti dei popoli conquistati modo x assicurarsi la fedeltà dei gruppi di potere

ORGANIZZAZIONE dell’IMPERO: DIVISIONE dell’impero in SATRAPIE = DISTRETTI, PROVINCE con funzioni organizzazione amministrative militari reclutamento esercito fiscali riscossione tributi CENTRALIZZATA del potere, esercitato dalle 2 capitali Susa Persepoli (estiva) satrapi e funzionari inferiori controllati da INVIATI SPECIALI (le «orecchie del re») a capo di ogni satrapia vi era un SATRAPO scelto tra i collaboratori più fidati del re doveva rendere conto al re del suo operato col tempo i satrapi tendono a diventare sempre più autonomi PROBLEMA X SALDEZZA del regno

TENTATIVO di INTEGRAZIONE POLITICA ECONOMICA CULTURALE tra le diverse «anime» di un impero tanto vasto anche attraverso la realizzazione di un’enorme RETE STRADALE (strade lunghe fino a 2.500 km.!) x collegare varie zone e consentire spostamenti rapidi e sicuri di prodotti esotici dall’estremo Oriente (pistacchi, sesamo, riso) merci uomini messaggi

flusso di DENARO proveniente dai TRIBUTI reinvestito in opere pubbliche mantenimento esercito poderoso lusso della corte

Qual è l’ANTEFATTO delle GUERRE PERSIANE?

CIRO CONQUISTA la LIDIA del re CRESO che a sua volta aveva imposto un dominio sulle città greche dell’Asia Minore (Smirne, Mileto…) n.b. Creso aveva esercitato un dominio non dispotico sulle città greche, lasciando loro molta autonomia, MA quando al suo «protettorato» si sostituì quello persiano la situazione delle città greche peggiorò perché Ciro impose loro TRIBUTI OBBLIGHI MILITARI TIRANNIDI «amiche» dei Persiani

Colonie ioniche dell’Asia Minore

Le città ioniche sotto il dominio persiano: una situazione instabile vantaggi: protezione da nemici esterni grande mercato per i commerci garanzia di stabilità politica motivi di conflitto: l’opposizione tra il sistema politico orientale, monarchico e imperiale, e quello greco, fondato sull’autonomia politica il « re dei re » persiano progettava di estendere il proprio dominio sulla Grecia continentale.

Il tiranno di Mileto Aristagora conduce per volontà del gran Re (cui era sottomesso) una spedizione contro l’isola di Nasso che si era ribellata al dominio persiano: la spedizione fallisce: per paura di una punizione da parte dei Persiani, Aristagora tenta «il tutto per tutto»: depone la tirannide e suscita una rivolta delle città ioniche contro il dominio persiano MA

Insurrezione ionica 500-494: I ribelli riescono a penetrare verso l’interno e conquistano Sardi, antica capitale del regno di Lidia, allora sede della satrapia persiana solo Atene ed Eretria le appoggiano 20 + 5 navi. controffensiva persiana: - l’esercito assedia da terra Mileto, - sul mare la flotta dei Fenici, alleati dei Persiani, sconfigge quella greca la città viene conquistata. la rivolta si conclude con la distruzione di Mileto (494 a.C.) e la deportazione dei suoi abitanti in Mesopotamia. le altre poleis restano chiuse nel loro particolarismo! inviando

La distruzione di Mileto fu un EVENTO TRAUMATICO per la civiltà greca, anche per il ruolo fondamentale svolto da Mileto nella formazione della cultura greca (n.b. storiografia, filosofia, medicina) per questi motivi il ricordo dell’evento venne «rimosso» dall’immaginario collettivo, come mai accaduto Cf. poeta tragico Frinico multato x aver rappresentato ad Atene nel 493 a.C. La presa di Mileto facendo piangere gli spettatori

anno 492: Dario vuole punire in modo esemplare anche Atene ed Eretria: I Persiani conquistano Tracia e Macedonia e chiedono alle città greche di inviare “l'acqua e la terra”, in segno di sottomissione. Sparta e Atene rifiutano. una prima spedizione finalizzata ad imporre la sottomissione fallisce in seguito a una tempesta che distrugge la flotta davanti alle scogliere del monte Athos

Primo tentativo di attacco alla Grecia, fallito

Secondo tentativo, con cui inizia LA PRIMA GUERRA PERSIANA

490 (I guerra persiana) nell’estate del 490 a.C., agli ordini dell’ammiraglio Dati e del satrapo Artaferne, viene organizzata una 2^ spedizione che ha come obiettivo Eretria, poi Atene; il piano prevede di assediare la città in modo che gli Ateniesi, terrorizzati, accettino di sottomettersi a questo scopo accompagna la spedizione il figlio di Pisistrato, Ippia (i cui seguaci sono ancora numerosi ad Atene) che si era rifugiato alla corte del re La flotta persiana sbarca indisturbata in Eubea, conquista Eretria i cui abitanti sono deportati in Asia poi si dirige verso l’Attica e stabilisce l’accampamento a nord di Atene, nella pianura di Maratona.

L’Eubea, Eretria, Maratona

decise di inviare contro il nemico tutto l’esercito, L’Ecclesia ateniese, dopo alcune incertezze (partito «pacifista» vs. interventista), decise di inviare contro il nemico tutto l’esercito, costituito da diecimila opliti, al comando del migliore generale ateniese, lo stratego Milziade Inoltre, furono subito inviati a Sparta messaggeri per invocarne l’aiuto ma… Gli Spartani stavano celebrando una festa in onore di Apollo, durante la quale era loro interdetto prendere le armi: perciò promisero che avrebbero mandato il loro esercito sei giorni dopo, alla scadenza del periodo sacro in passato era stato soldato di ventura e tiranno di una città della Tracia dove aveva avuto modo di studiare la tattica militare dei Persiani

Oplita ateniese

Milziade Elmo detto di Milziade

La battaglia di Maratona (490 a.C.) gli Ateniesi si erano trincerati sulle alture che dominavano la pianura Milziade propone di non aspettare che i Persiani finiscano di sbarcare la cavalleria dalle navi per dare inizio all’attacco la falange degli opliti si dimostra allora — come in ogni guerra successiva contro i Persiani — un’arma invincibile scendendo a passo di corsa dalle alture, gli opliti ateniesi con la loro massa compatta spezzano lo schieramento dei nemici e li respingono sino alle navi, costringendoli a reimbarcarsi nel massimo disordine n.b. i soldati persiani, benché molto più numerosi, combattevano in ordine sparso, mentre la falange oplitica aveva una grande forza d’urto frontale

Battaglia di Maratona, 1a fase

2a fase

caduti tra i due eserciti (secondo Erodoto): 192 tra gli Ateniesi, oltre 6000 tra i Persiani. Il soldato Fidippide corse ininterrottamente per 42 km. (la distanza tra Atene e Maratona) per avvertire gli Ateniesi della vittoria Episodio rievocato nelle Olimpiadi moderne dal 1896

Il “soros” di Maratona oggi Tumulo dove sono sepolti i caduti ateniesi

ai Persiani non resta che abbandonare la Grecia! I Persiani tentano di sorprendere per mare Atene rimasta sguarnita di soldati, ma anche questa mossa viene sventata: trovano ad attenderli gli opliti tornati in giornata da Maratona ai Persiani non resta che abbandonare la Grecia! Milziade aveva riportato a tappe forzate l’esercito verso la città perché bisognava impedire eventuali manovre dei Pisistratidi filopersiani

Atene aveva respinto da sola l’armata persiana Il prestigio ateniese e in partic. di Milziade ne fu enormemente accresciuto in tutta la Grecia convinse gli Ateniesi a organizzare subito e inviare al suo comando una flotta allo scopo di affrontare eventuali tentativi di riscossa persiana tentativo di espansione ateniese progetto di occupazione delle Cicladi (allora sotto il dominio persiano)

La spedizione, la cui fase iniziale prevedeva l’espugnazione dell’isola di PARO, secondo Erodoto egli aveva solo chiesto una flotta agli Ateniesi, senza spiegare il suo progetto, con la promessa di renderli ricchi FALLISCE: Milziade, ferito, torna ad Atene, dove viene processato e condannato a una multa per aver fallito la spedizione. Poco dopo muore.

PARO NASSO

La seconda guerra persiana 480-479

Dopo la prima… Una eco smisurata… Dario progetta una nuova spedizione, ma muore prima di realizzarla (487) Il potere passa a suo figlio Serse Dà inizio a grandi preparativi Egli stesso si pone a capo della spedizione

Frattanto, ad Atene… Si fronteggiano due partiti: Conservatori (filo-aristocratici) capeggiati da Aristide, favorevoli a trovare un accordo con la Persia Democratici radicali (popolari) capeggiati da Temistocle, risolutamente ostili a ogni accordo e subordinazione

Temistocle Un uomo molto lungimirante… Riesce a far ostracizzare Aristide (482 a.C.) Si rende conto che la vocazione e la potenza di Atene sono sul mare, e promuove l'allestimento di una potente flotta: Fa votare dall’Ecclesia una delibera in base alla quale i proventi delle miniere d’argento del Laurion, di proprietà dello stato, vengono destinati alla costruzione di una flotta di 180 triremi (nuovo tipo di nave): le navi sono costruite a spese dello stato e l'armamento è finanziato dai cittadini più ricchi (liturgie)

Costruire una flotta da guerra era un fatto POLITICO: Sulle TRIREMI venivano impiegati come rematori i teti, che così erano parte essenziale della difesa della città Quindi possono rivendicare maggiori diritti politici La marina è un elemento di DEMOCRATIZZAZIONE

Come funzionava una battaglia navale: le navi militari antiche avevano una velatura rudimentale che non consentiva manovre agili in battaglia veniva ammainata propulsione affidata ai rematori tattica di assalto + comune = spezzare i remi delle navi nemiche la trireme (nave a 3 ordini di remi) aveva circa 170 rematori molto veloce sui tratti brevi durante l’assalto (agilità di manovra) rostro di bronzo a prua (sotto linea di galleggiamento) produceva impatto devastante vs. navi nemiche decine di fanti scagliavano frecce e sassi andavano all’arrembaggio

difendeva interessi di Nella contrapposizione di linea politica / militare giocava un ruolo determinante la differenza di INTERESSI ECONOMICI: TEMISTOCLE prospettava una futura egemonia commerciale di Atene grazie al dominio sui mari si appoggiava sul consenso dei ceti - popolari (teti) - commerciali ARISTIDE temeva che in caso di successo della politica navale gli elementi della società che avrebbero determinato il successo equipaggi delle navi teti avrebbero rivendicato un ruolo di maggior partecipazione politica a scapito del tradizionale predominio dei nobili difendeva interessi di grandi proprietari (aristocratici) classi medie agricole (nerbo opliti)

La linea di Temistocle ha la meglio: i cittadini ateniesi con visione lungimirante preferiscono assicurare un ruolo di superiorità alla loro polis Aristide ostracizzato (482 a.C.)

sotto l'egemonia spartana: in Grecia il pericolo di una nuova invasione determina una compattezza maggiore risp. 1^ guerra: 481: alleanza militare (simmachia) panellenica INSIEME COMBATTERE sotto l'egemonia spartana: agli spartani è assegnato il comando dell’esercito di terra

La simmachia antipersiana Sull’istmo di Corinto è convocata una riunione di tutte le poleis Atene e Sparta sono il centro dell’alleanza Molte città, soprattutto della Grecia settentrionale, pur ufficialmente partecipi, tengono un atteggiamento «incerto» Serse, approfittando di questi atteggiamenti «incerti», invia ambasciatori in queste città: - alcune passano apertamente dalla parte dei Persiani (Tebe) - altre stringono accordi segreti col gran Re Cf. vocaboli che entrarono nella lingua da Erodoto in poi: mhdizw, mhdismo «stare dalla parte dei Persiani»

Cifre dell’esercito persiano Erodoto esagera: 5 milioni….. Forse: 120.000 fanti + 60.000 cavalieri persiani + 1207 triremi fenicie etc…

Percorso progettato da Serse canale ponte di barche Difesa greca Percorso progettato da Serse

Il piano di Serse prevedeva che l’esercito di terra seguisse un percorso parallelo a quello della flotta, attraversando l’Ellesponto… …su un PONTE DI BARCHE (cf. Erodoto, Serse peccò di ubri perché pretese di aggiogare il mare)

Il PIANO dei GRECI prevedeva che I SOLDATI SPARTANI rallentassero l’avanzata terrestre dei Persiani al passo delle Termopili, passaggio obbligato dalla Tessaglia verso la Grecia centrale mentre la FLOTTA GRECA al comando di Temistocle si schierava presso il promontorio dell’Artemision, a nord dell’Eubea il passo delle Termopili: un passo di montagna, allora strettissimo Euripo Eubea

Il piano di Temistocle Ritardare l’esercito di terra alle Termopili Bloccare la flotta nell’Euripo Ritardare l’esercito di terra alle Termopili Esercito spartano e della simmachia sull’istmo

Leonida Il re spartano che, con trecento opliti, tenta eroicamente di bloccare l’avanzata dell’esercito persiano Sparta fu la prima città a mandare i suoi uomini (300 opliti) al passo, comandati dal re Leonida dietro l’esempio di Sparta arrivarono i rinforzi dalle altre città greche, per un totale di 3900 opliti al massimo.

I preparativi gli Spartani ricostruirono il vecchio muro di difesa al passo, caduto in rovina, e attesero l’arrivo dell’esercito persiano. gli esploratori riferirono a Serse il numero dei Greci che presidiavano il passo, e il re scoppiò a ridere piuttosto perplesso Serse attese quattro giorni, convinto che il solo numero dei Persiani sarebbe bastato a far fuggire gli alleati di Leonida. nello stesso momento la sua flotta non riusciva ad avanzare, bloccata nell’Euripo dalle navi ateniesi al comando di Temistocle. Al quinto giorno Serse ordinò l’attacco. Aneddoto: Quando alcuni disertori dell’esercito persiano (perlopiù greci arruolati con la forza) dichiararono che i Persiani erano così tanti da oscurare il sole con le loro frecce, gli Spartani risposero: “Bene, almeno combatteremo all’ombra”

L’inizio della battaglia Gli Spartani fecero strage di Persiani, che con le loro armature leggere e le lance corte non potevano nulla contro il pesante equipaggiamento oplita. Il giorno successivo Serse schierò in campo i diecimila Immortali comandati da Idarne, che non ebbero maggior fortuna… Il passo era così stretto che il numero di soldati non era un vantaggio… 

Gli Immortali: un corpo scelto di guardie personali di Serse Euripo eubea

Ma il terzo giorno di combattimenti, grazie a un tradimento, i Persiani fecero passare gli Immortali attraverso un sentiero (l’Anopaia) che aggirava il passo. Leonida, venuto a conoscenza del tradimento, fece tornare a casa gli alleati per risparmiarli in prospettiva delle future battaglie, restando per coprire la ritirata. Rimasero anche 700 Tespiesi, che piuttosto che abbandonare Leonida preferirono morire. Quando i Persiani chiesero di consegnare le armi Leonida gridò “venite a prenderle!” Gli Spartani combatterono con assoluto disprezzo della vita, con le aste delle lance ormai spezzate e con le spade, poi con i pugni e i calci, lasciando sul campo migliaia di Persiani. Alla fine si rifugiarono sul colle che sovrastava le Termopili per proteggere il corpo del loro re caduto. Serse ordinò che fossero finiti con gli archi per non perdere altri uomini.

La battaglia Data: 19 agosto 480 a.C.  Protagonisti:  LEONIDA re di Sparta e generale dei Greci IDARNE comandante degli Immortali. 

Servì di fulgido esempio di EROISMO in DIFESA della COLLETTIVITA’: «O passeggero che vai, narra a Sparta che noi qui morimmo  in obbedienza alle sue leggi» (iscrizione sulla lapide a ricordo della battaglia) L’azione di Leonida in pratica ritardò di soli 3 gg. l’avanzata dell’esercito persiano MA Servì di fulgido esempio di EROISMO in DIFESA della COLLETTIVITA’: NON solo visione angustamente CAMPANILISTICA

Dopo le Termopili Il nord della Grecia (Tessaglia, Beozia) passa sotto i Persiani I Persiani si preparano ad assediare e devastare Atene Le forze della simmachia ellenica si attestano sull’Ismo di Corinto a protezione del Peloponneso, sotto la guida di Cleombroto fratello di Leonida

Temistocle capisce che sulla terra la partita è persa abbandona l'Attica e la Beozia al saccheggio dei Persiani, mettendo la popolazione in salvo sulle isole Come riuscì a convincere gli Ateniesi ad abbandonare Atene al saccheggio? le città di Platea e Tespie, che avevano mandato rinforzi alle Termopili, vennero devastate

Le mura di legno Ovvero come manipolare gli oracoli… Temistocle riporta in assemblea un oracolo (commissionato o interpretato???) secondo cui gli Ateniesi si sarebbero salvati solo «con le mura di legno» (interpretate come le fiancate delle navi)

Gli Ateniesi atti al combattimento salgono sulle navi e si posizionano nella baia di Eleusi, braccio di mare tra Salamina e l’Attica

Dov’è Salamina? Monte Egaleo

Egaleo Psittalea

Fasi della battaglia- settembre 480 Con uno stratagemma* i Greci fingono di voler fuggire inducono i Persiani, al fine di bloccare loro la ritirata, ad infilarsi in uno stretto braccio di mare Temistocle mandò Sikinnos (il maestro dei suoi figli)al campo persiano, da Serse. Questi, fingendosi un traditore, disse al re che i greci avevano intenzione di lasciare la baia della Kinosura appena si fosse fatto buio. Serse cadde nell’inganno: bloccò le due uscite tra Ceos e Kinosura e tra Ceos e la baia del Pireo. Al mattino i greci vennero fuori, le navi persiane tentarono di avventarsi su di loro ma si cozzavano a vicenda ed erano nella impossibilità di manovrare *se sei curioso leggi le note

Eschilo, I Persiani “quando il giorno coi suoi bianchi cavalli diffuse la luce sopra la terra, ecco che dalla parte dei Greci si levò un clamore modulato dalle note di un canto, che gli scogli dell’isola facevano riecheggiare: non era per fuggire che i Greci lo intonavano, ma per combattere!”

I naufraghi vengono massacrati in mare dai Greci fino a tarda notte Le navi persiane, grosse e poco maneggevoli, vengono distrutte in quello spazio ristretto I naufraghi vengono massacrati in mare dai Greci fino a tarda notte

Eschilo, I Persiani …vascello contro vascello si percotevano con gli speroni di bronzo; una nave greca dà il segnale dell’abbordaggio…dapprima i Persiani resistono, ma la loro massa si accalca in una strettoia… Tutto il mare era pieno di relitti, le rive e gli scogli si coprono di morti, i barbari fuggono in disordine mentre i Greci li colpiscono come fossero tonni o pesci presi all’amo

Fra lo stupore generale i Greci, con sole trecento navi, avevano annientato la flotta persiana tre volte più grande

Serse, che si era piazzato col trono sul monte Egaleo per seguire in diretta la battaglia, ebbe una amara sorpresa…

LA FLOTTA GRECA lo inseguì fino ad Andro Serse deve ritirarsi precipitosamente: con la flotta decimata, demoralizzata e infida (molte navi erano delle città ioniche sottomesse) la prosecuzione della campagna era impensabile LA FLOTTA GRECA lo inseguì fino ad Andro Temistocle propone di mandare la flotta greca vittoriosa a distruggere i ponti di barche per bloccargli la ritirata, ma la sua proposta non venne accettata una parte delle truppe di terra fu lasciata a svernare in Grecia (Tessaglia) al comando del generale Mardonio

vittoria greca di Platea 27 agosto 479 Mardonio Per tutto l’inverno (480 – 479) tenta di corrompere gli Ateniesi, sottolineando che gli Spartani non li avevano difesi: gli Ateniesi non cadono nella trappola A Sparta, morto Cleombroto, ha la reggenza suo figlio Pausania: Pausania con 5000 spartiati, 5000 perieci e 35000 iloti va incontro a Mardonio nel territorio di Platea; ad essi si associano altre truppe degli alleati greci vittoria greca di Platea 27 agosto 479

Dov’è Platea? Nella Beozia, vicino a Tebe

E i Tebani? Avevano tradito la simmachia alleandosi ai Persiani Trecento nobili cittadini morirono sul campo di Platea Tebe dovette consegnare a Pausania i cittadini più filopersiani (medisti) Si aspettavano un processo in cui corrompere i giudici col denaro; ma Pausania li fece uccidere tutti

479: le città ioniche dell'Asia minore sono liberate da una flotta greca che annienta quanto restava di quella persiana presso il capo MICALE …RIASSUMENDO: Termopili, estate 480 (vittoria persiana) Salamina, fine estate 480 (vittoria ateniese) Platea, estate 479 (vittoria greca, n.b. spartani) Micale, estate 479 (vittoria greca, n.b. ateniesi)

La più antica tragedia pervenutaci integralmente, I Persiani di Eschilo La più antica tragedia pervenutaci integralmente, i Persiani di Eschilo, ci racconta questo confronto fra "barbari" e greci. La tragedia della storia I persiani furono messi in scena nel 472 a. C. Si tratta della tragedia più antica pervenutaci intera, ed è per noi anomala, perché ha ad oggetto un evento storico - la sorprendente sconfitta dei Persiani da parte della coalizione greca, a Salamina - e non, come d'uso, vicende collocate nel tempo del mito. Eschilo fa una scelta audace: quella di raccontare la vicenda dalla parte del nemico.

Dall'epitaffio di Eschilo, composto probabilmente da lui stesso: Eschilo, figlio di Euforione, ateniese, morto a Gela produttrice di grano, questo monumento ricopre: il bosco di Maratona potrebbe raccontare il suo glorioso valore, e il Medo dalle lunghe chiome, che lo conosce. La nostra memoria è la memoria del nemico. Dalla parte del nemico La regina Atossa, vedova di Dario e madre di Serse, attende a Susa notizie dalla guerra lontana e dell'esercito persiano. Non sa nulla di quel popolo esotico, i Greci, e ne chiede notizie ai notabili persiani che formano il coro. Regina In pugno? Punta di freccia a incurvare l'arco, o... Corifeo No, no: lance per il combattimento ravvicinato, corazzate di scudi. Regina E alla testa del gregge? Chi fa da padrone all'armata? Corifeo Di nessun uomo sono detti servi, né sudditi.

I Greci si governano da sé e si battono per la loro libertà. Arriva un araldo, che riferisce della sconfitta nella battaglia navale di Salamina. Racconta che un disertore aveva fatto credere a Serse che la flotta greca fosse pronta a fuggire, e occorresse semplicemente bloccarla. Questa falsa notizia attirò le navi persiane nello stretto braccio di mare fra Atene e l'isola di Salamina, e le prese in trappola. I Persiani si accorsero dell'inganno quando videro la flotta nemica compatta, e sentirono il grido che veniva da essa: Forza, o figli dei Greci, liberate [eleuthéroute] la patria, liberate i bambini, le donne, le dimore degli dei padri e le tombe degli antenati: su tutto questo ora è il gioco. La testimonianza del nemico qui riportata è una espressione eloquente del concetto di libertà degli antichi. I Greci si governano da sé e si battono per la loro libertà. Ma questo, per avere un senso politico, deve essere riconosciuto. Lo sguardo dell'altro è una via per riflettere su di sé: per questo, nel teatro ateniese, bisogna saper rappresentare l'altro in modo credibile.

Una condizione comune Il coro, per avere lumi sul futuro, evoca lo spettro di Dario, il quale predice che solo pochi, dell‘«esercito dei barbari», riusciranno a tornare a casa. Vennero in terra greca, e non si vergognavano di saccheggiare le statue degli dei, né di bruciare i templi; degli altari scomparsi, delle statue divine rovesciate dai piedistalli, in estrema rovina; perciò, avendo agito male, subiranno del male in non minor misura; e la fonte dei mali non si è ancora estinta, ma continua a sgorgare. Perché sarà tanto il sangue rappreso presso la terra di Platea, ad opera della dorica lancia: cataste di cadaveri, fino alla terza generazione, faranno segno agli occhi dei mortali, senza parlare: Chi ha dentro la morte non deve presumere troppo. Perché tracotanza [hybris], fiorendo, frutta una spiga di illusione da cui mieterà un raccolto di lacrime. […] Davvero Zeus è sopra di noi, castigatore delle presunzioni arroganti, giudice severo. […] E tu, o mia cara, venerabile madre di Serse, rientra al palazzo, scegli il costume più fine, prezioso, e va' tu a ricevere il figlio: dei drappi smaglianti, non gli resta che sfascio di stracci, sfilacciati brandelli sul corpo, carico d'aspro tormento. Devi essere dolce, ragionare, placarlo. Lo conosco. La tua voce saprà sopportare, solamente la tua. Quanto a me, scendo al buio sottoterra. […] Il fantasma di Dario prevede, ex post, la sconfitta di Platea. Ma aggiunge qualcosa di meno scontato: egli parla, come se fosse un greco, della finitezza degli uomini e della rovina di chi commette hybris. Lo dice in greco, a un pubblico greco, in un teatro greco. Lo dice, dunque, non tanto per i persiani lontani ma per i vincitori recenti, vicini. Il nemico è evocato dalla tomba, ma non per celebrare, conflittualmente, una identità nazionale, ma per mostrarne la fragilità. Lo spettro persiano parla come noi, perché ci ricorda qualcosa che tutti noi abbiamo in comune: la finitezza, la morte, il dolore. Solo a partire da questo è possibile costruire un discorso politico - perché la tragedia è un discorso politico - che vada oltre i confini delle città e degli imperi.