La testimonianza: i martiri

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Transcript della presentazione:

La testimonianza: i martiri La diffusione del cristianesimo nei primi secoli Da Gerusalemme alle nostre città

TESTIMONE

Santo Stefano protomartire «All'udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.». (Atti 7, 54-60).

Un una reliquia di Stefano Nel museo diocesano di Ancona si conserva un reliquiario del XV secolo contenente un sasso: il sasso di Santo Stefano, uno di quelli usati per la lapidazione di questo primo martire cristiano. Non è l’unico conservato nella cristianità ma questo ha un valore particolare, perché gli viene attribuito il merito di provocare la cristianizzazione di questa città.

Una reliquia di Stefano ad Ancona Sant’Agostino nel 425 «Quando santo Stefano veniva lapidato erano pure presenti alcune persone innocenti, soprattutto coloro che già avevano creduto in Cristo. Si dice che una pietra gli avesse raggiunto un gomito e, rimbalzata di lì, fosse finita davanti ad un uomo religioso. Questi la prese e la conservò. Quell’uomo era marinaio di professione; un caso fortuito, proprio del navigare, lo sospinse sul lido di Ancona e gli venne rivelato che quella pietra doveva essere lì riposta. Quello assecondò la rivelazione e fece ciò che gli era stato ordinato: da questo fatto vi si edificò una Cappella in onore di santo Stefano; correva pure voce che ivi è un braccio di santo Stefano, ignorando la gente che cosa fosse accaduto. Ma in realtà si ritiene che, essendo stato quello il luogo della rivelazione, là dovesse restare la pietra rimbalzata dal gomito del Martire, in quanto, in greco, gomito suona ‘ankòn’. » (discorso 322)

Culto di Santo Stefano ad Ancona E’ probabile che il primo luogo di culto cristiano basilica paleocristiana ad Ancona fosse una cappella o tempietto dedicato a Santo Stefano dove sarebbe stato inizialmente custodito il sasso. Molti recenti teorie affermano che su questo santuario sarebbe sorta, nel secolo IV, la prima basilica paleocristiana, che è quella sottostante all’attuale Santa Maria della Piazza. In essa sono ancora visibili, fra altre vestigia, i resti dell’altare maggiore con una teca per le reliquie.

I martiri osimani Giannandrea Lazzarini Pesaro, 1710 - 1801 Martirio dei Santi Osimani 1767 I Santi martiri Fiorenzo, Dioclezio e Sisinio, vennero dall'Asia Minore, da dove li chiamò il proconsole convertito Piniano al rientro a Roma; egli li mandò ad 0simo, dove possedeva delle terre.

I martiri osimani Non avendo voluto sacrificare agli idoli, essi furono lapidati insieme al giovinetto Massimo, loro discepolo. La tradizione ci dice che era l'anno 304, il giorno 11 maggio. Il luogo della lapidazione è Rosciavalle (ora Roncisvalle) al Borgo S.Giacomo, poco lontano dalla Città.

I martiri osimani Le spoglie dei Martiri Osimani nel 1444 furono trasferite dal Vescovo Andrea da Montecchio (Treia) nella Cattedrale. Ora si trovano nello stupendo Sarcofago romano-cristiano della Cripta (IV sec. d.C.).

Nella formella viene riprodotto l’affresco di Gian Andrea Lazzarini, sec. XVIII che si trovava nell’abside della Cattedrale, fatto eseguire dal vescovo Compagnoni; essendosi deteriorato fu sostituito all’inizio del 1900 dall’affresco di Virginio Monti.