Monticelli Parrocchie S.Giovanni Evangelista 1° DOMENICA DI QUARESIMA

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Monticelli Parrocchie S.Giovanni Evangelista 1° DOMENICA DI QUARESIMA STAZIONE QUARESIMALE Monticelli Parrocchie S.Giovanni Evangelista S.Simone e Giuda 1° DOMENICA DI QUARESIMA

LA DANZA DELLE 5 DITA Era una sera di gennaio. Stavo andando a fare una passeggiata sul corso principale della città. Quando da dietro un angolo, vedo sbucare una mano. Sobbalzo per la sorpresa, ma lei comincia a danzare sulle cinque dita. E una musica dolce l’accompagna. Mi trascina, quasi senza accorgermi e anch’io mi ritrovo a danzare. Ma, dopo un po’, mi stanco e le chiedo di fermarsi. Ci sediamo su una panchina. E io, curioso come sempre, le chiedo come mai è venuta in questa città e perché sulle sue dita c’è scritta una parola diversa dall’altra. Al centro della mano spunta una piccola bocca e comincia a raccontare. E’ qualcosa di strano. Sembra che venga da un mondo lontano,eppure è così vicino a noi.

CONSOLA “Su questo primo dito c’è scritto CONSOLA. Nella mia vita ho incontrato tante persone tristi, sole, che hanno perso la speranza. Vedevo che non c’era nessuno che le CONSOLAVA, che asciugava le loro lacrime, che scaldava il loro cuore. Ho cercato di togliere da loro la tristezza. Ma, essendo sola, con questo dito, ho faticato parecchio, ho sudato. Ma alla fine ci sono riuscita. Vuoi provarci anche tu?”. Sono rimasto un attimo silenzioso, pensando che anch’io, come tante persone, faccio la medesima esperienza. Poi le dissi: “D’accordo. Ci voglio provare”. E mi misi a danzare con il dito CONSOLA

CONSOLARE vuol dire: Accorgersi di chi ci sta vicino, dei suoi problemi, farli miei, Sentirmi vicino a lui, non solo con le parole, ma con il cuore. Ogni vicino fa parte della mia famiglia.

SONO ATTENTO A CHI MI STA INTORNO O PENSO SOLO A ME STESSO? COSA FACCIO PER CHI È TRISTE, SOLO, POVERO, ABBANDONATO? SO CHE QUANDO CONSOLO UNA PERSONA CHE E’ TRISTE O E’ SOLA STO CONSOLANDO GESU’? SO CHE QUANDO PREGO CONSOLO GESU’?

Dal Vangelo secondo Luca 7,11-17 In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”. E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!”. Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: “Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”. La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

“Chi cerca consolazione fuori di Cristo non la troverà mai” (S.Filippo Neri) “Dicono che nasci solo per soffrire, ma se soffri bene vinci il premio di consolazione” (Luciano Ligabue) “Non c’è migliore medicina per chi è nel dolore, della parola di conforto di un amico sincero” (Euripide) “Un amico conosce la melodia del nostro cuore e la canta quando ne dimentichiamo le parole” (C.S.Lewis) “Noi possiamo trasformare la disperazione in speranza e questa è una magia. Possiamo asciugare le lacrime e sostituirle con i sorrisi” (Leo Buscaglia)

“MANDAMI QUALCUNO DA AMARE” Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo, quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona. Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli Che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati. Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano, e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia. (Madre Teresa di Calcutta)