IL «DECENNIO DI PREPARAZIONE» Lavoro realizzato da Antonella Cottone IV D a.s.2016/2017
La nozione di Risorgimento dopo il 1848. Il Risorgimento si consolidò in occasione dell’esposizione generale di Torino del 1884. Un termine molto diffuso fu «patrioti» ovvero coloro che erano legati alla propria terra come patria, come terra di affetti. Un fenomeno che nel Rinascimento caratterizzò le città italiane fu il municipalismo, che esprimeva il legame tra il cittadino e la sua patria ristretta, come valore civico fondamentale per l’azione politica. In tutto il periodo del Rinascimento prevalsero: i temi politici dell’indipendenza e dell’unità, il tema culturale dell’identità nazionale italiana, la visione civile dell’impegno politico.
Il Piemonte dopo la fine dei moti del 1848. Dopo la fine dei moti rivoluzionari, il fallimento del programma liberale convinse Mazzini e i democratici che il fortissimo movimento popolare non era ancora finito. Nacque l’idea di un Partito d’azione fondato nel 1853 che purtroppo portò a seri fallimenti che causarono la morte di molti patrioti. Vi fu il ritorno alle politiche assolutiste in tutti gli Stati italiani tranne il Piemonte in cui il re Vittorio Emanuele II mantenne in vigore lo Statuto Albertino, sciolse il parlamento, indisse nuove elezioni dopo aver lanciato il Proclama di Moncalieri ed infine affidò il governo a Massimo d’Azeglio il quale fece approvare le leggi Siccardi che limitarono i poteri della Chiesa in Piemonte e avviarono una politica di laicizzazione dello Stato.
Cavour al potere: la politica interna. Cavour nacque a Torino nel 1810 ed era di famiglia nobile. Fu ministro dell’Agricoltura e delle Finanze, dedicò una grandissima attenzione allo sviluppo economico del Paese, agì in un’ottica di rapida modernizzazione attraverso una serie di investimenti pubblici soprattutto nelle infrastrutture di cui il Piemonte era carente. Concepì lo Stato come fattore di progresso a fianco della libera iniziativa delle imprese e dei cittadini. Le sue idee erano espresse dalla formula «libera Chiesa in libero Stato», fa del Piemonte la guida del movimento nazionale italiano attirando anche molti ex repubblicani ed ex mazziniani.
Cavour al potere: la politica estera e la guerra di Crimea Cavour puntò ad internazionalizzare la questione nazionale italiana e a muovere guerra all’Austria con l’appoggio della Francia. Accettò l’invito francese ed inglese di inviare un corpo di spedizione piemontese alla guerra di Crimea. In questa occasione mostrò l’effettiva capacità di dominare il parlamento e l’estrema spregiudicatezza della sua visione politica internazionale. Ottenne un notevole successo diplomatico.
L’alleanza con la Francia: gli accordi di Plombières. Gli interessi e i punti di vista di Cavour e Napoleone III non coincidevano, alla fine si incontrarono segretamente e stipularono il Trattato di Plombières nel dicembre del 1858 che prevedeva la nascita di un’alleanza militare in cui la Francia avrebbe difeso il Piemonte nel caso in cui fosse stato attaccato dall’Austria. L’ipotesi prevedeva la suddivisione dell’Italia in quattro aree che avrebbero dato vita ad una confederazione: l’alta Italia sotto Vittorio Emanuele II, la Toscana e l’Italia centrale assegnate ad una parente di Napoleone III, Roma e il Lazio al Papa, il sud ai Borbone (anche se Napoleone III voleva sostituirli con Luciano Murat)