Una missione che si rinnova alla luce della nuova evangelizzazione San Gabriele, 25-27 ottobre 2016
L’annuncio del Vangelo oggi: gioia e fatiche San Gabriele, 25 ottobre 2016
Argomenti 1. L’annuncio in una Chiesa in “stato permanente di missione”. 2. Il primo annuncio (PA) e le sue esigenze. 3. Riflessioni e indicazioni per una Pastorale “innervata” di PA.
Argomenti 1. L’annuncio in una Chiesa in “stato permanente di missione”. 2. Il primo annuncio (PA) e le sue esigenze. 3. Riflessioni e indicazioni per una Pastorale “innervata” di PA.
L’annuncio in una Chiesa missionaria La cultura «urbana» “Glocalizzazione” culturale ed economica, pluralità di pensiero e di stili di vita, desiderio di protagonismo e di partecipazione da parte del soggetto, influsso tecnologico e dei new media, Secolarità … Un nuovo modello antropologico
L’annuncio in una Chiesa missionaria … raggiungere e quasi sconvolgere, mediante la forza del Vangelo, i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le forze ispiratrici e i modelli di vita dell’umanità, … Evangelii nuntiandi 18-19 Evangelizzare è …
L’annuncio in una Chiesa missionaria L’annuncio è il compito primo della Chiesa L’attività missionaria è la massima sfida per la Chiesa L’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa Evangelii gaudium 15 Una Chiesa «in stato permanente di missione»
L’annuncio in una Chiesa missionaria La pastorale è chiamata a una conversione Verso le periferie Attraverso il Primo annuncio
L’annuncio in una Chiesa missionaria Una Chiesa «in uscita»: «La comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e che festeggiano» (EG 24). Le periferie come prospettiva pastorale
Argomenti 1. L’annuncio in una Chiesa in “stato permanente di missione”. 2. Il primo annuncio (PA) e le sue esigenze. 3. Riflessioni e indicazioni per una Pastorale “innervata” di PA.
Il Primo Annuncio Uno stile Una pratica
Il PA come pratica ecclesiale «Il PA designa gli enunciati della fede cristiana, sotto forme variabili, che, in contesti determinati, favoriscono e rendono possibili i primi passi nella fede in coloro che ne sono lontani».
Il «primo» annuncio Senso fondativo Senso cronologico PA IC
Finalità del Primo Annuncio 1) creare luoghi dove è possibile fare esperienza di cristianesimo e trovare reali possibilità per incontrare Gesù Cristo e il suo Vangelo; 2) fare conoscere il grande evento, le proposte ed esigenze fondamentali del Vangelo di Gesù Cristo; 3) invitare a realizzare seriamente la conversione a Dio e l’adesione a Gesù Cristo e il suo Vangelo; 4) accompagnare le persone interessate lungo questo processo che dovrebbe cambiare profondamente la loro vita. Compito del PA è «dare da pensare»
Interlocutori del Primo Annuncio «Coloro che non conoscono Cristo» - non battezzati - bambini non evangelizzati in famiglia - non praticanti - i recommençants - coloro che provengono da altre fedi e culture La condizione: essere «cercatori di Dio»
Luoghi del Primo Annuncio non è soprattutto e tanto uno spazio geografico ma uno spazio esperienziale, insieme concreto e relazionale, in cui il Vangelo può essere annunciato, udito e sperimentato Luogo di evangelizzazione
Luoghi di Primo Annuncio
La comunità, soggetto del PA La comunità cristiana è obbligata a rendere permanente l’annuncio nel quotidiano Ma l’annuncio è primo per chi lo ritiene tale … … e non ha una visibilità formale
Contenuto del Primo Annuncio Il racconto breve, gioioso e coinvolgente della persona e del messaggio Gesù La testimonianza gioiosa e credibile di chi annuncia
Argomenti 1. L’annuncio in una Chiesa in “stato permanente di missione”. 2. Il primo annuncio (PA) e le sue esigenze. 3. Riflessioni e indicazioni per una Pastorale “innervata” di PA.
Di primo annuncio vanno «innervate» tutte le azioni pastorali
1. Coordinamento e pianificazione «Un intervento istituzionalizzato di PA» (DGC 62) Dai progetti alle strategie
Elaborare strategie con un approccio sistemico A un vantaggio in un punto può corrispondere uno svantaggio in un altro. L’elenco lineare e irenico dei vantaggi […] diventa facilmente astratto, così come un ipotetico elenco degli svantaggi diventerebbe sterile. «Pensare è così faticoso che alcuni preferiscono giudicare»
2. Mettere al centro la persona Presa di distanza dalle risposte ordinarie, abituali … Attenzione alle «soglie di accesso» alla fede (nascita, adolescenza, amore, lavoro, dolore, fragilità, morte …) Il principio di inculturazione Tener conto della situazione esistenziale, dell’estrazione sociale, dell’età, della capacità di accoglienza …
Un PA che mette al centro la persona Sceglie i contesti di prossimità come luoghi antropologici dentro i quali istituirsi; fa dell’ordinarietà e del quotidiano le caratteristiche che ne descrivono il funzionamento; accetta la sfida della diversità e dell’ambiguità come punti di partenza e possibili luoghi di riconoscimento dei diversi attori della relazione; sostiene una gelosa custodia della propria memoria, della differenza cristiana che la spinge come uno stimolo ad abitare questi territori, a tessere queste relazioni.
3. Al servizio del «desiderio» di felicità La nostra convinzione: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù» (EG 1). Aiutare i giovani ad aprirsi all’invocazione - atteggiamento personale di affidamento … - fiducia e amore verso Dio … la conversione è il primo passo
Destrutturare l’imaginario religioso
4. Valorizzare i luoghi dell’annuncio Ogni occasione della vita è provvidenziale per l’annuncio Distinguere Forme occasionali Forme organiche
5. Favorire l’interiorizzazione Il messaggio è unico e sempre identico Va garantito il carattere di «buona notizia» Il Vangelo non può essere solo «ripetuto» Le persone devono essere coinvolte Il cammino di fede è individuale
6. Privilegiare i giovani Le virtù pastorali: vicinanza, apertura al dialogo, accoglienza cordiale e che non condanna, pazienza, misericordia, tenerezza e umiltà (cfr. EG 44 e 165).
7. Esperienze trasformanti in comunità L’annuncio avviene tramite la narrazione di esperienze vissute e la proposta di esperienze da fare. «Senza esperienza religiosa non c’è comunicazione religiosa» Volontà di «proporre» il Vangelo, non ansia di proselitismo Presenza/Prossimità «Andate …» – «Venite e vedete …» Pastorale integrata Credibilità profetica Necessità di comunità «alternative»
8. Qualificare gli evangelizzatori La conversione missionaria appartiene ai laici Persone con un’intensa esperienza credente Sufficientemente formati Con un progetto personale di vita cristiana Con un’identità cristiana chiara ma dialogica Con una spiritualità laicale In costante atteggiamento di ricerca Discepoli missionari
Conclusione «Un fuoco non può essere acceso che mediante qualcosa Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa (Mt 28, 19-20) La comunicazione della fede avviene per irradiazione: «Un fuoco non può essere acceso che mediante qualcosa che sia esso stessa infiammata» (Ecclesia in Asia 23)