LE NUOVE POVERTA’ Aiutare chi vive disperato nei deserti delle nostre metropoli A cura di Sara Innacolo – 5°As.

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Transcript della presentazione:

LE NUOVE POVERTA’ Aiutare chi vive disperato nei deserti delle nostre metropoli A cura di Sara Innacolo – 5°As

L’espressione ‘nuove povertà’ e’ attualmente diffusa in gran parte del mondo. Crisi economica , disoccupazione e situazioni lavorative poco gradevoli , hanno spinto , infatti , sempre piu’ individui ad una situazione di poverta’.

A rendere visibile e reale questa situazione , non sono solo manifestazioni o assemblee pubbliche , che via via attraversano le citta’ di tutto il mondo , ma anche e soprattutto i dati presenti all’interno dei rapporti Istat , che ci forniscono un’amara conoscenza della situazione economica europea e italiana.

Il rapporto sulla ‘povertà’ in Italia ,mostra , infatti, una situazione disastrosa proprio a partire dal 2008. L’11,1% delle famiglie e’ definito relativamente povero ed il 5,2% povero assoluto. Quello che mi ha particolarmente colpito è il 7,6% di popolazione che viene definita come ‘quasi povera’. Questa percentuale , infatti, mostra come la crisi della societa’ abbia ‘quasi’ distrutto i legami sociali e familiari. Dunque , l’espressione ‘nuove povertà’ può essere intesa come senso di insicurezza ed instabilità, in cui si ritrova il soggetto sia a livello lavorativo , sia nelle relazioni sociali.

Esiste solo la povertà intesa come crisi economica? Si parla spesso di ‘povertà’ intesa come ‘mancanza’ di denaro sufficiente per poter vivere dignitosamente. Se ci soffermassimo piu’ del dovuto potremmo percepire e comprendere che la ‘povertà’ ha tante , forse infinite sfaccettature.

C’è la povertà dell’ammalato fisico o psichico, il disabile, l’anziano (gli manca il bene della salute) , i tossicodipendenti , la povertà dell’incolto o analfabeta (gli manca il bene della cultura) , di colui che non ha casa o non ha famiglia. Ancora, la povertà di colui che non ha nessuno da amare né si sente amato da nessuno , di chi si sente solo cercando il bisogno di sicurezza. In genere , la povertà e’ di chi si sente abbandonato , dimenticato , sfruttato , strumentalizzato, manipolato , emarginato , impaurito e schiacciato da strutture o dai potenti di turno , e ancora di chi non vede senso alla vita o sbocco ai suoi problemi , volendo cosi’ crearne ad altri (bullismo).

LA POVERTA’ IN AMBITO FILOSOFICO «Siamo divenuti poveri», scriveva Walter Benjamin in un breve saggio del 1933, Esperienza e povertà. «Abbiamo ceduto un pezzo dopo l’altro dell’eredità umana, spesso abbiamo dovuto depositarlo al Monte di pietà a un centesimo del valore , per riceverne in cambio la monetina dell’“attuale”». Da sempre la povertà interroga anche la filosofia , la chiama in causa e chiede di risponderne , da sempre davanti al discorso filosofico si apre, come nel mito di Er , una voragine immensa, l’abisso della mancanza, della carenza, dell’inadeguatezza.

Non bisogna paragonarsi a nessuno , abbiate sempre la testa ben alta e ricordate : non siete ne’ superiori e ne’ inferiori al prossimo , semplicemente siete voi , e questo…non lo puo’ superare nessuno. Essere se stessi e’ la vera vittoria! Solo i poveri conoscono il significato della vita; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare. (Charles Bukowski)