Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.

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Transcript della presentazione:

Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti. 7 SETTEMBRE 2017 GIOVEDÌ - XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode.   Antifona Venite al Signore con canti di gioia! SALMO  66  Tutti i popoli glorifichino il Signore Sia noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani (At 28, 28) Dio abbia pietà di noi e ci benedica, * su di noi faccia splendere il suo volto;  perché si conosca sulla terra la tua via, * fra tutte le genti la tua salvezza.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  Esultino le genti e si rallegrino, † perché giudichi i popoli con giustizia, * governi le nazioni sulla terra.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  La terra ha dato il suo frutto. * Ci benedica Dio, il nostro Dio,  ci benedica Dio * e lo temano tutti i confini della terra. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona Venite al Signore con canti di gioia!

Inno O Cristo, Verbo del Padre, re glorioso  fra gli angeli, luce e salvezza del mondo, in te crediamo. Cibo e bevanda di vita, balsamo, veste dimora, forza, rifugio, conforto, in te speriamo. Illumina col tuo Spirito l'oscura notte del male, orienta il nostro cammino incontro al Padre. Amen.

1^ Antifona Tu ci salvi, Signore: celebriamo il tuo nome per sempre 1^ Antifona Tu ci salvi, Signore: celebriamo il tuo nome per sempre. SALMO 43, 2-9   (I) Il popolo di Dio nella sventura In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8, 37). Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, † i nostri padri ci hanno raccontato  l'opera che hai compiuto ai loro giorni, * nei tempi antichi.  Tu, per piantarli, con la tua mano  hai sradicato le genti, * per far loro posto, hai distrutto i popoli.  Poiché non con la spada conquistarono la terra, * né fu il loro braccio a salvarli;  ma il tuo braccio e la tua destra  e la luce del tuo volto, * perché tu li amavi.  Sei tu il mio re, Dio mio, * che decidi vittorie per Giacobbe.  Per te abbiamo respinto i nostri avversari, * nel tuo nome abbiamo annientato  i nostri aggressori.  Infatti nel mio arco non ho confidato * e non la mia spada mi ha salvato,  ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, * hai confuso i nostri nemici.  In Dio ci gloriamo ogni giorno, * celebrando senza fine il tuo nome. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Tu ci salvi, Signore: celebriamo il tuo nome per sempre.

2^ Antifona Perdona il tuo popolo, Signore; non ci esporre alla vergogna. SALMO 43, 10-17 (II) Il popolo di Dio nella sventura In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8, 37). Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, * e più non esci con le nostre schiere.  Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari * e i nostri nemici ci hanno spogliati.  Ci hai consegnato come pecore da macello, * ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.  Hai venduto il tuo popolo per niente, * sul loro prezzo non hai guadagnato.  Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, * scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.  Ci hai resi la favola dei popoli, * su di noi le nazioni scuotono il capo.  L'infamia mi sta sempre davanti * e la vergogna copre il mio volto  per la voce di chi insulta e bestemmia, * davanti al nemico che brama vendetta. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Perdona il tuo popolo, Signore; non ci esporre alla vergogna.

3^ Antifona Sorgi, Signore, salvaci nella tua misericordia 3^ Antifona Sorgi, Signore, salvaci nella tua misericordia. SALMO 43, 18-27 (III) Il popolo di Dio nella sventura In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8, 37). Tutto questo ci è accaduto † e non ti avevamo dimenticato, * non avevamo tradito la tua alleanza.  Non si era volto indietro il nostro cuore, * i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;  ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli * e ci hai avvolti di ombre tenebrose.  Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio * e teso le mani verso un dio straniero,  forse che Dio non lo avrebbe scoperto, * lui che conosce i segreti del cuore?  Per te ogni giorno siamo messi a morte, * stimati come pecore da macello.  Svegliati, perché dormi, Signore? * Destati, non ci respingere per sempre.  Perché nascondi il tuo volto, * dimentichi la nostra miseria e oppressione?  Poiché siamo prostrati nella polvere, * il nostro corpo è steso a terra.  Sorgi, vieni in nostro aiuto; * salvaci per la tua misericordia. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Sorgi, Signore, salvaci nella tua misericordia.

V. Da chi andremo, Signore. R. Tu hai parole di vita eterna V. Da chi andremo, Signore? R. Tu hai parole di vita eterna. Prima Lettura: Dal libro del profeta Geremia 29, 1-14 Lettera di Geremia agli Israeliti deportati a Babilonia Queste sono le parole della lettera che il profeta Geremia mandò da Gerusalemme al resto degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutto il resto del popolo che Nabucodònosor aveva deportato da Gerusalemme a Babilonia; la mandò dopo che il re Ieconia, la regina madre, i dignitari di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri erano partiti da Gerusalemme. Fu recata per mezzo di Elasa figlio di Safan e di Ghemaria figlio di Chelkia, che Sedecia re di Giuda aveva inviati a Nabucodònosor re di Babilonia, in Babilonia.  Essa diceva: «Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli esuli che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: Costruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; prendete moglie e mettete al mondo figli e figlie, scegliete mogli per i figli e maritate le figlie; costoro abbiano figlie e figli. Moltiplicatevi lì e non diminuite. Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il Signore per esso, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere. Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Non vi traggano in errore i profeti che sono in mezzo a voi e i vostri indovini; non date retta ai sogni, che essi sognano. Poiché con inganno parlano come profeti a voi in mio nome; io non li ho inviati. Oracolo del Signore. Pertanto dice il Signore: Solamente quando saranno compiuti, riguardo a Babilonia, settanta anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo. Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo dice il Signore progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza. Voi mi invocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò; mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore; mi lascerò trovare da voi dice il Signore cambierò in meglio la vostra sorte e vi radunerò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho disperso dice il Signore vi ricondurrò nel luogo da dove vi ho fatto condurre in esilio. Responsorio    R. Lodate il Signore e invocate il suo nome. * Cercate il Signore e la sua potenza, cercate sempre il suo volto. V. Riflettete: chi ha confidato nel Signore, ed è rimasto deluso? R. Cercate, il Signore e la sua potenza, cercate sempre il suo volto.

Seconda Lettura: Inizio del «Discorso sulle beatitudini» di san Leone Magno, papa (Disc. 95, 1, 2; PL 54, 461-462) Porrò le mie leggi nel loro animo Quando Nostro Signore Gesù Cristo predicava il Vangelo del Regno e guariva in Galilea le infermità più diverse, la fama dei suoi miracoli si era diffusa per tutta la Siria, e molte persone accorrevano in folla al medico celeste da tutta la Giudea. Poiché l'umana ignoranza è molto lenta a credere ciò che non vede e a sperare quel che non conosce, era necessario che coloro i quali dovevano essere confermati con la divina dottrina fossero stimolati con benefici materiali e con prodigi visibili. Così, sperimentando la potenza benefica del Signore, non avrebbero dubitato della sua dottrina apportatrice di salvezza. Il Signore, dunque, volle cambiare le guarigioni esteriori, in rimedi interiori e, dopo aver guarito i corpi, risanare le anime. Perciò si allontanò dalla folla che lo circondava, e si portò in un luogo solitario di un vicino monte. Là chiamò a sé gli apostoli, per istruirli con dottrine più elevate dall`alto di quella mistica cattedra. Con la scelta di un tale posto e di un tale ministero volle significare che era stato egli stesso a degnarsi di rivolgere un tempo la sua parola a Mosè. Ma là aveva parlato con una giustizia piuttosto tremenda, qui invece con la sua divina clemenza, perché si adempisse quanto era stato promesso per bocca del profeta Geremia: «Ecco, verranno giorni dice il Signore - nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluderò un'alleanza nuova. Dopo quei giorni, dice il Signore: porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò nel loro cuore» (Ger 31, 31. 33; cfr. Eb 8, 8).

Seconda Lettura: Inizio del «Discorso sulle beatitudini» di san Leone Magno, papa (Disc. 95, 1, 2; PL 54, 461-462) Porrò le mie leggi nel loro animo Colui dunque che aveva parlato a Mosè, parlò anche agli apostoli e la mano veloce del Verbo, che scriveva nei cuori dei discepoli, promulgava i decreti del Nuovo Testamento. Non era circondato, come allora, da dense nubi, né da tuoni e bagliori terribili, che tenevano lontano dal monte il popolo. Ora si intratteneva con i presenti in un dialogo tranquillo e affabile. Fece questo perché la soavità della grazia rimovesse la severità della legge e lo spirito di adozione eliminasse il terrore della schiavitù. Quale sia l'insegnamento di Cristo lo manifestano le sue parole. Coloro che desiderano pervenire alla beatitudine eterna, riconosceranno dai detti del Maestro quali siano i gradini da percorrere per salire alla suprema felicità. Cristo dice: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3). Potrebbe forse ritenersi incerto quali siano i poveri, ai quali si riferisce la Verità se, dicendo poveri, non avesse aggiunto null'altro per far capire il genere di poveri di cui parla. Si sarebbe allora potuto pensare essere sufficiente per il conseguimento del regno dei cieli quella indigenza, che molti patiscono con opprimente e dura ineluttabilità. Ma quando dice: «Beati i poveri in spirito», mostra che il regno dei cieli va assegnato piuttosto a quanti hanno la commendatizia dell'umiltà interiore, anziché la semplice carenza di beni esteriori. Responsorio R. Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento, * ascolta le parole della mia bocca. V. Aprirò la mia bocca in parabole, rievocherò gli arcani dei tempi antichi: R. ascolta le parole della mia bocca.

Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio. Orazione O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l'amore per te e ravviva la nostra fede, perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza. Per Cristo nostro Signore. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.