Ghismunda e Tancredi
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona..” (Inferno, V, v. 103)
Tancredi, principe di Salerno, prova incondizionato amore nei confronti della figlia Ghismunda, tanto da darla in sposa al duca di Capua più tardi rispetto alle altre fanciulle del tempo. Dopo la morte di questo, Ghismunda, rimasta vedova, torna a vivere nel palazzo con il padre il quale, per non separarsi da lei una seconda volta, non fa nulla per trovarle un nuovo marito. Ma la ragazza, pur essendo molto affezionata al padre, inizia a desiderare qualcuno al suo fianco, disposta anche ad avere un amante segreto. Poichè la corte del padre era frequentata da molti uomini, un giorno, Ghismunda, nota uno scudiero di nome Guiscardo con il quale intraprende una relazione segreta. I due, attraverso astuzie, trovano modo di frequentarsi privatamente in una grotta nella montagna che conduce fino alla camera di Ghismunda.
Così, il padre della ragazza, avendo l’abitudine di ritirarsi a parlare dopo pranzo nella camera di sua figlia, assiste, inconsapevolmente, ad uno degli incontri amorosi tra Ghismunda e il suo amante e adirato, decide di arrestare Guiscardo e di rimproverare la figlia, ritenendo inammissibile il fatto che lo scudiero non fosse suo marito e che inoltre fosse di condizione inferiore. Ghismunda, attraverso un lungo discorso, confessa al padre il suo amore per il giovane, esaltandone invece la virtù e la grandezza interiore. Infine, ella lascia intendere al padre che ha intenzione di porre fine alla propria vita, qualora l’amante muoia. Il principe però non prende sufficientemente sul serio le parole della figlia: così fa uccidere Guiscardo facendo recapitare il suo cuore a Ghismunda la quale, addolorata, beve un infuso velenoso. Sul punto di morte, Ghismunda esprime la sua ultima volontà: desidera essere sepolta al fianco dell’amato; e il padre pentitosi della propria crudeltà, fa seppellire i due amanti nella stessa tomba.
I personaggi Il sistema dei personaggi della novella è triangolare: il principe Tancredi, venuto a sapere della segreta relazione della figlia si oppone, per gelosia, all’amore dei due giovani cercando in tutti i modi di separarli: creando così un vero e proprio triangolo tra i protagonisti.
I personaggi I personaggi della novella sono rispettivamente: Tancredi (il padre), Ghismunda (la figlia), Guiscardo (l’amato della ragazza). Tutti i personaggi hanno un ruolo fondamentale nella novella: la protagonista indiscussa è Ghismunda la quale desidera ardentemente Guiscardo, che nella storia funge da oggetto del desiderio della protagonista e il cui possesso è impedito dal padre Tancredi, che invece può essere considerato l’avversario.
I personaggi: Tancredi Tancredi è senz’altro uno dei personaggi principali della novella. Ci viene presentato sia attraverso un ritratto diretto, con cui l’autore ci fornisce delle informazioni sul suo carattere designandolo come “un signore molto umano e di animo buono”, sia in modo indiretto: nel corso della narrazione emerge il suo carattere abitudinario e la profonda gelosia che lo legava alla figlia.
I personaggi: Tancredi Appartenente alla classe sociale della piccola borchesia, è dinamico: All’inizio della novella viene presentato come “un uomo umano e beningno” In seguito all’offesa subita, diventa violento e crudele anche nei confronti della figlia.
I personaggi: Ghismunda Ghismunda, il cui nome viene presentato solo a metà novella attraverso la tecnica della retardatio nominis, è introdotta mediante un ritratto diretto fisico e caratteriale. E’ infatti descritta come una ragazza bella sia in viso che in corpo e con un animo forte e coraggioso. E’ un personaggio statico: nel corso della novella non fa altro che confermare il suo carattere coraggioso.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona..” ?????????????? Niente fraintendimenti! Sappiamo benissimo che quest’ultimo è un verso del Sommo poeta! Tuttavia, nella novella, Ghismunda assume caratteristiche comuni a un personaggio della Commedia Dantesca: Francesca da Rimini. Congruenze: -Donne nobili -Hanno ceduto alla passione amorosa Differenze: -Francesca viene giudicata per questo (Posizionata all’Inferno) -Ghismunda non viene giudicata
I personaggi: Guiscardo Introdotto nella novella attraverso un ritratto diretto fisico, sociale e caratteriale Guiscardo è un giovane scudiero alla corte del principe Tancredi, di origini umili “ma per valore e per costumi più nobile di chiunque altro”. Guiscardo è un personaggio statico e nella storia funge da “oggetto” del desiderio della protagonista. E’ proprio questo personaggio che, nel corso di un dialogo con la sua amata pronuncerà un verso simile a quello del sommo poeta e che sintetizza perfettamente la drammaticità dell’opera:
“Amor può troppo più che né voi né io possiamo..” Guiscardo “Amor, ch’a nullo amato amar perdona” Francesca
Si può parlare di Stilnovo? Sono tangibili, nella novella, elementi prettamente stilnovistici: -Ghismunda, infatti, rivolge al padre un discorso nel quale fa presente il valore personale di Guiscardo, proclamando la priorità della nobiltà d’animo sulla nobiltà di sangue; -Guiscardo, per vedere la sua amata, deve affrontare difficoltà anche fisiche per raggiungere la caverna e tali prove ricordano molto le prove d’amore stilnovistiche; -E’ molto evidente il rapporto tra esperienza amorosa ed elevazione morale, che contraddistingue gli amanti.
Le caratteristiche Boccacciane: -E’ molto rilevante la fortuna di Ghismunda la quale, nonostante la tragica fine riesce a trarre un profitto (essere sepolta accanto di Guiscardo); -Emblematica è la caratterizzazione del personaggio di Ghismunda la quale viene presentata come una donna forte, coraggiosa, dignitosa; -La precisa identificazione dei luoghi trattati (Salerno) svela la posizione realista dell’autore; -Ghismunda, una donna, è soggetto attivo dell’amore.