A Silvia Scritta tra il 19 e il 20 aprile 1828

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Silvia, ti ricordi ancora quel periodo della tua vita quando la bellezza si rifletteva nei tuoi occhi che esprimevano gioia e pudore e tu lieta e carica.
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Transcript della presentazione:

A Silvia Scritta tra il 19 e il 20 aprile 1828 Prima edizione fiorentina Piatti del 1831 Prima canzone libera Primo dei canti della memoria Diversa dalla canzone tradizionale Tramonto sul lago – William Turner Nocturne op. 48 n° 1 - Chopin

Strutture formali Sei stanze di diversa lunghezza Settenari ed endecasillabi liberamente alternati e rimati Presenza di settenari all’interno di alcuni endecasillabi segnati da cesure (vv. 5-13-25-29) Sintassi limpida con periodi brevi Poche subordinate, prevalentemente temporali Vaghezza ed indefinitezza date dalla struttura libera

1ª strofa Silvia (probabilmente Teresa Fattorini) ↔ giovinezza, illusioni Rimembranza leopardiana: allontanamento dalla realtà «ridenti e fuggitivi» e «lieta e pensosa»: gioco di luce e ombra, ossimoro «rimembri»: parola peregrina petrarchesca (Chiare, fresche et dolci acque) «salivi»: anagramma di Silvia. Richiama «cadesti» dell’ultima strofa. Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi? 5

2ª strofa Tempo imperfetto: tempo del ricordo e delle illusioni Ricordo della vita di Silvia Passaggio da luogo interno («quiete stanze») a luogo esterno («maggio odoroso») Parallelismo con terza strofa (Silvia/Leopardi) «vago avvenir» può significare futuro indefinito, futuro desiderato. «vago»: parola petrarchesca Sonavan le quiete stanze, e le vie d'intorno, al tuo perpetuo canto, allor che all'opre femminili intenta sedevi, assai contenta di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi così menare il giorno.  10

3ª strofa Tempo imperfetto «non dice» presente atemporale Passato di Leopardi Da luogo interno (il suo studio) a luogo esterno («veroni») «paterno ostello»: espressione ariostesca «faticosa tela»: riferimento al mito delle Parche Specularità con seconda strofa 26-27 vv. ineffabilità (tema stilnovistico) Io gli studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte, ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte, d’in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. Lingua mortal non dice quel ch’io sentiva in seno.  15 20 25

4ª strofa Che pensieri soavi, che speranze, che cori, o Silvia mia! Quale allor ci apparia la vita umana e il fato! Quando sovviemmi di cotanta speme, un affetto mi preme acerbo e sconsolato, e tornami a doler di mia sventura. O natura, o natura, perchè non rendi poi quel che prometti allor? perchè di tanto inganni i figli tuoi?  30 Ritorno al presente (consapevolezza e riconoscimento) Prima persona plurale («ci apparia») «sovviemmi»: indica la violenza del ricordo Domande alla natura 35

5ª strofa 40 v. riferimento alla mitica Persefone Morte di Silvia ↔ fine della primavera delle illusioni Imperfetto seguito da negazioni (rottura della continuità delle illusioni) «dolce»: parola stilnovistica «negre chiome»: proiettano un’ombra di oscurità sulla notazione estetica «sguardi innamorati e schivi» come «occhi tuoi ridenti e fuggitivi» (luce e ombra) Tu pria che l’erbe inaridisse il verno, da chiuso morbo combattuta e vinta, perivi, o tenerella. E non vedevi il fior degli anni tuoi; non ti molceva il core la dolce lode or delle negre chiome, or degli sguardi innamorati e schivi; né teco le compagne ai dì festivi ragionavan d’amore.  40 45

6ª strofa Anche perìa fra poco la speranza mia dolce: agli anni miei anche negaro i fati la giovinezza. Ahi come, come passata sei, cara compagna dell’età mia nova, mia lacrimata speme! Questo è il mondo? questi i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi, onde cotanto ragionammo insieme? Questa la sorte delle umane genti? All’apparir del vero tu, misera, cadesti: e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano.   50 Morte di Silvia ↔ scomparsa delle illusioni Parallelismo tra i destini di Silvia e Giacomo «speranza mia dolce» VS «mia lacrimata speme» 59 v. domanda a cui risponde la morte di Silvia «cadesti»: passato remoto che indica l’irreversibilità dell’azione «fredda morte» e «tomba ignuda»: chiasmo 55 60

Filtri Filtro dell'immaginazione: il canto della fanciulla suscita l'immaginazione perché è una di quelle sensazioni vaghe e indefinite di cui tanto parla Leopardi. Filtro della memoria: il ricordo rende indefinite e poetiche le cose. Il presente non può essere poetico. Inoltre il ricordo è a sua volta trasfigurato dall'immaginazione Filtro letterario: riferimenti alla mitologia e soprattutto ai testi di Virgilio, esempi mirabili del carattere immaginoso della poesia antica. Filtro filosofico: l'illusione recuperata dalla memoria non può essere più vissuta immediatamente come negli anni giovanili perché ora c'è la coscienza del "vero".