Un romanzo di formazione

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Transcript della presentazione:

Un romanzo di formazione La Fenomenologia dello Spirito

ll protagonista dell’opera è lo spirito nelle sue figure, ossia lo spirito per come esso è apparso e si è trasformato dialetticamente attraverso esperienze conoscitive individuali, pratiche civili, istituzioni sociali, o momenti storici collettivi, fino a diventare consapevole di sé e del suo intero processo di sviluppo nel sapere assoluto, razionalmente appreso infine mediante la filosofia.

coscienza autocoscienza ragione spirito, religione filosofia. L’opera si articola in sei momenti principali: coscienza autocoscienza ragione spirito, religione filosofia.

Coscienza La prima sezione dell’opera indaga il rapporto tra soggetto e oggetto. Lo spirito ripercorre le tappe che conducono la coscienza alla piena consapevolezza razionale di sé attraverso: la certezza sensibile, ossia l’immediata coscienza soggettiva dell’esteriorità, che è data appunto dai sensi; la percezione, ossia la coscienza dell’esteriorità mediata dalle categorie del soggetto, che pensano l’oggetto come unità sostanziale; l’intelletto, ossia la coscienza che eleva l’io alla consapevolezza di essere soggetto attivo della conoscenza. La coscienza si innalza così all’idea filosofica di principio, riconoscendosi idealisticamente come autocoscienza.

Autocoscienza: signoria e servitù La sezione esplora il rapporto tra soggetti, tra autocoscienze, che è inizialmente di conflitto, di affermazione di un’autocoscienza sull’altra. Si verifica la nascita della relazione «signoria – servitù», con la riduzione di una delle due autocoscienze a mera cosa.

Autocoscienza: signoria e servitù L’apparente superiorità dell’autocoscienza realizzata si rovescia nel suo contrario, perché è proprio il signore a trovarsi dipendente interamente dal lavoro dal servo. Il servo, controllando i suoi appetiti, trasformando la natura col proprio lavoro, esperisce forme superiori, spirituali di libertà, che trovano progressivo sviluppo nelle figure storiche e filosofiche dello stoicismo, scetticismo e della coscienza infelice.

Autocoscienza: le figure della libertà Stoicismo: è il primo sviluppo della coscienza servile verso la libertà concepita come atarassia, consapevolezza della propria libertà interiore e indifferenza nei confronti del mondo esterno. Scetticismo: dall’indifferenza, l’autocoscienza passa a negare ogni valore di verità al mondo esterno, che è concepito come mera apparenza, fenomeno. Coscienza infelice: privando di valore il fenomeno, l’autocoscienza vive la scissione propria del mondo ebraico-cristiano tra le proprie aspirazioni infinite e la finitezza del mondo sensibile, trovando solo in Dio, nella trascendenza, la propria ragion d’essere e di vita.

Ragione La ragione è l’autocoscienza giunta alla consapevolezza che nulla è più esterno a essa. Nelle sue principali articolazioni la ragione è: ragione osservativa: l’autocoscienza tenta di appropriarsi dell’esteriorità rintracciando le leggi che governano i fenomeni della natura. ragione attiva: l’autocoscienza prova a realizzare se stessa nella natura, piegandola alle sue volontà, alla ricerca del piacere individuale, alla «legge del cuore» (il benessere dell’umanità), oppure all’attività spirituale dell’uomo; eticità: l’autocoscienza individua nella ragione attiva un momento solo soggettivo, particolare, individuale, che può trovare una dimensione di verità solo in una dimensione collettiva, storica, nello spirito di un popolo.

Spirito In questa sezione, lo spirito si identifica nella dimensione universale delle comunità storiche, secondo il rapporto dialettico che lega l’individuo alla collettività. L’eticità greca antica costituisce un momento di perfetta armonia dell’individuo col tutto. Tutti i vari tentativi di trovare una ricomposizione nel mondo romano e poi nel mondo medievale trovano un punto di rottura nell’Illuminismo con la Rivoluzione francese. La morale kantiana prova a ricostituire la scissione ricomponendola nel momento soggettivo del dovere, che però trova realizzazione e attuazione in un sommo bene che è solo postulato. Attraverso la figura dell’anima bella, la coscienza morale si rifugia del tutto in se stessa, nel dovere per il dovere, rifiutando ogni contaminazione col mondo, con l’esteriorità.

Religione e sapere assoluto Solo con la religione e con la filosofia lo spirito supera ogni scissione e limitazione giungendo a sapersi come assoluto, sapere infinito. Nella religione l’assoluto è colto in modo ancora rappresentativo per immagini, metafore. Attraverso la filosofia l’assoluto è colto nella forma del pensiero, ossia concettualmente.